Praticamente innocuo – Mostly Harmless Douglas Adams : pdf

Si conclude con questo volume la paradossale, amatissima saga di Douglas Adams, iniziata con la ‘Guida galaticca per gli autostoppisti’, l’unica ‘trilogia in cinque parti’ della storia della letteratura che ha conquistato quindici milioni di lettori nel mondo. Distrutto il pianeta Terra, non sono ancora finite le pazzesche avventure dei due esuli delle galassie, Arthur Dent e il suo amico alieno Ford Prefect. Dopo il lungo periodo trascorso sul nostro pianeta, questi è avvilito perché i redattori della ‘Guida Galattica’ hanno condensato il risultato delle sue ricerche in due sole parole: praticamente innocuo. In preda allo sconforto, Ford si getta dalle finestre della sua casa editrice, e mentre precipita non può fare a meno di porsi domande inquietanti: perché le finestre del tredicesimo piano dell’edificio sono oscurate? Chi è la creatura simile a un uccello che gli sembra di intravvedere di là da esse? E perché i guardiani assomigliano ai perfidi vogon? Per rispondere, Ford deve assolutamente trovare il modo di salvarsi…”

“Il guaio, quando si cerca di far accadere l’incidente giusto, è che esso non accade. Il termine “incidente” non contempla quest’azione della volontà.” Praticamente innocuo

 

PRATICAMENTE INNOCUO – La pagina umoristica del Dr Z

La prima cosa da fare era cercare di chiudere ermeticamente il

buco. L’operazione risultò impossibile, perché i sensori della nave non

riuscivano a vedere che c’era un buco, e i supervisori che avrebbero

dovuto dire che i sensori non funzionavano a dovere non stavano

funzionando a dovere, e continuavano ad affermare che i sensori erano

a posto. La nave poteva dedurre l’esistenza del buco solo dal fatto che

i robot erano chiaramente precipitati giù da esso, portandosi dietro il

cervello di ricambio che avrebbe consentito alla nave di vedere il buco.

La nave cercò di riflettere sul problema in maniera intelligente,

non ci riuscì, e per un po’ andò completamente in tilt. Naturalmente

non capì che era andata in tilt, perché era andata in tilt.

Semplicemente, si meravigliò di vedere le stelle saltare. Quando le

stelle ebbero saltato per la terza volta, la nave finalmente capì che doveva essere in

tilt, e che era ora di prendere decisioni serie.

Si rilassò.

Poi realizzò che non aveva ancora preso le decisioni serie e si

spaventò orribilmente. Andò di nuovo in tilt per un pochino. Quando

si risvegliò, sigillò tutte le paratie intorno alle quali sapeva che doveva

esserci l’invisibile buco. A tratti pensò che indubbiamente non era ancora arrivata

a destinazione, ma poiché non aveva più idea di quale fosse la

destinazione o di come raggiungerla, le pareva che avesse ben poco

senso proseguire. Consultò i minimi frammenti di istruzioni che riuscì

a ricostruire con i brandelli del modulo centrale di missione.

– La vostra missione di

!!!!!

!!!!!

!!!!! anni è di

!!!!!

!!!!!

!!!!!,

!!!!!, !!!!!

!!!!!

!!!!!

!!!!!, atterrare !!!!!

!!!!!

!!!!! una distanza di

sicurezza

!!!!!

!!!!!

monitorizzarlo.

!!!!!

!!!!!

!!!!!…

Tutto il resto era mera spazzatura.

Prima di andare definitivamente in tilt, la nave avrebbe dovuto

trasmettere quelle istruzioni, così com’erano, ai suoi più primitivi sistemi ausiliari.

Avrebbe dovuto anche rianimare tutto l’equipaggio.

……

In ogni modo, il neutrino in questione colpì qualcosa. Lo si

potrebbe definire un evento insignificante nella scala delle cose. Ma il

guaio è che, facendo un’affermazione del genere, si direbbe una

gigantesca cazzata.

