Industrial Soundtrack For The Urban Decay – documentario


Premiere del documentario “Industrial Soundtrack For The Urban Decay” al BFI di Londra e nuovo mixtape

L’8 maggio 2015 al BFI Southbank di Londra si terrà la world premiere del documentario sulla musica e sulla cultura Industrial, Industrial Soundtrack For The Urban Decay, realizzato da Amélie Ravalec e Travis Collins, da noi già intervistati in esclusiva italiana. Il 17 maggio ci sarà anche una seconda proiezione (subito sold-out) a Londra, all’ICA, luogo storico che ha ospitato le prime performance di SPK, Cabaret Voltaire, COUM Transmission, Throbbing Gristle e Clock DVA. Il 9 maggio il film sarà proiettato anche a Manchester al Band on the Wall.

Il film sarà presentato anche in USA a Los Angeles, Philadelphia, Phoenix, Portland e San Francisco, e in Europa in Svezia (al cinema Bio Roy di Göteborg) e in Irlanda (al Belfast Film Festival). Molte altre proiezioni europee sono in arrivo e saranno annunciate a breve. Qui trovate le date e i luoghi delle proiezioni confermate.

Per commemorare l’occasione, dopo l’ottimo mixtape realizzato da Ancient Methods, oggi Orphx (duo techno industrial formato da Christina Sealey e Richard Oddie) ha realizzato un nuovo mixtape esclusivo con 34 classici del genere realizzati da Throbbing Gristle, Cabaret Voltaire, SPK, DAF, Coil, Pan Sonic, Sonar, Skinny Puppy e molti altri.

Industrial Soundtrack For The Urban Decay è il nuovo documentario diretto da Amélie Ravalec e Travis Collins, sulla storia della musica Industrial. Abbiamo intervistato i due autori in vista dell’uscita del film, in questi mesi nelle ultime fasi di post-produzione. Il lavoro uscirà tra gennaio e febbraio di quest’anno e sarà presentato in diversi Festival, oltre ad essere distribuito in DVD. Nel documentario saranno presenti molte interviste ai pionieri della musica industrial, girate nelle principali città americane ed europee: Throbbing Gristle, Cabaret Voltaire , NON, SPK, Test Dept, Clock DVA, Re/Search – V Vale, Z’EV, Click Click, Sordide Sentimental, Hula, In The Nursery, Hands Production / Winterkälte, The Klinik / Dive, Ant Zen, Orphx e Prima Linea.;Il film è stato accompagnato da due ottimi mix pubblicati su Soundcloud. Il primo, compilato da Paul Jamrozy dei Test Dept., presentava brani di Zev, Monte Cazazza, Laibach, Throbbing Gristle e molti altri. Il secondo, a cura dello stesso Travis Collins, giornalista musicale che ha lavorato con la regista francese Amélie Ravalec al documentario, presentava brani di gruppi come Click Click, Dernière Volonté, Bourbonese Qualk, Can etc.

Nella nostra intervista agli autori del documentario, abbiamo spaziato su molti temi riguardanti la musica industrial e post-industrial: dalla situazione politica ed economica degli anni Ottanta alla “crisi” di oggi; dai collegamenti degli artisti industrial con le avanguardie novecentesche (futuristi, dadaisti, surrealisti) all’influenza di scrittori come William Burroughs, Brion Gysin e James Ballard. Abbiamo ragionato un po’ attorno al concetto di distopia (1984 di Orwell, ma non solo) e sulla sua importanza per l’immaginario apocalittico che si trova spesso in molti lavori degli artisti industrial di oggi e di ieri. Infine, abbiamo accennato anche all‘influenza che hanno avuto, e che continuano ad avere, i pionieri della musica industrial sulla musica elettronica di oggi e di domani, in particolare all’interno dell‘odierna scena techno industrial. Nella nostra discussione è venuto fuori come la musica industriale sia stata – e sia ancora – il perno centrale attorno a cui ruota un forte immaginario “alternativo” e “controculturale”, oggi sempre più conosciuto e diffuso.  

Potete dirci qualcosa su di voi, sul vostro lavoro precedente e il vostro background?

