AL CANE DI KACALOV
Dammi, Jim, la zampa come portafortuna,
io non ho mai visto una zampa simile.
Latriamo assieme al cospetto della luna
al tempo silenzioso, senza rumore.
Per favore, caro, non leccare.
Comprendi assieme a me almeno le cose più semplici.
Tu non sai che cosa è questa vita,
tu non sai che vale la pena vivere al mondo.
Il tuo padrone è caro e famoso,
ci sono a casa sua tanti amici
e ciascuno, sorridendo, si ostina
ad accarezzarti lungo il setoso pelo.
Come cane, sei diabolicamente bello
con una tale dolce e fiduciosa simpatia
e, senza chiedere a nessuno un goccetto,
come un amico ubriaco, ti allunghi a baciare.
Mio caro Jim, tra i tuoi ospiti
ce n’erano così tanti, di ogni tipo.
Ma quella che tra tutti è la più silenziosa e triste
non è passata per caso quaggiù?
Lei verrà, ti do un compito.
E senza di me, fissando in lei lo sguardo,
leccale la mano delicata al posto mio
per tutto quello di cui sono e non sono stato colpevole.
(1925)
SERGEJ ALEKSANDROVIČ ESENIN – traduzione a cura di Donata De Bartolomeo
nel 2015 ricorrono novant’anni dalla morte di Sergej Aleksandrovič …