Quando, di fatto, succede qualcosa in un punto di una realtà così

follemente complessa come l’Universo, lo sa Kevin come si evolverà

tutta la faccenda, la dove “Kevin” è qualunque entità casuale che non

sappia niente di niente.

Questo neutrino colpì un atomo.

L’atomo faceva parte di una molecola. La molecola faceva parte di

un acido nucleico. L’acido nucleico faceva parte di un gene. Il gene

faceva parte di una ricetta genetica di crescita… e così via. La

conclusione fu che a una pianta spuntò una foglia in più. Nell’Essex.

O in quello che, dopo un sacco di discussioni e beghe locali di natura

geologica, sarebbe diventato l’Essex.

La pianta era un trifoglio. Si propagandò, o meglio si propagò, con

estrema efficacia e presto diventò il tipo di trifoglio più diffuso nel

mondo. Il preciso nesso causale tra questo minimo evento biologico

accidentale e altri piccoli eventi che si verificarono in quel settore di

Gran Casino Generale, come per esempio il fatto che Tricia McMillan

non riuscisse a partire con Zaphod Beeblerox, il fatto che il pianeta su

cui tutto ciò accadde non fosse demolito dai vogon per consentire la

costruzione di una nuova autostrada iperspaziale si trova attualmente

al numero 4.763.984.132 dell’elenco di ricerche prioritarie stilato a

suo tempo dall’ormai chiusa facoltà di Storia dell’Università di

MaxiMegalon, e oggi nessuno, alla riunione di preghiera presso la

piscina, sembra provare l’urgente desiderio di affrontare il problema.

…..

– Ma…

Tricia non sapeva da che parte cominciare.

“Ammettilo” pensò. “Non ha senso far finta di sapere queste

cose.”

Perciò disse: – Ma io non so niente di astrologia.

– Noi sì.

– Davvero?

– Sì. Seguiamo l’oroscopo. Siamo avidissimi lettori di astrologia.

Vediamo tutti i vostri quotidiani e le vostre riviste, e li apprezziamo

moltissimo. Ma il nostro capo dice che abbiamo un problema.

– Avete un capo?

– Sì.

– Come si chiama?

– Non lo sappiamo.

– Lui come dice di chiamarsi, cristo? Scusate, dovrò cancellare

quest’imprecazione. Lui come dice di chiamarsi?

– Non lo sa.

– Allora come fate tutti voi a ritenerlo il capo?

– Ha assunto il comando. Ha detto che qualcuno doveva pur far qualcosa, lì.

– Ah! – esclamò Tricia, cogliendo al volo quell’indizio.

– “Lì” dove?

– Su Rupert.

– Che?

– Il vostro popolo lo chiama Rupert. È il decimo pianeta del vostro

sistema solare. Ci siamo stabiliti lì molti anni fa. È un posto gelido e

ben poco interessante. Ma è ottimo per il monitoraggio.

– Perché ci monitorizzate?

– È l’unica cosa che sappiamo di dover fare.

– Va bene – disse Tricia. – D’accordo. Qual è il problema che

secondo il vostro capo avete?

– La triangolazione.

– Come, prego?

– L’astrologia è una scienza molto precisa. Questo ci è chiaro.

– Bene… – fece Tricia, che non sapeva più cosa dire.

– Ma è precisa per voi, qui sulla Terra.

– Ss… ì. – Tricia ebbe l’orribile sensazione di cominciare a capire,

molto vagamente, qualcosa.

– Così per esempio quando Venere entra in Capricorno, lo fa dal

punto di vista terrestre. Cosa succede se noi ci troviamo su Rupert?

Cosa succede se la Terra entra in Capricorno? Per noi è difficile saperlo. Tra le cose che abbiamo dimenticato, che a nostro avviso dovrebbero essere numerose e importanti, c’è la trigonometria

……

– Se resti lì – disse Ford – presto ti prenderanno e ti sostituiranno il

chip che condiziona la tua felicità a particolari circostanze. Se vuoi

continuare a essere contento, vieni subito con me.