Amélie Ravalec: io sono una regista francese di documentari e questo è il mio secondo film. Il mio primo documentario Paris/Berlin: 20 Years Of Underground Techno è uscito nel 2012. L’ho diretto e montato in tre anni, intervistando alcuni dei miei dj preferiti, i produttori e le etichette della scena techno. Il documentario è stato accolto bene in tutto il mondo e ho avuto la fortuna di farlo proiettare in Europa, USA, Asia e Australia. Oltre a fare film, ho co-fondato nel 2011 una public utility foundation e un’etichetta discografica, Fondation Sonore, dedicata alla techno industriale e alla musica sperimentale. Ospitiamo eventi in luoghi insoliti, a Bruxelles in Belgio, e abbiamo pubblicato dischi con Ancient Methods, Kareem, Adam X, Regis, Makaton, Oyaarss e Archae & Grovskopa. Lavoro anche come colorista freelance e editor video.

Travis Collins: ho vissuto in Europa ed ho lavorato su questo film negli ultimi due anni; prima ho vissuto a Perth in Australia, lavorando in un negozio di dischi, occupandomi di cinema e facendo il giornalista musicale per la National Street Press; ho fatto anche il dj in bar e club e ospitato diversi programmi radiofonici negli ultimi dieci anni. È stato Stephen Mallinder, dei Cabaret Voltaire, che ha ispirato il mio lavoro in radio. Quando Mallinder viveva a Perth, diversi anni fa, mi ha fatto conoscere i primi Cabaret Voltaire e la musica di 23 Skidoo, Holger Czukay e molti altri. Non ho mai pensato che avrei lavorato ad un film, ma eccomi qui! È stata una grande esperienza fare il documentario con Amélie; ha coinvolto tutte le mie competenze e i miei interessi come giornalista di musica e appassionato di cinema.

Come avete avuto l’idea di fare questo documentario? Come avete iniziato a lavorare sul progetto?

Amélie Ravalec: stavo pensando di dirigere un documentario sulla musica industrial da diversi anni. Ci sono stati alcuni buoni documentari realizzati sulla scena industriale attuale e documentari su artisti o gruppi specifici, ma io non ero ancora riuscita a vedere un documentario approfondito sulla nascita del movimento industrial. Un paio di mesi dopo il rilascio di Paris/Berlin, ho deciso di iniziare un nuovo film e così è andata. Travis ed io ne abbiamo parlato per un paio di giorni e poi abbiamo contattato tutti gli artisti per le interviste.

Travis Collins: entrambi abbiamo una passione in comune per gruppi come Cabaret Voltaire, In The Nursery e Throbbing Gristle, così abbiamo iniziato a discutere le nostre idee, mandato alcune email a diverse band e un paio di settimane più tardi, abbiamo iniziato a registrare le nostre prime interviste. Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare Boyd Rice prima del suo tour a Berlino, dove ora viviamo, poi abbiamo viaggiato nel Regno Unito e abbiamo registrato altre interviste: così il film ha iniziato a prendere forma.

BoydRice

Quando penso alla musica industriale, penso ad una musica essenzialmente europea/continentale. A parte l’originaria scena anglo-americana (Throbbing Gristle, Cabaret Voltaire, Test Dept., Boyd Rice) e australiana (S.P.K.), nel vostro documentario accennate anche alla nascita e all’evoluzione della musica industriale in paesi come Italia, Belgio, Francia, Spagna, Svezia, Slovenia e, naturalmente, la Germania?

Travis Collins: tra le persone che abbiamo intervistato, ho parlato con artisti provenienti principalmente da Regno Unito, Francia, Belgio, Australia e Stati Uniti. Non ho troppa familiarità con i primi artisti industriali svedesi o italiani, ma la Germania, ad esempio, è stata molto influente grazie a band come gli Einstürzende Neubauten, così come lo è stata Slovenia per i Laibach. Purtroppo entrambe le band hanno rifiutato o non erano disponibili per essere intervistate quando le abbiamo contattate. Dal lancio del trailer, band provenienti da tutto il mondo ci hanno contattato per essere presenti nel film, ma il film era già troppo in là con la produzione, per fare altre interviste. Abbiamo oltre venti ore d’interviste registrate e già così c’è materiale più che sufficiente per un realizzare film.

