Un romanzo verità che pubblica un elenco introvabile nelle istituzioni di 610 italiani morti nelle miniere del Belgio dal 46 al 73. Analizza anno per anno le vicende italiane e belghe relative all’emigrazione, racconta storie di minatori, presenta foto e documenti anche inediti, dedica pagine alla silicosi e all’italofobia nel mondo.
A settant’anni dalla firma del primo accordo tra Italia e Belgio (23 giugno 1946), che finì per portare complessivamente circa 65.000 nostri connazionali in fondo alle miniere belghe (accordo poi ridefinito “braccia in cambio di carbone), l’evento vuole essere un’occasione per riflettere sulla triste realtà del lavoro in miniera e sulla difficile vita dei minatori, molti dei quali partiti dalla provincia di Belluno verso svariate destinazioni. In particolare, si vuole riportare a galla una questione rimasta perlopiù nascosta, ossia quella dei numerosi italiani (e tra essi diversi bellunesi) deceduti sul lavoro, a causa di incidenti nelle miniere, o a seguito del lavoro – e per cause ad esso collegate – per via della silicosi. L’iniziativa prevede, pertanto, due momenti: la presentazione del libro “Carne da Miniera. Le storie e le stragi degli italiani invisibili nelle miniere del Belgio dal 1946 al 1973″, di Walter Basso, giornalista, scrittore ed editore padovano. Un libro che oltre a riportare per la prima volta un elenco di nomi pressoché completo degli italiani deceduti in incidenti nelle miniere del Belgio, ricostruisce il quadro del vissuto nelle miniere, di “quel mondo al rovescio dove il cielo non è spazio vuoto e libertà di respiro ma una coltre immensa di terra e roccia”, come scrive l’autore; la proiezione, con il commento di Mirco Melanco, regista, documentarista e docente universitario presso il DAMS di Padova, dei documentari di Giuseppe Taffarel: “Via Crucis”, girato tra Sospirolo, Cesiomaggiore e l’Agordino, che approfondisce il problema della silicosi attraverso la testimonianza di un bambino che appena può, e di nascosto, rimane per ore seduto sulla tomba del povero padre di cui non ha memoria, ma di cui sente la voce; e “Il ritorno di Barba Giovanni”, dove il protagonista è un ex-minatore di Marcinelle in Belgio, malato di silicosi e ritornato al suo paese di origine in seguito alla morte della moglie sofferente di cuore che lo aveva sempre aspettato con trepidazione, anche dopo la morte del figlio Bepi. Barba Giovanni, rimasto in compagnia della sola malattia, vivrà in quel luogo natio, carico di ricordi nostalgici, ben conscio che la sua triste realtà sarà tale fino alla fine