Il robot emise un lungo, profondo sospiro di intensa tristesse

e si allontanò riluttante dal soffitto.

– Senti – disse Ford – puoi mantenere felice per qualche minuto il

resto del sistema di sicurezza?

– Una delle gioie dell’autentica felicità – trillò il robot –

è condividere i propri sentimenti. Trabocco, sbavo, straripo di…

– Va bene – disse Ford. – Diffondi un po’ di felicità in tutta la rete

di sicurezza. Non fornirle alcun dato. Falla solo stare bene, in modo

che non senta il bisogno di chiedere informazioni.

Raccolse l’asciugamano e corse allegramente alla porta. Negli

ultimi tempi la vita era stata un po’ noiosa. Ora invece, da vari segni,

si prospettava galvanizzante

Mostly Harmless – aufbix.org

Alla fine, Ford Prefect ride come un matto.

L’ultimo romanzo della “Guida Galattica per gli Autostoppisti” firmato da Douglas Adams, nella sua conclusione (che fino a un anno fa era la conclusione definitiva del ciclo) mi ha colpito soprattutto Ford in questa posa… me lo immagino seduto su un gradino a spanciarsi, a ridere a crepapelle, a ridere dell’assurdità – pur logica – a cui erano giunti lui, Arthur, Trillian… dopo tutte le loro avventure, anche solo dopo quelle descritte in questo libro.

Per buona parte seguiamo infatti almeno 3 linee narrativa parallele: Arthur Dent che, di nuovo solo (l’amore della sua vita Fenchurch viene liquidata in due parole) cerca un pianeta tranquillo dove abitare, e alla fine lo trova. Ford Prefect che scopre che è cambiata la gestione della casa editrice della Guida Galattica e scopre che c’è del marcio. In una dimensione parallela a questa, Tricia McMillan non ha mai seguito Zaphod nello spazio e non è mai diventata Trillian, ma è una giornalista col pallino degli alieni.
Le tre trame si intrecceranno poco dopo la metà del romanzo, ovviamente, e attraverso varie vicissitudini porterà tutto il cast su questa Terra parallela, che mai è stata distrutta dai Vogon.

A me ha soddisfatto. Leggo in giro che il romanzo ha generato malcontento, mentre a me è parsa una buona conclusione, per quanto il finale messo in tal modo potrebbe essere accusato di faciloneria. Trovo che le modalità che hanno condotto a quella fine siano state sapientemente coltivate fin dalla prima pagina di Praticamente Innocuo e che in questo caso tutto sia sensato, che addirittura il cerchio si chiuda in modo perfetto contando anche tutto il resto della saga.
Continuo a ritenere i primi due libri i migliori in assoluto, il terzo il peggiore, il quarto un po’ migliore e questo infine lo ritengo un ulteriore passo in avanti rispetto al precedente. I colpi di scena come la nuova Guida o come la figlia di Arthur sono ben raccontati, e tutti i casini di viaggi nel tempo piuttosto che di dimensioni parallele piuttosto che di retroingegneria temporale piuttosto che di Grabulon senza più senno e memoria sono orchestrati in maniera chirurgica, perchè ciascuno abbia un senso nel disegno generale. Perfino l’avvertimento di Agrajag dal terzo libro acquista qui un senso. Peccato solo per la totale assenza di Zaphod…
L’ironia… l’ironia c’è ancora, ma a mio parere è diminuita in concomitanza con lo sviluppo di trame più articolate, cioè dal terzo libro. Satira, leggi fisiche sbeffeggiate e grandi battute e gag ci sono sempre, ma secondo me meno d’impatto di un tempo.

