DANTE E BOTTICELLI. LA MAPPA DELL’INFERNO – Dante Alighieri i post

Botticelli – La mappa dell’Inferno 2b – Biblioteca Aposolica Vaticana, Vat Lat 1896

DANTE E BOTTICELLI. LA MAPPA DELL’INFERNO

Posted on by I tesori alla fine dell’arcobaleno

Le 100 pergamene con i disegni danteschi eseguiti da Botticelli alla fine del ‘400 furono commissionate da Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici detto il Popolano (cugino di secondo grado di Lorenzo il Magnifico), amico e mecenate di Sandro Botticelli. Per lo stesso Pierfrancesco, il maestro dipinge le sue opere più celebri: “La Nascita di Venere” e “La Primavera” (Uffizi, Firenze).L’opera dantesca di Botticelli, realizzata in un’arco temporale che va dal 1480 al 1495, è da secoli smembrata in due gruppi. Il primo, con il maggior numero di pergamene (85) è conservato nel nuovo Kupferstichkabinett del Kulturforum, in seguito alla riunificazione dei Musei statali di Berlino; il secondo con sette pergamene è racchiuso nella Biblioteca Apostolica Vaticana, proveniente dalla collezione della regina Cristina di Svezia.
Mancano all’appello, per completare il corpus relativo alle 100 cantiche della Commedia, otto tavole dell’Inferno considerate disperse (II-VII, XI, XIV), mentre quelle relative ai due canti del Paradiso (XXXI e XXXIII) si ipotizza che non furono eseguite.Comprese nel corpus delle 92 tavole ci sono “La voragine infernale” e “Inferno I” disegnate rispettivamente sul recto e sul verso di uno stesso foglio, e “Il grande Satana” che occupa un foglio doppio. A queste si aggiunge la pergamena del canto XXXI del Paradiso, senza illustrazione.I fogli, di fine pergamena di pecora, misurano circa 325 mm di altezza per 475 mm di larghezza, e solo il “Grande Satana” è di 468×635 mm.Ad eccezione de “La voragine infernale”, le illustrazioni si trovano sul lato interno liscio, mentre il testo è sul lato esterno poroso. Per l’esecuzione dell’immensa opera, Botticelli utilizza diversi strumenti: per le linee fondamentali della composizione si aiuta con “stili metallici”, anche d’argento, mentre per precisare i contorni usa la “penna” e inchiostri che danno quel colorito talvolta giallo chiaro, oppure oro o nero.L’opera, in ogni caso, si presenta in diversi stadi di finitura. Solo alcuni disegni sono giunti fino a noi completi e interamente o parzialmente colorati. L’unico completo è “La voragine infernale”. Qui l’artista ha realizzato una suggestiva rappresentazione globale dell’Inferno dantesco: un grande imbuto, ricco di particolari architettonici e figure miniaturizzate, che costituisce una summa, sintetica ma completa, delle scene dipinte nei disegni successivi.L’intera opera, oggi montata su fogli separati, rappresenta un continuum narrativo, una sorta di modernissima sequenza cinematografica che racconta il viaggio letterario e filosofico di Dante.

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Fu Sandro persona molto piacevole: il Botticelli privato

Finestre sull’Arte – Ottava puntata

Contenuto extra

Fu Sandro persona molto piacevole e fece molte burle ai suoi discepoli et amici: questo è il modo in cui il carattere di Sandro Botticelli viene presentato da Giorgio Vasari.
Un raffinato intellettuale, un artista colto, un pittore cresciuto in un ambiente stimolante, tra poeti, filosofi, letterati. Ma qual è il ritratto di Sandro Botticelli nel privato? Siamo abituati a conoscerlo come un pittore dotato di elevata cultura umanistica, come un artista le cui opere sono piene di riferimenti filosofici e letterari. Ma sbaglieremmo a immaginarlo come una persona cupa, arcigna e seriosa: Vasari ci restituisce la figura di un uomo allegro, amante della compagnia, sempre pronto a scherzare.

