Proverbs, chiefly taken from the Adagia of Erasmus, with …
Erasmo da Rotterdam
Adagia di guerra, pace, saggezza, follia
Ci sono bestie alla cui incolumità Dio ha provveduto donando loro la velocità,
come nel caso delle colombe; bestie a cui ha invece affidato l’arma del veleno.
Quasi tutti questi animali, inoltre, hanno ricevuto un aspetto tremendo e ferino,
occhi spaventosi, voci stridule; e poi Dio ha suscitato in essi un naturale odio
reciproco. Solo l’uomo è stato messo al mondo nudo, debole, indifeso, dotato
di tenere membra e di pelle sottile. Nel suo corpo nulla sembra essere stato
pensato per la battaglia o per la violenza. Per non dire che gli altri animali,
quasi appena nati, sono in grado di provvedere alla propria sopravvivenza:
solo l’uomo è stato concepito in modo da dipendere a lungo dal sostegno dei
genitori.
Quando nasce, non sa parlare, non sa camminare e non sa procurarsi il cibo:
sa solo chiedere aiuto con i vagiti, sicché se ne deduce che è il solo animale
nato esclusivamente per l’amicizia, che si fonda e si rinsalda a partire dai servigi reciproci. La natura ha voluto che l’uomo non le fosse debitore della vita: ha preferito che egli dovesse la vita alla benevolenza, affinché comprendesse di essere stato concepito per provare gratitudine e per sentirsi legato agli altri uomini.
Dunque gli ha dato un aspetto non tremendo e orribile, come alle altre bestie,
ma mite e placido, che dimostra a prima vista l’inclinazione all’amore e all’amicizia. Gli ha dato uno sguardo rassicurante, che è specchio della sua anima. Gli ha dato braccia per abbracciare e labbra per baciare, affinché con il bacio gli uomini, per così dire, si congiungessero gli uni agli altri anche con l’animo. L’uomo soltanto può ridere, segno di vivacità, e può piangere, segno di clemenza e di misericordia. E ha avuto in dono una voce diversa da quella degli animali, non minacciosa e feroce, ma amichevole e pacata. Non contenta di ciò, infine, la natura ha attribuito all’uomo la parola e la ragione, che più di ogni altra cosa ha il potere di suscitare e accrescere la benevolenza e di evitare che gli uomini usino la violenza.
Una monumentale opera di erudizione dove la cultura umanistica di Erasmo trova la più alta espressione che mette a frutto la lezione degli antichi e la consegna a noi in tutta la sua modernità.
Traduzioni e commento di Nunzio Bianchi, Davide Canfora, Giuseppe Carlucci, Valentina Cuomo, Maria Evelina Malgieri, Claudio Schiano, Elisa Tinelli
Per diversi decenni, Erasmo da Rotterdam (1466-1536) raccolse proverbi e detti provenienti dalla cultura classica, soprattutto greca. Ne individuava la fonte, gli autori che li avevano utilizzati, le variazioni registrate nel corso del tempo, la capacità di sopravvivenza; ne commentava infine il significato e le varie interpretazioni. Sono i celebri Adagia: un remoto preannuncio di enciclopedismo illuministico. In Erasmo l’esame filologico diventa critica dei motivi civili dei suoi tempi, e i suoi tempi diventano lo specchio di un’umanità universale da osservare con occhio tollerante e acuto. Così gli Adagia costituiscono i frammenti di una meditazione antropologica e morale di spessore filosofico, da contrapporre, come un muro di difesa, alla stupidità e alla crudeltà dei tempi.
«Gli Adagia – scrive il curatore – appaiono un arsenale della parola. La parola può appunto contrastare la brutalità e la guerra, può alleviare la pazzia diffusa e trasformarla in sapienza. Raccogliere motti, parole, frasi è lo strumento di difesa di cui l’umanista spera di potersi servire per illuminare il mondo. In questo, si può dire, gli Adagia sono un libro accostabile alla grande tradizione novellistica tardomedievale e umanistica, che a sua volta traeva ispirazione dalle raccolte aneddotiche del passato. Il lavoro di Erasmo è forse il più efficace anello di congiunzione tra tradizione e modernità. Una sintesi non ovvia e non facile, che appare assolutamente speculare allo spirito dei tempi in cui Erasmo visse e dei tempi che seguirono alla sua lezione: tempi di divisioni profonde e di spargimenti di sangue; tempi di proibizioni e censure, di guerra mossa dall’ortodossia ai libri cosiddetti nocivi e alla libera circolazione delle idee».
Degli oltre quattromila commenti che compongono l’opera erasmiana nella sua interezza, abbiamo rintracciato in questa antologia come filo conduttore gli aforismi che hanno come tema la guerra e la pace, la saggezza e la follia: in un accorpamento evidentemente improntato all’ispirazione di chi scrisse l’Elogio della Follia.
http://sellerio.it/it/catalogo/Adagia-Guerra-Pace-Saggezza-Follia/Rotterdam/5520