Agnès Varda : “Cléo de 5 à 7”.

“Cléo de 5 à 7”. Restaurato. Ad Agnès Varda con amore

23 maggio 2012

Mi fa sempre un effetto strano rivedere “Cléo de 5 à 7 – Cleo dalle 5 alle 7” di Agnès Varda. Sebbene sia uno dei film che ho visto più volte nella mia vita, mi sembra una cosa diversa ogni volta. La mia memoria sposta gli episodi avanti e indietro e mi fa strani scherzi. È uno dei miei film del cuore: la prima volta che andai a Parigi ci cercai inutilmente le atmosfere di quel film, delle camminate e delle traversate in auto della ragazza. Oggi l’ho rivisto a Cannes, dove fu presentato nel 1962, 50 anni fa. È una copia magnificamente restaurata, con un sonoro spettacolare. Ovviamente è stato proiettato alle 5, nella sala del Soixantième del Festival. Thierry Fremaux ha introdotto e c’era naturalmente Agnès. È come la incontrai due anni fa da lei a Parigi, un’inafferrabile minuscola goccia di mercurio. Un’energia incredibile, lei che il 30 maggio compie 84 anni e ha una pettinatura che solo lei può permettersi.
Buio. Non si può non entrare subito in sintonia con la giovane cantante Florence, detta Cléo diminutivo di Cleopatre. Inizia con le uniche immagini a colori, facendosi leggere le carte da una cartomante. Segni che non promettono nulla di buono per lei, angustiata dall’attesa delle analisi mediche: teme di avere un tumore. Cerca di ingannare il tempo a passeggio per Montmartre, passa da un’amica, il giro per Parigi si allunga, passa da casa, ha l’ennesima conferma che il suo amante è un po’ freddo. Prova una canzone, si cambia dal vestito bianco a quello nero, si trasforma (si toglie pure la parrucca) ed esce di nuovo. Guarda Parigi come se la vedesse per la prima volta, si sofferma sull’ingoiatore di rane vive, si spaventa per l’uomo che si infila spuntoni nel braccio. Va con l’amica modella dall’amante di lui, che fa il proiezionista di un cinema e gli mostra quel corto delizioso che è un omaggio a cinema muto, a Buster Keaton, Chaplin e ai Lumière con Jean-Luc Godard e Anna Karina. Attraversando il parco di Montsouris incontra un giovane soldato che sta per ripartire per l’Algeria. Entrambi hanno paura per ciò che li aspetta, parlano di tutto e nulla, di vita, arte e cinema (“non leggo mai le critiche prima di vedere un film” dice Clèo). Mi accorgo che stasera la canzone “Sans toi” che Corinne Marchand canta in primo piano è ancora più ammaliante e straziante. Mi sorprendo ancora ad entusiasmarmi quando prova i cappellini, in apprensione quando nel bar seleziona la sua canzone nel juke-box, mi commuovono le vecchie per strada con baguette sotto il braccio. Mi accorgo che quel cameracar azzardato del finale è magnifico. Mi accorgo che questo film è di un’attualità sconvolgente. Ho la conferma che quella maga di Agnès riesce sempre a toccare i cuori delle persone, i suoi racconti sembrano non rispettare nessuna regola ma ha una capacità di affabulare speciale. Ho la conferma che mi fa sempre piacere quando nei film stranieri si parla bene dell’Italia, in questo caso di Botticelli e Firenze. Tra l’altro il film fu coprodotto da Carlo Ponti.
Scopro che anche stavolta mi viene da piangere in più momenti. Il finale del film è per me sempre liberatorio, anche se starei a vedere anche Cleo dalle 5 alle 5 del giorno dopo. Peccato solo che la visione mi sia stata disturbata dal pensiero che sarei dovuto essere altrove, a scrivere. Che vedersi un film così in un festival come Cannes sia concedersi un lusso troppo grande, fuori dal ritmo frenetico di proiezioni stampa, conferenze e articoli in serie. Chiedo anch’io una foto alla bella Cleo e la porto con me. La sala stampa non è l’Algeria, ma certe volte somiglia a una trincea.
“Cleo” è un film magnifico, un film che ti segna. Un film che non smetterà mai di palpitare.

Aggiungo la scheda del film dal mio libro “Agnès Varda. Cinema senza tetto né legge” (Le Mani, 2010)

Cléo de 5 à 7 (Cleo dalle 5 alle 7)
Regia, sceneggiatura e dialoghi: Agnès Varda. Aiuto registi: Marin Karmitz, Bernard Toublanc-Michel. Fotografia(35mm – bianco e nero/colore): Paul Bonis, Alain Levent, Jean Rabier. Montaggio: Janine Verneau, Pascale Laverrière. Scenografia: Jean-François Adam, Bernard Evein, Edith Tertza. Costumi: Alyette Samazeuilh. Suono: Julien Coutelier, Jean Labussière. Musica: Michel Legrand (canzone: testo di Agnés Varda, musica di Michel Legrand). Interpreti: Corinne Marchand (Florence, detta “Cléo Victoire”), Antoine Bourseiller (Antoine), Dominique Davray (Angèle), Dorothée Blank (Dorothée), Michel Legrand (Bob, il pianista), José Luis de Villalonga (l’amante), Loye Payen (Irma, la cartomante), Lucienne Marchand (la tassista), Serge Korber (il paroliere), Robert Postec (il dottor Valineau), Raymond Cauchetier (Raoul, il proiezionista), Jean-Claude Brialy (l’infermiere), Eddie Constantine (l’uomo che annaffia), Georges de Beauregard (il conducente di carro funebre e d’ambulanza), Danièle Delorme (la venditrice di fiori), Fernande Engler (la ragazza al caffè), Sami Frey (il becchino), Jean-Luc Godard (l’uomo con gli occhiali da sole), Yves Robert (il venditore di fazzoletti), Alan Scott (il marinaio), Jean-Pierre Taste (il cameriere del caffè), Renée Duchateau, Arthur Brunet. Produzione: Georges de Beauregard, Carlo Ponti per Ciné Tamaris/Rome Paris Films. Distribuzione: Athos Films/Ciné-Tamaris.
Durata: 90’. Origine: Francia/Italia, 1961.

La cantante Florence, nota col nome d’arte di Cleo, aspetta l’esito di un importante esame medico che dovrebbe dirle se è gravemente malata o no. L’attesa è snervante, tanto più che la donna è convinta di avere i giorni contati, e il fatto di dover fronteggiare per la prima volta nella sua vita il pensiero della morte la inquieta molto. Per questo, decide di passare le due ore che rimangono al ritiro del referto passeggiando per le strade del suo quartiere, Montmartre. Nel corso della passeggiata, guarda a quanto le sta intorno con occhi diversi, notando cose che non ha mai notato prima. Fa una capatina al Café du Dôme, poi va a trovare Dorothée. una sua amica che fa la modella nello studio di un pittore. Insieme, escono a fare delle commissioni. Assistono alla fine di un film e, purtroppo, a un grave incidente stradale. Separatesi, Cleo si ritrova di nuovo sola. Attraversando il parco di Montsouris, si lascia avvicinare da un giovane soldato in licenza, Antoine. I due fanno amicizia; quindi lui si offre per accompagnarla all’ospedale.

“Cléo de 5 à 7”. Restaurato. Ad Agnès Varda con amore

 

Sans toit ni loi : AGNES VARDA by nytimes

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