Conoscere Dio, meglio di quanto Agostino non conosca Alipio e non conosca se stesso
3, 8. RAGIONE – Ammetto questo. Se tuttavia ti si dicesse: Ti faccio conoscere Dio come tu conosci Alipio, non ringrazieresti dicendo: Questo è sufficiente?
AGOSTINO – Ringrazierei, ma non direi che questo è sufficiente.
RAGIONE – Perchè mai, te ne prego?
AGOSTINO – Perchè non conosco Dio come conosco Alipio e d’altronde non conosco Alipio a sufficienza.
RAGIONE – Non temi dunque che vi sia un qualche orgoglio nel voler conoscere Dio a sufficienza, dato che non conosci sufficientemente nemmeno Alipio?
AGOSTINO – Il tuo ragionare non è logico. In confronto alle stelle, la mia cena è certo ben insignificante; eppure io ignoro ciò che mangerò domani, ma senz’ombra di orgoglio professo di conoscere in che fase la luna si troverà domani.
RAGIONE – Allora ti è sufficiente conoscere Dio, come conosci per quale fase domani passerà la luna?
AGOSTINO – Non mi è sufficiente. Questo fenomeno infatti lo controllo con i sensi; ma ignoro se Dio o una qualche occulta causa naturale cambi all’improvviso l’ordinario corso della luna; se ciò avvenisse, renderebbe false tutte le mie previsioni.
RAGIONE – E tu credi che ciò possa verificarsi?
AGOSTINO – Non lo credo, ma io cerco per sapere, non per avere un’opinione. Ora di tutto ciò che sappiamo, forse rettamente possiamo dire di avere un’opinione; ma di tutto quello di cui abbiamo un’opinione, non possiamo parimenti dire di saperlo.
RAGIONE – Rifiuti in proposito ogni testimonianza dei sensi?
AGOSTINO – La rifiuto totalmente.
RAGIONE – E allora quel tuo amico che tu hai affermato di non conoscere ancora, vuoi conoscerlo con i sensi o con l’intelligenza?
AGOSTINO – La conoscenza che di lui ho acquisito con i sensi, se si può dare vera la conoscenza dei sensi, è di grado inferiore e mi è sufficiente; ma quella parte di lui che me lo rende amico, cioè il suo essere spirituale, desidero raggiungerla con l’intelligenza.
RAGIONE – Potrebbe essere conosciuta per altra via?
AGOSTINO – In nessun’altra.
RAGIONE – Oseresti dunque affermare che ti è sconosciuto un tuo amico, per di più molto intimo?
AGOSTINO – E perchè non dovrei osare? Ritengo che sia giustissima quella legge dell’amicizia che ci prescrive di amare l’amico nè più nè meno che se stessi.
Così, poichè ignoro me stesso, gli faccio forse ingiuria se dico che mi è sconosciuto, tanto più che, come credo, neppure egli conosce se stesso?
RAGIONE – Dunque se l’oggetto che tu desideri conoscere appartiene alla categoria delle cose che solo l’intelligenza percepisce, quando ho eccepito che vi era da parte tua dell’orgoglio nel volere conoscere Dio, mentre non conosci Alipio, non avresti dovuto proporre l’esempio della cena e della luna, se queste cose, comehai affermato, si riferiscono ai sensi.
Quale tipo di scienza Agostino vuole avere di Dio
4, 9. Ma poco ci importa. Ora rispondi a questa questione: se sono vere le affermazioni di Platone e di Plotino su Dio, ti è sufficiente conoscere Dio, come lo conoscevano loro?
AGOSTINO – Se le loro affermazioni sono vere, non ne consegue necessariamente che essi sapessero quanto dicevano. Molti infatti espongono con abbondanza di parole ciò che non sanno, come io stesso le cose che ho domandato nella preghiera, dicendo che desideravo conoscerle, e non l’avrei desiderato se già le avessi conosciute. Eppure per questa ragione non avrei forse potuto esprimerle? Ho detto cose non comprese da me con l’intelligenza, ma raccolte da ogni parte e affidate alla memoria: ad esse io ho prestato fede il più possibile;
ma conoscere con certezza è altra cosa.
AGOSTINO D’ IPPONA: SOLILOQUI. Traduzione di Aldo Moda. LIBRO PRIMO. PRIMA DISCUSSIONE