Dal lavoro dei pionieri della musica industriale sono nati e si sono sviluppati nuovi generi musicali: dall’EBM, con gruppi come Front 242, Nitzer Ebb e Klinik, fino all’inizio della musica post-industriale con progetti neofolk/apocalyptic folk che hanno coinvolto artisti attivi fin dall’inizio della musica industrial, come Boyd Rice e David Tibet (penso ai primi Current 93), per esempio. Cosa pensate di queste diverse evoluzioni della musica industrial, sviluppatesi principalmente nella seconda metà degli anni Ottanta? Nel vostro documentario trattate quest’argomento?

Amélie Ravalec: nel film abbiamo voluto mettere a fuoco la storia dei pionieri della musica industrial. È già un grande argomento da coprire in un’ora, e abbiamo preferito andare più in profondità con quello, rispetto a cercare di coinvolgere altri generi simili. Le band che hai citato, Nitzer Ebb, Current 93, Skinny Puppy e Front 242, a me e Travis piacciono molto, ma il nostro documentario non si è focalizzato su di loro. Vedo l’evoluzione della musica industrial come una cosa positiva. C’è ancora molta buona musica odierna che rende omaggio al movimento industrial originario, soprattutto nelle scene rhythmic noise e techno contemporanee. È per questo che abbiamo intervistato Orphx, Hands e Ant Zen nel film.

Travis Collins: dopo il boom iniziale delle band industriali alla fine degli anni ’70 e nei primi anni ’80, molte persone hanno iniziato a fare musica, autoproducendosi, integrando le loro rispettive influenze. Da questa evoluzione sono emersi inevitabilmente nuovi sotto-generi come l’EBM, il rhythmic noise, il neofolk, il dark ambient e molti altri. Ci sono così tante band, oggi, che chiamano la loro musica “industrial”, ma alcune mi sembrano più electro o synth pop; in ogni caso, chi sono io per giudicare se si tratti di musica industriale o no? Ora che la tecnologia ha reso più facile produrre e distribuire la musica, ci sono molte più cose che escono, quindi ci vuole solo un po’ più tempo per scovare musica realmente valida.

Un altro tema caldo di cui certamente vi siete occupati nel vostro documentario, è il controverso rapporto tra politica, controcultura e “l’arte della provocazione” ben presente nel lavoro dei pionieri della musica industriale, come Test Dept, TG, S.P.K., Boyd Rice, ecc… Potete dirci qualcosa su questo?

Amélie Ravalec: i gruppi industrial hanno davvero spinto “oltre” i confini della loro arte, presentando alcuni temi impegnativi e rompendo diversi tabù, con la loro musica ed i loro spettacoli. Elementi molto provocatori erano già presenti nei primi gruppi industrial, come nel collettivo artistico da cui emersero i Throbbing Gristle, ovvero i Coum Trasmission, o anche negli S.P.K., penso ai loro video sulle autopsie, ad esempio.

Travis Collins: la maggior parte dei nostri intervistati per il documentario proviene dall’Inghilterra. Il film mostra come il crescere durante gli eventi dell’epoca di Margaret Thatcher ha avuto un impatto su di loro, sia come musicisti, sia come persone. È stato difficile ignorare la politica nel Regno Unito durante questo periodo. Il lavoro di Genesis P-Orridge è sempre stato molto dibattuto, dai suoi primi lavori di mailing-art, in cui mandava “arte pornografica” alla Regina, sino alla fondazione del Thee Temple ov Psychick Youth. Le idee politiche di Test Dept o Throbbing Gristle sono state ben documentate, ma anche i Cabaret Voltaire e gli Hula hanno fatto dichiarazioni politiche con la loro musica.

SPKNel trailer del documentario si evidenzia il ruolo che il declino delle città industriali, della loro economia e industria manifatturiera, ha giocato nella nascita e nello sviluppo della musica industriale negli anni Ottanta. Possiamo dire che la crisi economica di allora (ma forse anche quella di oggi) ha favorito la nascita di una controcultura che ha cavalcato “creativamente” le distopie e la disillusione, piuttosto che una certa idea di progresso e di benessere materiale?

