falsi segnali tra rendimento e rischiosità – lo strano rapporto tra tassi di interesse e mercati azionari, carrettini video; IL CAPITALELIBRO I SEZIONE VII e altro

I possibili falsi segnali tra rendimento e rischiosità

Scritto il 28 agosto 2014 alle 14:00 da Danilo DT

rondine primavera

Un vecchio proverbio dice: “una rondine non fa primavera”. Credo sia meglio, per ovvi motivi, tralasciare qualsiasi commento di tipo meteorologico, vista la folle estate che ci stiamo subendo. Però il detto sopra citato funziona benissimo anche in altri ambiti che non siano legati al tempo.

In questi giorni ho avuto modo di leggere, su alcune testate giornalistiche nazionali, dei titoli creati ad hoc proprio per catturare l’attenzione del potenziale lettore, tralasciando invece quella che dovrebbe essere la cosa più importante, ovvero la veridicità di una notizia. L’argomento in oggetto sono i rendimenti dei titoli di stato.
Grazie infatti ad una serie di fattori (che dopo citerò), oggi ci troviamo con dei bond decennali di diversi emittenti, praticamente con pari rendimento.
Nella fattispecie si tratta delle emissioni governative di Italia, Stati Uniti e Gran Bretagna.

Italia, Usa e UK: rendimenti titoli decennali a confronto

rendimento 10 yr usa ita ukCome potete vedere dal grafico che vi propongo, il decennale italico (BTP) oggi rende meno dei paritetici bond emessi da Washington e Londra.
A cosa è dovuto questo crollo di redditività dei nostri BTP? Le motivazioni sono note. Il rischio deflazione, le previsioni sui tassi dell’Eurozona (confermate dal Governatore Draghi), e ovviamente la forward guidance della BCE che ha anticipato in modo generico “misure aggiuntive” nel caso in cui ce ne fosse bisogno.

Notate bene, Draghi non ha MAI detto “faremo il quantitative easing”, ma ha solo “regalato promesse”, proprio come ha fatto per l’OMT, quel grande “oggetto misterioso” che però ha mosso e non poco il mercato obbligazionario, garantendo “virtualmente” le emissioni governative dei paesi dell’Eurozona.

Negli articoli che prima citavo, veniva messo in risalto non solo il “sorpasso” nell’ambito dei rendimenti, ma anche nella potenziale rischiosità dell’emittente, creando una correlazione diretta tra lo “yield” del bond e la rischiosità dell’emittente. Minor rendimento uguale minori rischi.

Questa correlazione è assolutamente corretta, ci mancherebbe. Peccato però che le tre emissioni in oggetto non siano paragonabili in quanto “figlie” di tre banche centrali differenti con tre diverse valute nazionali.

Vero, UK e USA hanno avuto, nella storia, un percorso nei rendimenti molto simili, per le ben note motivazioni storico, economiche e culturali che legano i due paesi, ma l’Italia, signori, che diavolo c’entra?

Tralasciando poi tutte le motivazioni qualitative che potrebbero essere esposte sulla situazione economica italiana (che giustificherebbero ulteriormente tutti i miei dubbi sulla minor rischiosità di un BTP rispetto ad un T-Note) preferisco illustrare la cosa “sul campo” facendovi vedere l’andamento NON dei rendimenti, ma dei rispettivi CDS (Credit Default Swap).

CDS 5yr su ITA, UK e USA

cds italy usa uk 5yrPer chi non li conoscesse, i CDS sono una sorta di contratto assicurativo che viene fatto per tutelarsi dal rischio fallimento di un emittente.

Come potete vedere, qui le cose cambiano. Certo, il rischio Italia è sceso molto ultimamente, grazie proprio e SOLO alla BCE, ma la distanza con USA e UK resta ancora notevole. Quindi andiamoci piano nel dire che i bond italici, oggi, sono “free risk”. Il mercato ce li può lucidare, far brillare e anche vendere come tali e magari alcuni media ci metteranno anche la loro. Ma sappiate che il rischio emittente Italia resta e, anzi, vista la nostra debole situazione macroeconomica, risulterebbe persino aumentato. Infatti, se non ci fosse Super Mario Draghi con il suo cappello protettivo…

PS: in questo post non ho parlato di rendimenti reali, i quali giustificherebbero ulteriormente il “sorpasso” dei titoli di stato italiani. Occorre infatti NON dimenticare che uno scenario deflattivo porta ad una compressione dei rendimenti. Questo scenario, oggi, è decisamente più realistico in Eurozona anzichè in altre parti del mondo “core”.

real yields 10yr USA Eurozone

Articolo pubblicato anche su : PianoInclinato.it

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http://intermarketandmore.finanza.com/i-possibili-falsi-segnali-tra-rendimento-e-rischiosita-68640.html

INTERMARKET: lo strano rapporto tra tassi di interesse e mercati azionari

Scritto il 29 agosto 2014 alle 10:14 da Danilo DT

tassi interesse mercato azionario confronto rendimenti

Negli ultimi mesi, complice il QE, abbiamo assistito ad una correlazione abbastanza forte tra tassi di interesse ed il mercato azionario. In parole povere, con tassi in ribasso, i mercati hanno ricevuto ossigeno e le borse sono salite. Ma fate attenzione, questa regola non è assolutamente ferrea, anzi. Ogni situazione deve essere interpretata prima di essere giudicata.

