Fotoracconto : La bellezza sfregiata dalla Grande Guerra

Fotoracconto

Antonio Canova, Le Grazie. Foto di Stefano Serafin, 1918

La bellezza sfregiata dalla Grande Guerra

Apre a Possagno la mostra Antonio Canova. L’arte violata nella Grande Guerra (dal 25 luglio 2015 al 28 febbraio 2016), esposizione di gessi martoriati dai bombardamenti della prima guerra mondiale, provenienti dalla Gipsoteca canoviana e dall’intero corpus di immagini fotografiche di Stefano e Siro Serafin scattate nell’immediato dopoguerra. Inoltre, a cent’anni dal rilevamento fotografico realizzato dai Serafin, lo sguardo di due fotografi ritorna oggi sulle opere ferite di Canova, quello di Guido Guidi e Gian Luca Eulisse.

La Ebe di Canova, gravemente ferita dalla guerra, torna qui a rinascere dopo uno straordinario restauro integrativo.

Testi: Chiara Mezzalira

Antonio Canova, La Musa Polimnia. Foto di Stefano Serafin, 1918

Antonio Canova, Maddalena Penitente. Foto di Stefano Serafin, 1918

Napoleone Bonaparte. Foto di Stefano Serafin, 1918

Venere e Marte. Foto di Stefano Serafin, 1918

Nel giardino della casa-gipsoteca di Canova, ai piedi del Grappa, teatro della Grande Guerra, i soldati francesi giocavano a calcio con un pallone unico al mondo: la testa di Paolina Bonaparte scolpita dal Canova.

Sfregio e indifferenza, irrisione all’arte e alla bellezza, come lo furono i
cannoneggiamenti del 1917, documentati dalle immagini fotografiche dei fratelli Serafin, soprattutto di Stefano. Riunite in un piccolo album con la copertina ricamata, quelle foto sono oggi patrimonio della Gipsoteca canoviana, mentre le lastre originali sono conservate al Foto Archivio Storico Trevigiano.

Per la prima volta, gli originali vengono esposti, tutti insieme, proprio nel luogo dove furono scattati.

Da sempre la guerra si è fatta beffa dell’arte, minacciando, distruggendo, dando alle fiamme, saccheggiando. I corpi bianchi di gesso squartati e amputati diventano icona di quella inarrestabile violenza. Non sono diversi dalle immagini delle distruzioni di Hatra o di Nimrud, in Iraq, o dei Buddha di Bamiyan in Afghanistan.

Molti dei Canova violati dalla guerra non sono mai più stati esposti. In questo secolo, diverse opere sono state restaurate, molte altre, invece, sono rimaste sepolte nei depositi. Non dimenticate, escono per la prima volta proprio in occasione di questa mostra, riunite in un’ampia sezione, come reliquie di una bellezza sfregiata.

A Possagno sono conservati sia il modello originale quanto la replica in gesso dell’effigie di Ebe, coppiera degli dei, entrambi pesantemente dilaniati dal bombardamento del ’17. Il resturo del gesso è stato reso possibile grazie al Museo di San Domenico di Forlì, che ha autorizzato l’utilizzo dei dati matematici per la produzione in stampa a 3D delle parti mancanti. Lo stesso procedimento era già stato sperimentato con successo su Paolina Bonaparte, sulla Danzatrice con i cembali, sul Principe Lubomirski e Le Grazie.

A un’ampia documentazione fotografica dello scempio di cui sono tutt’ora testimonianza tragica le opere dilaniate del Canova, la mostra affianca dunque un’immagine di speranza: la rinascita della magnifica Ebe, che ritrova dopo un secolo la dignità perduta.

Antonio Canova, Naiade. Foto di Stefano Serafin, 1918

http://www.unipd.it/ilbo/bellezza-sfregiata-dalla-grande-guerra?dettaglio=yes

Aosta : Canova arte e memoria , 5 Giugno – 11 Ottobre 2015

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