Impresa 4.0, fase due : auguri a lavoratori e musicisti pure!, vecchi post…

Da Industria 4.0 a Impresa 4.0, ecco come sarà la fase due

Franco Canna

Il futuro: competenze e formazione

Il Piano Nazionale Impresa 4.0 avrà altri due capitoli che si affiancheranno a quelli esistenti per stimolare competitività e investimenti: competenze e formazione. “Scuola, università e ricerca devono essere in linea con il mondo che cambia”, ha detto il ministro Fedeli. “Bisogna imparare a leggere l’imprevisto. Dobbiamo anticipare alcuni processi e imparare a governarli”. Fedeli ha ricordato come, secondo l’Eurostat, solo il 29% degli Italiani abbia competenze digitali elevate e ben il 35% sia nella fascia più bassa, indietro rispetto alla media europea. Si proseguirà sulla strada dell’alternanza scuola lavoro (“che non è il tirocinio”, sottolinea il ministro) e saranno rafforzati gli ITS (Istituti tecnici superiori): “stiamo sviluppando un piano congiunto da inserire nella Legge di Bilancio per raddoppiare il numero degli studenti iscritti entro il 2020”, ha detto il ministro.

Arriveranno poi le lauree professionalizzanti: “Dal prossimo anno accademico le università potranno attivare in via sperimentale percorsi di lauree professionalizzanti a numero programmato che facilitino il raccordo con il mondo del lavoro e contribuiscano a soddisfare le necessità che questo esprime. Percorsi triennali altamente orientanti, queste lauree, attivabili mediante convenzioni obbligatorie con imprese e/o ordini professionali, permetteranno agli studenti di acquisire rapidamente una qualificazione professionalizzante anche in ambito Industria 4.0”.

Lavoro 4.0

“Bisogna accettare la sfida dell’innovazione perché ci riguarderà da vicino”, ha aggiunto il ministro Poletti. Come? “Stiamo facendo un’operazione culturalmente importante”, ha spiegato Poletti. “Far capire alle imprese che la formazione deve essere considerata un investimento, precisamente un investimento in conoscenza e know how”.

La quantità dei lavoratori che in Italia accede a iniziative di formazione è dell’8,3%, “oltre 2,5% in meno della media UE 28”, sottolinea Poletti. “Per questo abbiamo pensato a una misura di incentivo nella forma del credito di imposta sulla spesa incrementale in formazione, ma a condizione che questa spesa avvenga nell’ambito di un accordo sindacale e che sia focalizzata almeno su una tecnologia 4.0″.

Sarà inoltre stabilizzata l’iniziativa Crescere in Digitale, “che uscirà dalla fase prototipale perché se un prototipo funziona bisogna istituzionalizzarlo”, spiega Poletti.

Tra le altre iniziative confermate l’apprendistato duale per gli studenti e Garanzia giovani per i Neet, i giovani che sono usciti dal mercato del lavoro.

Taisch: siamo sulla buona strada

Positivo il commento del professor Marco Taisch, uno dei padri fondatori del piano nazionale Industria 4.0 nonché co-responsabile scientifico dell’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano. “Le nuove misure annunciate dal Governo su Industria 4.0 sono molto positive perché, dopo i buoni risultati del primo anno del Piano Nazionale, vanno nella direzione richiesta dal sistema economico-industriale per offrire nuove opportunità di investimento alle imprese. E con azioni significative di sostegno alle competenze 4.0, si allarga il campo del nostro programma a sostegno della quarta rivoluzione industriale, che oggi è apprezzato e preso a modello da altri Paesi in Europa”.

 

Taisch prosegue: “In particolare è importante l’intenzione annunciata oggi dal Governo di rinnovare i bonus di iper e superammortamento del Piano Nazionale Industria 4.0: si tratta di due misure che hanno riscosso notevole successo tra le imprese, anche se alcune aziende non hanno potuto beneficiarne appieno in quanto la misura fiscale è stata messa a disposizione quando i budget per il 2017 erano oramai stati decisi: se i bonus saranno rinnovati, molte imprese potranno cogliere l’opportunità di un sostegno agli investimenti nel 2018″.

Sul capitolo competenze e formazione: “Oltre a macchinari di ultima generazione, in fabbrica è necessario avere personale qualificato in grado di saperli usare. Per questa ragione, è un’ottima notizia l’annunciata riforma degli ITS: abbiamo bisogno di tecnici per cogliere le opportunità della quarta rivoluzione industriale. E altrettanto giusta è la misura del credito di imposta sulla formazione: un incentivo per lo sviluppo di competenze è quello che serve a completare il Piano Nazionale, che prevede già incentivi agli investimenti tecnologici. Ora non bisogna abbassare la guardia, anche altri Paesi stanno avviando programmi di rinnovamento di grande importanza, ma con il Piano italiano Industria 4.0 l’Italia è sulla strada giusta”.

http://www.innovationpost.it/2017/09/19/da-industria-4-0-a-impresa-4-0-ecco-come-sara-la-fase-due/

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