Amélie Ravalec: gli artisti sono sempre un prodotto del loro tempo, non si può negare l’impatto della società e dell’ambiente intorno a noi. La crisi economica induce sicuramente idee e pensieri tetri e distopici, come sanno bene un sacco di persone che stanno lottando contro la crisi in questo momento. È diventato sempre più difficile guadagnare, mentre la vita è diventata sempre più costosa. D’altra parte è anche molto più economico fare musica o film, con i prezzi delle attrezzature che sono diminuito drasticamente negli ultimi anni. Concetti ed elementi distopici sono stati presenti per un lungo periodo nell’immaginario occidentale. 1984 di Orwell è stato pubblicato negli anni ’50, per esempio, ma certamente ha continuato a ispirare gli artisti. L’arte e la musica sono sempre state valvole di sfogo per sfuggire alla realtà della vita.

Travis Collins: il declino dell’industria negli anni ’80 e il recente declino economico sono entrambi collegati, entrambi riflettono la volatilità di un’economia globale basata sull’avidità e il consumo. Come abbiamo visto nel corso della Storia, le ondate di cambiamento sociale e politico, le guerre e il declino economico, sono, in realtà, i momenti in cui emergono la musica e l’arte più creativa. La gente vuole fuggire, cercare un modo alternativo di vita, e questo è il motivo per cui giochi, film, musica e libri sono così importanti. Essi ci ispirano, e le controculture sono essenziali per dare alle persone un punto di appoggio per fuggire dalla vita quotidiana e dalla schiavitù del lavoro. Tu parli di questa nozione di distopia, io personalmente amo i libri di fantascienza e i film distopici con temi post apocalittici. Penso che tutti noi sogniamo un mondo migliore in cui ricominciare daccapo. La musica industriale è la colonna sonora perfetta per questi temi perché è oscura e bellissima al contempo.

1984
1984

Nel vostro documentario sono messi in evidenza anche i rapporti della musica e della controcultura industriale con le avanguardie come il futurismo, dada, surrealismo e costruttivismo?

Amélie Ravalec: assolutamente. Movimenti artistici come Dada, surrealismo, futurismo, ecc, hanno avuto un’enorme influenza sui musicisti industriali e credo che siano essenziali per capire quegli artisti. Molti gruppi industrial presero molto in prestito da quei movimenti artistici d’avanguardia, sia nello spirito, sia nell’estetica. Erano artisti rivoluzionari, in grado di influenzare le persone più di un secolo più tardi.

Travis Collins: l‘arte dadaista è stato enormemente importante per la nascita della musica e della cultura industrial. Genesis P-Orridge, Boyd Rice e Adi Newton erano innanzitutto artisti, prima di essere musicisti. La mailing art, l‘arte postale, era un mezzo, per molti di loro, per condividere idee e collaborare. Non credo ci sia un altro movimento musicale così interconnesso e ispirato dall’arte. Questo è ciò che rende la musica industrial così unica.

Un’altra importante influenza per lo sviluppo della musica Industrial è quella letteraria: penso soprattutto a scrittori pionieristici come William S. Burroughs, James Ballard, ma anche a tutta la corrente letteraria cyberpunk che, a sua volta, ha trovato nella musica di artisti come Clock DVA una fonte d’ispirazione. Volete anticiparci qualcosa su questo?

Amélie Ravalec: Burroughs e Gysin, con e le loro tecniche di cut up, sono stati un’influenza enorme per tutti gli artisti industrial. Throbbing Gristle, Cabaret Voltaire, SPK e Clock DVA nel film hanno tutti posto l’accento su quanto siano stati importanti Burroughs e Gysin per lo sviluppo della loro arte. Le tecniche di cut up letterario lavoravano sulla liricità e sulla musicalità delle parole ed erano facilmente trasponibili ai primi esperimenti di tape loop. J.G. Ballard è stato un pioniere ed ha influenzato molti, come V. Vale, che ha ripubblicato La mostra delle atrocità su Re/Search, o Daniel Miller, la cui prima uscita come The Normal, Warm Leatherette, è stata ispirata proprio da Crash di Ballard.

Travis Collins: non abbiamo potuto fare questo film senza menzionare Burroughs e Ballard. Quando gruppi come Throbbing Gristle e Cabaret Voltaire hanno introdotto il cut up nella loro musica, è cambiato tutto. Loro hanno usato il campionamento prima che i campionatori venissero inventati.