In questi ultimi anni il ruolo delle banche centrali è stato protagonista come NON mai nella storia. E questo ruolo così determinante ha cambiato radicalmente sia le dinamiche intermarket, oltre che quelle macroeconomiche e, permettetemi, anche quelle logiche.
L’amico Giuliano (che mi scrive dalla ridente città di Ferrara) mi scrive in un’email:

(…) negli ultimi mesi possiamo quindi dire che c’è una correlazione inversa tra tassi di interesse delle obbligazioni e borse. Più i tassi scendono e più le borse salgono. Mi sembra abbastanza chiaro che la signora Yellen abbia intenzione, come tu hai brillantemente descritto prima degli altri, di alzare i tassi già forse dal primo trimestre del 2015. Se tanto mi da tanto, mi tocca pensare che con tassi che salgono la borsa dovrà scendere. Dico bene oppure mi sono perso qualcosa?

Innanzitutto grazie dei complimenti. Purtroppo devo deluderti in quanto questa regola, come anticipato, è tutt’altro che ferrea, soprattutto in un mercato dove è così presente la mano delle banche centrali. Per assurdo, quantomeno nella prima parte dell’inversione di tendenza, i tassi dovrebbero salire a causa di un’economia che sta crescendo bene e quindi, la FED, onde evitare un surriscaldamento dell’inflazione, decide di aumentare il costo del denaro. In questa fase, quindi, l’economia tira, gli utili aziendali aumentano e quindi le borse “continuano a salire”. Ma sarà così anche stavolta? E soprattutto è così “matematica questa relazione?
In realtà le cose possono stare in modo molto diverso.
E ve lo dimostro con questi grafici, un po’ datati ma molto realistici perché illustrano ciò che è realmente successo nella storia.Vi illustrerò quattro scenari dove tassi di interesse e borse hanno reazioni decisamente diverse e contrastanti.

Grafico 1: tassi in ribasso ma borse…in ribasso

equity down rates down INTERMARKET analisys

In tutti questi grafici appena illustrati, i tassi di interesse sono diminuiti, e in due di questi casi sono andati fino a zero! Gli investitori dovrebbero avere scambiato tutte le loro obbligazioni in azioni, visto che il rendimento delle stesse sarebbe stato più attraente, ma non l’hanno fatto. Anzi, hanno continuato a comprare sempre più bonds! Che mai? Se guardate le date capirete che si tratta si scenari MOLTO particolari, con economie che “implodono” , borse che crollano, caos assoluto sui mercati (quello che le banche centrali oggi vogliono evitare) con frenata degli impieghi e conseguente crisi del settore del credito con richieste di mutui al lumicino. Ci si chiude a riccio e si cerca la massima difesa.

Grafico 2 : tassi in rialzo e… borse in rialzo.

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Come vedete si prende in esame un periodo molto noto, quello antecedente alla crisi subprime. Poi…vi ricordate cosa è successo? E’ stata la bolla della liquidità che ha portato molti mutui ad essere troppo cari e sempre più difficilmente esigibili. Ora se i tassi dovessero riprendere a salire, cosa potrebbe succedere al mercato del debito? Ecco perché un aumento dei tassi, oggi, con una crescita economica asfittica e troppo legata alla politica monetaria fa paura anche alla stessa Yellen. Ma solo un miracolo potrebbe evitare, nei prossimi sei mesi, un primo aumento dei tassi.

Grafico 3: tassi in discesa con borse in rialzo

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Il grafico proposto non è attuale (così vedete che quanto sta succedendo non è così nuovo sui mercati) però in questa slide starebbe benissimo anche un grafico dei giorni nostri.

Grafico 4: tassi in salita e borse in discesa

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Scenario diametralmente opposto a quello precedentemente descritto. E se notate c’è una continuazione tra il grafico 3 e 4, ovvero il periodo 1974-1976 e poi 1976-1978.
Alla mente viene subito la folle idea di paragonare quel momento storico con la realtà attuale. Visto appunto l’interventismo delle banche centrali, in accordo con le grande banche internazionali. lo ritengo molto difficile ma NON impossibile.

CONCLUSIONI: L’unica cosa che bisogna avere ben presente è il fatto che NON esistono più scenari preconfezionati. Ogni storia, oggi, deve essere analizzata anche in ambito intermarket andando al di fuori delle solite logiche, proprio perché non ci sono solo i soliti attori (commodity, bonds, equità, forex, inflazione..) ma c’è anche l’interventismo e la bolla della liquidità delle banche centrali, che per carità, ci sono sempre state e sempre sono intervenute sui mercati, ma mai in modo così invasivo. Con tutti i pro (che stiamo vivendo) ed i contro ( che ci possiamo solo immaginare) che ne derivano.

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IL CAPITALELIBRO I SEZIONE VII IL PROCESSO DI ACCUMULAZIONE DEL CAPITALE LA COSIDDETTA ACCUMULAZIONE ORIGINARIA . CAPITOLO 24

http://www.controappuntoblog.org/2012/09/08/il-capitalelibro-i-sezione-vii-il-processo-di-accumulazione-del-capitale-la-cosiddetta-accumulazione-originaria-capitolo-24/

Karl Marx . Banche e debito pubblico

http://www.controappuntoblog.org/2012/09/08/karl-marx-banche-e-debito-pubblico/

LA FUNZIONE DEL CREDITO NELLA PRODUZIONE CAPITALISTICA : Karl Marx

http://www.controappuntoblog.org/2012/08/12/la-funzione-del-credito-nella-produzione-capitalistica-karl-marx/

il banchiere liberale Laffitte, lasciava cadere queste parole

http://www.controappuntoblog.org/2012/09/08/il-banchiere-liberale-laffitte-lasciava-cadere-queste-parole/

Nicolaus of Cusa: Quadrature of the Circle …..La quadratura .

Hilferding, Rudolf – Das Finanz kapital , IL CAPITALE .

Il ciclo di accumulazione e catastrofe del capitalismo mondiale

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