Herzog da Lo and Behold a dentro l’inferno ed altro di W. Herzog

Lo and Behold: il futuro è oggi, recensione del documentario di Werner Herzog

Federico Gironi

Cambiano i territori, ma le esplorazioni di Werner Herzog sono sempre condotte col medesimo spirito. Cambiano gli spazi e gli oggetti, i soggetti, ma la mappatura rimane la stessa, e la stessa rimane anche la voglia di scoprire cosa c’è, cosa ci può essere, oltre il limite del conosciuto, oltre il confine del possibile.
In passato il tedesco ha esplorato e raccontato la voglia di conquista dei cieli amazzonici, i tentativi di fondersi con la wilderness del Grande Nord, lavorato di analogia tra i ghiacci e i mari polari e gli spazi siderali, e si è immerso nella capsula temporale di grotte antichissime. In ognuna di queste situazioni e circostanze, ha inseguito l’uomo, il senso della sua esistenza, la bramosia di superare e spostare in avanti la soglia delle sue possibilità:delle sue potenzialità.

Con Lo and Behold: il futuro è oggi il territorio è quello impalpabile e metafisico del mondo digitale, di internet, delle intelligenze artificiali, e l’attitudine di Herzog è la stessa di sempre. Quella del cartografo, che traccia e descrive un atlante (anche storico) dell’universo dei bit; quella dell’esploratore, che vuole vedere cosa c’è dopo, cosa c’è oltre (e che risponde “I would come along” a Elon Musk quando l’imprenditore parla dei viaggi su Marte); e quella del filosofo che raccoglie e solleva domande e interrogativi su come l’uomo possa vivere e mutare in questo contesto nuovo, meraviglioso, estremo e ricco d’interrogativi e incognite sul futuro.

Sono tantissime le domande che, fin dai suoi primi minuti, vengono fatte da Herzog ai suoi intervistati, a sé stesso, all’umanità, in Lo and Behold. Come controllare ciò che avviene in rete? Quali le implicazioni etiche delle intelligenze artificiali? Come gestire il diritto alla privacy e allo stesso tempo garantire i soggetti contro lo sciacallaggio online? Come reagire a una pervasività digitale che crea dipendenze? Quale la differenza reale tra vita fisica e vita digitale? Cosa accadrebbe di fronte alla sparizione improvvisa e catastrofica di internet? Esiste la possibilità che la rete sviluppi una sua coscienza? Come reagire agli inevitabili slittamenti della morale, della definizione stessa di umano, nel mondo digitale?

Né indiscriminatamente apologetico di fronte alle straordinarie opportunità che la tecnologia lascia presagire, né ingiustificatamente luddista di fronte ai rischi e ai suoi lati oscuri, Herzog è come sempre accompagnato da profonda curiosità umana e antropologica, possiede sempre uno sguardo attento alle implicazioni filosofiche di quello che riprende, e non nasconde la sua simpatia per i personaggi meno allineati che incontra sul suo cammino: dall’eretico Ted Nelson, a Musk, all’hacker Kevin Mitnick, al fisico e astronomo Lawrence Krauss.
E, nel flusso sempre più intricato, complesso e sovrabbondante di informazioni, riconosce nell’utopia della telepatia o dell’autocoscienza della rete quella sfida umanissima – superumana, anzi – che l’ha sempre affascinato e sempre l’affascinerà.

http://www.comingsoon.it/film/lo-and-behold-il-futuro-e-oggi/53270/recensione/


Il mio viaggio con Herzog dentro l’inferno

IL FILM
La troupe di Werner Herzog sul vulcano di Ambrym, un’isola dell’arcipelago di Vanuatu, nel Pacifico meridionale. Tappa del viaggio del regista tra i vulcani attivi della Terra, in compagnia del vulcanologo Clive Oppenheimer, per girare il documentario Into the inferno, che lo ha portato dall’Etiopia all’Indonesia, dalla Corea all’Islanda. È stato presentato alla Festa del cinema di Roma e sarà disponibile su Netflix dal 28 ottobre

IL REGISTA
Werner Herzog ( 1942) ha esplorato col geologo Clive Oppenheimer i vulcani del mondo per capire il rapporto tra le popolazioni che vivono le bocche di fuoco e le calate di lava. E indagarne la spiritualità attraverso la cosmologia, le leggende e il pantheon di dei e demoni che prendono vita proprio dal convivere con le eruzioni. Per dimostrare che non basta la scienza a spiegare la forza della

* L’AUTORE
CLIVE OPPENHEIMER (1964) è professore di Vulcanologia all’Università di Cambridge. È stato il suo ultimo libro Eruptions that shook the world (2011) a spingere Herzog a girare il documentario sui vulcani. Un’esperienza che lo scienziato descrive per noi in queste pagine e che racconta come “un dialogo continuo” a partire dall’origine della vita sulla Terra per finire alle strategie per preservare la natura governandone i misteri

