La linea di condotta die Maßnahme

la trama delinea infatti la volontà di Brecht di presentare in forma scenica le ‘linee di condotta’ fondanti il pensiero di Lenin in cui violenza e terrore sono possibili come logica conseguenza della lotta di classe.

La linea di condotta (die Maßnahme) è il primo vero e proprio dramma didattico (Lehrstück) di Bertolt Brecht, scritto nel 1930, al quale ne seguirà nello stesso anno un secondo: “L’eccezione e la regola” (“die Ausnahme un die Regel”).

La stesura di questi innovativi drammi si può attribuire alla totale conversione dell’autore all’ideologia marxista, avvenuta definitivamente tra il 1928-1929. Fu questo passaggio infatti a portare nell’opera brechtiana una svolta in senso pedagogico. Se fino a poco prima le sue opere si erano limitate a porre lo spettatore di fronte a fatti contemporanei concreti con la speranza che quest’ultimo ne deducesse autonomamente le proprie conclusioni e fosse magari invogliato ad agire, adesso Brecht, nei suoi Lehrstücke, inserisce un suggerimento, un’indicazione da accogliere rispetto al modo in cui agire per cambiare il mondo che ci circonda. Un chiaro esempio di quanto appena detto lo troviamo proprio in “die Maßnahme” che, in quanto vero e proprio esempio di propaganda comunista, scatenò un’accanita polemica da parte di tutti i fronti, tanto che Brecht, dopo il debutto dell’opera a Berlino, fu costretto a vietarne ulteriori rappresentazioni. La trama è semplice: quattro agitatori politici provenienti da Mosca si trovano a dover giustificare di fronte a un coro di controllo l’uccisione di un giovane compagno durante una missione svolta in Cina. Per farlo questi ripercorrono, recitando, l’intera vicenda, con il fine di mostrare al coro la condotta della vittima ed essere poi giudicati. Gli agitatori si sono ritrovati a compiere questo gesto estremo dopo che la loro impresa era stata definitivamente mandata a monte dal giovane compagno, il quale aveva voluto incoraggiare prematuramente una rivolta mostrando persino la propria identità. A rendere il compagno non adatto alla missione politica è la sua eccessiva pietà, egli cede di continuo ai propri sentimenti personali i quali finiscono per prendere totalmente il sopravvento sulla ragione, facendogli così perdere di vista gli scopi e gli obiettivi della sua attività. Il coro di controllo alla fine approverà il gesto dei quattro agitatori, i quali hanno agito nell’interesse della propaganda e della lotta politica. Nell’opera sono presenti numerosi riferimenti all’ideologia comunista, il monito che Brecht mirava a dare in questo caso risulta evidente.

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La lettura delle opere di Carl Marx.
Brecht nel 1926 cominciò a leggere  “Il capitale” di Carl Marx e scoprì una nuova ideologia e una nuova filosofia che lo affascinò e lui accettò queste nuove idee guardando sempre più con occhi disincantati l’ascesa del nazismo di Hitler.
Ecco come Frederic Ewen descrive questa svolta:<<L’influenza della lettura di quelli che Brecht chiama i “classisi” – Marx, Engels, Lenin – comincia già a manifestarsi nei suoi scritti e nelle sue speculazioni. Egli chiede che si esamini più da vicino come il dramma è radicato nella “base della società”, cioè nell’ambiente sociale. Spera in un teatro che crei la “sovrastruttura ideologica” per l’effettivo e reale cambiamento del nostro attuale modo di vivere. Anche le sue abituali associazioni erano sconvolte e in crisi. Cominciò a considerare i suoi drammi dal nuovo punto di vista:
Quando lessi Das Kapital compresi le mie opere. È ovvio che io desideri un’ampia diffusione di questo libro. Naturalmente non scoprii di aver incosciamente scritto un’intera serie di drammi marxisti, ma Karl Marx fu l’unico spettatore dei miei drammi che io abbia sempre tenuto presente. Un uomo dagli interessi di Marx avrebbe senz’altro apprezzato i miei testi, e non per la loro intelligenza, ma per la sua. Ora, con questi nuovi strumenti, Brecht riesamina Un uomo è un uomo e il problema della trasformazione.>>. ( F. Ewen Capitolo VIII pagine 138 139).
Anche la situazione della Germania si faceva sempre più critica  dopo il crollo di Wall Strett, perché i disoccupati tedeschi aumentarono in modo vertiginoso e il pericolo del nazismo si faceva sempre massiccio e incombente.
Eco come Frederic Ewen descrive un episodio che avvicinò Brecht ancor di più al marxismo:<< Sternberg e Brecht furono insieme testimoni degli scontri che ebbero luogo fra operai e polizia il primo maggio 1929. E’ ancora Sternberg che scrive: <<“Dalla mia finestra potevamo vedere distintamente operai e polizia. Anche Brecht rimase affacciato e vide come la polizia disperdeva e caricava i dimostranti. A quanto ci constava, essi erano disarmati, ma la polizia aprì il fuoco più e più volte. In un primo momento pensammo che fossero solo colpi di avvertimento. Ma ben presto vedemmo dei dimostranti cadere e poi essere condotti in barella. Se ben ricordo, ci furono a Berlino 20 morti. Quando Brecht sentì la sparatoria e vide che degli esseri umani venivano uccisi, impallidì: non l’avevo mai visto così pallido. A mio avviso quest’esperienza influì molto sul suo graduale avvicinamento ai comunisti. Più tardi attraversammo in macchina Berlino. I poliziotti furono insolitamente cortesi con noi, perché avevamo un’automobile e, come uno di loro osservava, non appartenevamo alla “plebaglia”. Il fatto che dei lavoratori che dimostravano in occasione del primo maggio fossero chiamati “plebaglia” dalla polizia era qualcosa che Brecht non avrebbe mai più dimenticato. Persino dieci anni dopo, quando eravamo entrambi in esilio, egli avrebbe rievocato quell’episodio”.>>. ( da F. Ewen capitolo X pagina 157).
Ecco come Frediric Ewen descrive il passaggio definitivo di Brecht al marxismo e al comunismo:<< Poi, con in mano una nuova bussola, cominciò a governare la barca malsicura della sua individualità, in modo ancora incerto ma con una direzione ben precisa. Aveva cominciato a capire che il caos era la società, e che la società era costituita da uomini e da donne, integrati o no nella società, mossi da forze controllabili da esseri umani. La vela che stava manovrando l’avrebbe fatto giungere in porto, purché egli conoscesse i venti e le correnti e sapesse tenere il comando dell’imbarcazione. Ora, nel 1930, veleggiava sicuro verso la terraferma>>.( da F. Ewen capitolo X pagina 168 169)

