Mercoledi 16 dicembre Sciopero nazionale sanità – qualche post tagli sanità….

Le ragioni della protesta Mercoledi 16 dicembre Sciopero nazionale sanità Mercoledi 16 dicembre sciopero generale della sanità italiana, per la prima volta si fermano medici di famiglia, ospedalieri e addetti degli ambulatori: il governo cambi registro o il sistema sanitario nazionale muore, dicono i sindacati, questa volta compatti. Colloquio con Domenico Iscaro, presidente di ANAAO ASSOMED Tweet 15 dicembre 2015 Presidente quali sono le ragioni di questo sciopero? Ci arriviamo dopo medi si proteste, tentativi di dialogo andati a vuoto, promesse non mantenute: la verità è che la sanità non rientra nelle priorità del Governo, e noi che negli ospedali, negli ambulatori, nei nostri studi di medici di famiglia non possiamo e non vogliamo permetterlo. Il Sistema Sanitario nazionale è una conquista che il mondo ci invidia, che in questi decenni ha garantito agli italiani la vita media più lunga al mondo, ma in queste condizioni si stanno accumulando i processi che porteranno alla sua dissoluzione. A pagare siamo noi, ma anche i cittadini. Nello specifico, quali sono i problemi che secondo voi non vengono affrontati? Sono anni che la sanità è il bancomat della finanza pubblica, tra tagli e mancati finanziamenti le risorse sono sempre più scarse: col risultato che in molte regioni non si riesce più a garantire neppure i Livelli essenziali di Assistenza. Posti letto tagliati, riduzione di beni e servizi, ridimensionamento dell’offerta che costringe milioni di persone a spostarsi dal proprio luogo di residenza, per ottenere una prestazione. Pensi solo agli screening oncologici, che hanno permesso di abbattere la mortalità per esempio per il tumore al seno: se si ha la fortuna di vivere in Lombardia o in qualche altra regione del nord c’è una alta probabilità di avere una diagnosi precoce, in troppe parti del Paese purtroppo no. Lo scorso 29 di Novembre è entrata in vigore la nuova disciplina sugli orari di lavoro dei medici, in recepimento parecchio tardivo di una direttiva europea: lo slogan è stato che un medico stanco non garantisce sicurezza e qualità della prestazione. Cosa è cambiato? Assolutamente niente, come c’era da aspettarsi. D’altronde, con le risorse umane attuali, se non si supera il blocco del turn over con nuove assunzioni ovviamente è impossibile mantenere i servizi riducendo l’orario di lavoro. Tra le ragioni di questo sciopero c’è anche questo: oggi i buchi vengono tappati da una grande disponibilità di ognuno di noi, a costo di sacrifici inimmaginabili, e con giovani medici costretti a farlo con contratti precari, un lavoro sottopagato che va dagli 800 ai mille euro al mese. Sono professionisti che hanno nelle loro mani la salute, a volte la vita di decine di malati: questo sfruttamento deve finire. Sembra sia in bilico l’emendamento alla legge di bilancio che avrebbe dovuto permettere l’assunzione di 6000 tra medici ed infermieri. Esatto, come pure le norme sulla responsabilità professionale, da cui dovevano arrivare i 300 milioni necessari a quelle assunzioni. Medici costretti a turni di lavoro impossibili, sottopagati, senza contratto stabile, e sulla testa il rischio costante di essere trascinati in tribunale per cause nella maggior parte poi vengono dichiarate pretestuose ma intanto aumentano le assicurazioni professionali: anche questi sono i motivi dello sciopero. Voi parlate di un rischio privatizzazione della sanità italiana, in che senso? I conti sono presto fatti: se nel pubblico diminuiscono le prestazioni, aumentano le liste d’attesa, abbiamo macchinari spesso obsoleti o che non funzionano, ed i ticket sono sempre più salati, il risultato è che chi può si rivolge ai privati. Stiamo andando incontro ad una sanità per i poveri ed una per chi può permettersi di pagare, e questo noi non lo vogliamo. Cosa succede mercoledì? Fatte salve le emergenze, questo sarà il primo sciopero nazionale che vede compattamente uniti proprio tutti gli operatori della sanità, quindi salteranno gli interventi programmati, resteranno chiusi ambulatori e studi dei medici di medicina generale. Sappiamo che il disagio per i nostri pazienti ci saranno, e ovviamente non ci fa piacere: ma questo è uno sciopero che facciamo innanzitutto pensando a loro. E dopo? Noi speriamo in uno scatto di comprensione da parte del governo, ma se non ci ascoltano ovviamente la mobilitazione dovrà continuare. –

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Sciopero-nazionale-sanita-f88ad2b4-1428-4f61-a2e4-8632d4988312.html


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