ChrisCarterNel documentario parlerete anche della scena techno industrial? Oggi sembra essere una scena sulla cresta dell’onda. Pensate che il vostro lavoro sulla musica industriale possa servire anche come promemoria di come la musica di TG, Esplendor Geometrico, Cabaret Voltaire, ecc, sia essenziale per comprendere la nascita e lo sviluppo della musica elettronica contemporanea, anche nelle sue diramazioni più EDM e techno-oriented?

Amélie Ravalec: ho già fatto un documentario sulla musica techno industrial, quindi non volevamo coinvolgere gli stessi artisti in questo film, ma parlare dell’ampia influenza della musica industrial in generale. Molti artisti provenienti da diversi generi e background musicali oggi citano la musica industrial come una grande fonte d‘ispirazione, soprattutto gli artisti techno. Negli ultimi anni la scena techno industrial è divenuta abbastanza grande ed in molti sono stati coinvolti e si sono appassionati a queste sonorità, il che è una cosa senz‘altro positiva.

Travis Collins: negli anni ’90, l’EBM veniva considerata una grande influenza per la musica techno, con dj come Richie Hawtin che suonavano brani di Nitzer Ebb e Front 242. Da quando Paris/Berlin 20 Years Of Underground Techno è uscito, la musica techno industrial è divenuta molto più popolare. Oggi molti dj techno e di musica elettronica stanno inserendo nei loro mix tapes brani industrial. Ciò farà sì che sempre più persone saranno indirizzate verso questo genere di musica.

Quale futuro vedete per la musica industriale?

Amélie Ravalec: la musica industriale ha già influenzato molti musicisti, scrittori e artisti. Gaspar Noé usa la musica di Throbbing Gristle e dei Coil nel suo film Enter The Void, e i film di David Lynch sono molto importanti per i fan dell’industrial. È una musica che ha sicuramente un’importante eredità. Speriamo che influenzi sempre più persone, che si evolva e muti in suoni diversi e mai sentiti prima.

Travis Collins: stiamo ottenendo richieste d’interviste da fashion blog per parlare del film, la musica industrial sta sicuramente iniziando a farsi conoscere sempre di più nella cultura popolare. Film, anime, giochi, cyberpunk e sci-fi introducono colonne sonore di musica industrial ed io credo che sia un ottimo modo per introdurre le persone al genere. Sarebbe bello se il nostro film e le band che abbiamo intervistato fossero apprezzate e conosciute da un pubblico più vasto. Credo che gruppi come Throbbing Gristle e Cabaret Voltaire dovrebbero ricevere un Grammy o riconoscimenti simili per il loro significativo contributo alla musica popolare. Spero che ciò accada al più presto.

Quando uscirà il documentario? In quali forme sarà distribuito?

Amélie Ravalec: stiamo progettando di finire la post produzione nei prossimi mesi e di fare uscire il film agli inizi del 2015. Ci saranno premiere in festival e proiezioni in tutto il mondo e faremo uscire il film in DVD.

Travis Collins: siamo molto vicini al completamento. Non abbiamo un budget per il marketing, così ora ci siamo concentrati sulla ricerca di audience per il film. Vi chiediamo di contribuire a diffondere le notizie e di seguirci sulle nostre pagine sui social media. È un impegno enorme fare un film. Sia io che Amélie vi abbiamo lavorato sette giorni su sette, negli ultimi due anni. Spero che le persone siano in attesa per la sua uscita tanto quanto lo siamo noi!

17 settembre 2014

http://sentireascoltare.com/news/premiere-documentario-industrial-soundtrack-for-the-urban-decay-londra-nuovo-mixtape/

Industrial Soundtrack for Urban Decay – Paul Jamrozy (Test Dept) exclusive mix by Paul Jamrozy on Mixcloud

Stephen Mallinder (Cabaret Voltaire / Wrangler) – Industrial Soundtrack INDUST010 by Industrialsoundtrack on Mixcloud

Orphx ‎– Exclusive mixtape for Industrial Soundtrack For The Urban Decay by Industrialsoundtrack on Mixcloud

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