4) L’avvedutezza di saper scegliere coloro nelle cui mani la verità diventa efficace.

Importante per quelli che scrivono è trovare il tono giusto per dire la verità. Quello che comunemente si ode è un tono molto mite e lamentoso, il tono di chi non sarebbe capace di fare male a una mosca. Chi lo ode e si trova in miseria non può che diventare ancora più miserabile. Così parlano gli uomini che forse non sono nemici ma certo non sono dei compagni di lotta. La verità è combattiva, non solo combatte la menzogna, ma anche quelle determinate persone che la divulgano. (pagina 124).

5) L’astuzia di divulgare la verità fra molti.
Perché in un’epoca come la nostra continui ad essere possibile l’oppressione che permette a una parte della popolazione (la meno numerosa) di sfruttare l’altra (la più numerosa), è indispensabile da parte della popolazione un ben atteggiamento di fondo che investa tutti campi. …Hegel, il filosofo dello stato prussiano, occupato in ardue indagine nel campo della logica, ha fornito a Marx e a Lenin, i classici della rivoluzione proletaria, metodi di inestimabile valore. …I potenti nutrono una forte ostilità nei riguardi dei grandi mutamenti.
Vorrebbero che tutto restasse com’è, possibilmente per mille anni. La cosa migliore sarebbe che la luna si fermasse, che il sole non girasse più! Allora a nessuno verrebbe fame e nessuno pretenderebbe di cenare la sera. Dopo che hanno sparato loro, il nemico non dovrebbe più avere il diritto di sparare, vorrebbero che il loro colpo fosse l’ultimo. Considerare le cose mettendo in particolare rilievo il loro lato transitorio è un buon sistema per rianimare gli oppressi. Mostrare che in ogni cosa, in ogni condizione, sorge e si sviluppa una contraddizione; anche questo è un fatto che bisogna opporre ai vincitori. Un simile modo di ragionare ( cioè la dialettica e la dottrina del flusso delle cose) si può adottare per settori di ricerca che per qualche tempo sfuggono ai potenti. La dipendenza di ogni cosa da molte altre che mutano di continuo è un pensiero pericoloso per le dittature e lo si può presentare in molti modi senza offrire appigli alla polizia. (pagina 129).

Riepilogo.
La grande verità della nostra epoca è questa: il nostro continente sta sprofondando nella barbarie perché i rapporti di proprietà dei mezzi di produzione vengono mantenuti con la violenza. Dobbiamo dire che degli uomini vengono torturati perché i rapporti di proprietà rimangono immutati. Certo , se lo diciamo, perderemo molti amici che sono contrari alla tortura perché credono che i rapporti di proprietà si possono mantenere senza di essa (il che non è vero)>> . (pagina 130).
Questo scritto insieme ad altri degli stessi anni potrebbe essere considerato il Manifesto della poetica marxista e potrebbe contrapporsi al Manifesto della poetica dell’ermetismo che nel 1938 Carlo Bo scrisse con il titolo Letteratura come vita e che è il manifesto della borghesia e del mondo capitalistico e soprattutto del fascismo.

http://www.biagiocarrubba.it/public/press/index.php?entryid=57


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