Certo che ho paura, la minaccia è tangibile: calpesti rocce incandescenti e vedi zampilli di lava bollente uscire dalla pancia della montagna. Ma non mi spingo mai oltre la ragionevole valutazione del rischio, al punto da mettere in pericolo la mia vita. O quella della troupe. Into the Inferno è il racconto per immagini dell’affascinante avventura che mi ha visto al fianco di Werner Herzog, faccia a faccia con questa paura, per indagare insieme il mistero dei vulcani. La scintilla della nostra amicizia, è davvero il caso di dirlo, è scoccata nel 2006 quando, affacciati sul borbottio di un vulcano in Antartide durante le riprese del film da lui diretto Incontri alla Fine del Mondo – a oltre tremila metri di altitudine – la mia curiosità ha incontrato la sua narrativa. Un incontro casuale tra anime gemelle; una partita che non era certo chiusa. Non a caso, cinque anni dopo mi sono trovato a ricordargli che era arrivato il momento di fare qualcosa – insieme – sui vulcani. Ci aspettavano. Così è nata l’idea di un documentario che andasse oltre la dimensione catastrofica per indagare l’impatto di quei giganti, non sempre silenziosi, sulla vita dell’uomo.

Io vulcanologo, lui regista. Indonesia, Islanda, Africa, Oceano Pacifico, persino la ”proibita” Corea del Nord le tappe da noi scelte per raccontare i vulcani e le popolazioni che abitano quelle zone, un rapporto imprescindibile. È grazie alle voci raccolte sul territorio, tra leggende e cosmologia, che abbiamo potuto incontrare la spiritualità nascosta all’ombra di un vulcano, i suoi demoni e l’inferno cui si devono il terrore della morte e, insieme, l’origine della vita. Ma quei sentieri percorsi insieme, su crinali infuocati dal magma profondo e incontrollabile, raccontano – in un dialogo continuo tra Herzog e me – anche le sfide dell’uomo per preservare la propria esistenza.

Lo studio dei vulcani non può trascurare l’aspetto antropologico di un fenomeno così potente e misterioso che da sempre attraversa la nostra storia. Ecco perché abbiamo affrontato paesaggi estremi che uniscono, chiudendo un ciclo, la distruzione alla rinascita. Dal gelo del Polo Sud al calore altrettanto insopportabile della Rift Valley etiopica, laddove le tracce fossili dei primi ominidi ci riportano migliaia di anni indietro a un’eruzione così grandiosa da creare i presupposti climatici e ambientali perché l’uomo abitasse il Pianeta. Una potenza difficile spiegare in meri termini scientifici: neppure la tecnologia più avanzata, utile per tracciare sismi e attività vulcanica, può darci una risposta univoca. E qui la poesia visionaria di Werner Herzog ha giocato un ruolo fondamentale, dando forma a quegli interrogativi che attraversano il film e trovano in parte risposta nelle testimonianze da noi raccolte.

Un capo villaggio dell’isola di Ambrym, nell’arcipelago di Vanuatu, confessa alla nostra cinepresa di avere visto da vicino i demoni del fuoco apparsi ai suoi occhi come un fiume simile all’acqua, ma incandescente e vivo, portatore di distruzione. Solo pochi possono parlare a quegli spiriti e neppure è dato metterli a tacere, se non rendere loro omaggio rispettandone il volere oscuro. A quegli stessi spiriti, a seconda della latitudine, l’uomo si rivolge da sempre con timore e riverenza. Non basta la scienza per spiegare la forza della natura. E quella mitologia lo dimostra.

Possiamo studiare gli effetti devastanti di eruzioni spaventose, vedere bombe di lava levarsi alte nel cielo, misurare le ceneri e i gas che invadono impietosi le zone circostanti senza dare scampo, monitorare il magma. Tutto questo ci aiuterà senz’altro a individuare altri tasselli che andranno a comporre il mosaico della nostra evoluzione. Ma quel che conta è l’esperienza che ci insegna a salvare le vite.

(testo raccolto da Gaia Scorza Barcellona)

http://www.repubblica.it/r2-fotorep/2016/10/17/news/il_mio_viaggio_con_herzog_dentro_l_inferno-149953122/

Dentro l’inferno: trailer e poster del documentario di Werner Herzog

Svelati trailer e poster del documentario presentato alla Festa del Cinema di Roma.

 

Netflix ha diffuso il trailer e la locandina di Dentro l’inferno, il documentario originale Netflix che sarà disponibile sul catalogo in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo dal prossimo 28 ottobre 2016.

Werner Herzog e il vulcanologo Clive Oppenheimer intraprendono un viaggio alla scoperta di alcuni dei vulcani più leggendari del mondo, dalla Corea del Nord all’Etiopia, dall’Islanda fino all’Arcipelago di Vanuatu.

Confrontandosi sia con scienziati che con le popolazioni locali, cercano di scoprire il profondo rapporto tra l’uomo e una delle più grandi meraviglie della natura.

Prodotto da Spring Films, Werner Herzog Film e Matter of Fact Media, Dentro l’inferno unisce con maestria reportage, storia e filosofia in un’esperienza cinematografica davvero avvincente.

http://movieplayer.it/news/dentro-linferno-trailer-e-poster-del-documentario-di-werner-herzog_46079/

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