Vittima di uno dei suoi scherzi fu, per esempio, un tessitore che andò ad abitare vicino a casa sua: però i suoi telai facevano non solo […] assordare il povero Sandro, ma tremare tutta la casa. Alché Botticelli chiese al rumoroso vicino di trovare una soluzione al problema: ma i risultati furono nulli, perché il tessitore gli rispose che in casa sua faceva quello che voleva. A questo punto Sandro pose sul muro di confine una grossissima pietra […] che pareva che ogni poco che ‘l muro si movesse fusse per cadere e sfondare i tetti e palchi e tele e telai del vicino. Il tessitore quindi, spaventato, pregò Sandro di fare qualcosa, ma il pittore gli rispose con le sue stesse parole, ovvero dicendo che in casa sua poteva e voleva far quel che gli piaceva. In questo modo, racconta sempre Vasari, il tessitore fu costretto a raggiungere un accordo e far a Sandro buona vicinanza.

Un altro scherzo ebbe come vittima un allievo chiamato Biagio: quest’ultimo aveva venduto un suo dipinto, un tondo con Madonna e Angeli, e Sandro, d’accordo con l’acquirente e all’insaputa dell’allievo, coprì le teste degli angeli con alcuni cappucci rossi. Il giorno seguente Biagio portò il cliente a vedere il dipinto e fu sorpreso nel vedere i suoi angeli coperti dai cappucci rossi, ma non si scompose in quanto l’acquirente continuava a lodare l’opera. Venduta l’opera, andò da Sandro e gli raccontò quindi di aver visto degli strani cappucci rossi sulla testa degli angeli: alché il grande artista gli rispose “Tu sei fuor di te Biagio, questi danari t’hanno fatto uscire del seminato; se cotesto fusse, credi tu che quel cittadino l’avesse compero?”

Un’altra fonte ce lo descrive come un amante dei piaceri della tavola: tale fonte è nientemeno che il suo illustre mecenate Lorenzo il Magnifico. Nel suo poema scherzoso Simposio, opera giovanile nota anche come I Beoni, il signore de facto di Firenze include una lista di celebri bevitori fiorentini, e tra questi figurerebbe anche Sandro Botticelli: Botticel la cui fama non è fosca, / Botticel dico; Botticello ingordo / Ch’e più impronto e più ghiotto ch’una mosca. / Oh di quante sue ciancie hor mi ricordo, / Se gli è invitato à desinar, ò cena, / Quel che l’invita non lo dice a sordo. / Non s’apre a l’invitar la bocca a pena, / Ch’ e’ se ne viene, e al pappar non sogna, / Va Botticello, e torna botte piena. Insomma, un Sandro Botticelli così dedito al mangiare e al bere che nella scherzosa descrizione del Magnifico, si lamenterebbe di avere il collo troppo corto, che lo vorrebbe haver d’una cicogna. Amante della cucina, ma anche del lusso: ce lo testimonia, per esempio, la sontuosa veste che indossa il suo probabile autoritratto nell’Adorazione dei Magi degli Uffizi ma ce lo testimonia anche Vasari, che ci dice che dissipò il suo considerevole patrimonio.

Un testo attribuito al Poliziano, noto come Detti Piacevoli, ci parla di un Sandro Botticelli riluttante nei confronti del matrimonio ma anche di un Sandro Botticelli dalla battuta sempre pronta: a uno che diceva: Io vorrei cento lingue, disse: Tu chiedi più lingue e ha’ne la metà più che ‘l bisogno; chiedi cervello, poverello, che non hai cica.

Ancora, Giorgio Vasari ce lo descrive come un grande appassionato di letteratura: per essere persona sofistica, comentò una parte di Dante; e figurò lo Inferno e lo mise in stampa, anche se questa passione per la Commedia fu causa di infiniti disordini alla vita sua perché le illustrazioni, secondo Vasari, gli portarono via molto tempo.

Un grande artista, un intellettuale colto e raffinato ma anche una persona allegra e vivace, amante dei piaceri “terreni”: il ritratto del Botticelli privato che ricaviamo dalle fonti scalfirà un po’ quell’aura quasi sacrale che circonda la sua figura, ma ha almeno il merito di rendere più umana e più realistica l’immagine di uno dei pittori più celebri di tutta la storia dell’arte.

Federico Giannini

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