Due delle cose migliori del libro sono le Bestie Perfettamente Normali e la verità sul destino di Elvis! :asd:

Conclusione brutale? Conclusione spiazzante? Conclusione scazzata? Certo è che gli ultimi due libri sono stati scritti su pressanti (a dir poco) spinte dei fan e dell’editore, e quindi risultano forse un po’ meno spontanei. Ma devo dire che anche se minore, la qualità rimane e il finale, ribadisco, a me ha garbato nella sua preparazione costante che c’è in tutto il romanzo.
In generale, tutto il ciclo orchestrato da Adams mi ha soddisfatto, mi ha fatto ridere e anche riflettere, e mi ha offerto della fantascienza di tipo inedito e gradito

http://www.ilsollazzo.com/forum/viewtopic.php?f=4&t=2789

Geniale. Sono qui da 5 minuti a pensare ad un termine meno banale per descrivere questo libro, ma credo che nulla sia più calzante di “geniale”. Il perfetto epilogo di una storia tanto strampalata quanto esilarante, partita davvero col botto con un abbrivio da mozzare il fiato e proseguita in maniera sempre brillante fino a questo ultimo capitolo. Posso finalmente affermare con cognizione di causa che la serie “Guida Galattica per gli Autostoppisti” è un must assoluto per qualsiasi amante della fantascienza, delle assurde trame e situazioni finemente intrecciate, del cricket e degli asciugamani.

Tre storie proseguono parallelamente per quasi tutto il corso del libro, ricongiungendosi per dare vita ad un finale della saga talmente azzeccato e fuori di testa da lasciare dietro di sé un buco nero, che vi farà senza ombra di dubbio rimpiagere il fatto di poter leggere così poche altre opere di questo autore. Ritroviamo Trillian, che ci ha accompagnato per tutti i precedenti libri, un Arthur vagabondo stabilitosi per un po’ su un pianeta ospitale in cui si è ritagliato un ruolo piuttosto bizzarro e un Ford che, sfruttando l’incredibile dote del riuscire a cavarsi sempre dai guai con elegante e a volte leggiadra maestria, penetra nei più reconditi meandri della Guida per scoprire cosa vi si cela realmente dietro.

“Praticamente innocuo” è disseminato di dialoghi e descrizioni incredibilmente ispirati, e autentici tocchi di classe che mi hanno indotto più di una volta a rileggere alcuni capitoli – e.g. quello dell’oracolo sui pali, che è da rimanerci secchi. Secondo me Adams ha raggiunto i livelli del primo libro della serie, sebbene questo sia forse un po’ più riflessivo. Prima di leggerlo avevo paura che mi lasciasse l’amaro in bocca. Non vi so spiegare il perché, forse temevo che la geniale impalcatura messa in piedi fino a quel momento potesse essere rovinata da un finale banale, ma per fortuna così non è stato. Tutt’altro direi.

Peccato sia finita.

(qui trovate le mie impressioni sugli altri volumi della serie: uno, due, tre e quattro)

“Praticamente innocuo” – Douglas Adams, traduzione di Laura Serra, Mondadori Editore

“Qualunque cosa accadde, accadde.”
“Qualunque cosa che, accadendo, ne fa accadere un’altra, ne fa accadere un’altra.”
“Qualunque cosa che, accadendo, induce se stessa a riaccadere, riaccade.”
“Però non è detto che lo faccia in ordine cronologico.” (dalla dedica)

“Praticamente innocuo” – Douglas Adams, traduzione di Laura Serra, Mondadori Editore

La prima cosa da capire a proposito degli universi paralleli… è che non sono paralleli. È importante rendersi conto che, a rigore, non sono neppure universi, ma è molto più facile cercare di capirlo un po’ più tardi, dopo che ci si è resi conto che tutto quello che si è capito fino a quel momento non è vero.

“Praticamente innocuo” – Douglas Adams, traduzione di Laura Serra, Mondadori Editore

La scritta dice: “La principale differenza tra una cosa che potrebbe rompersi e una cosa che non può in alcun modo rompersi è che quando una cosa che non può in alcun modo rompersi si rompe, di solito risulta impossibile da riparare”.

http://www.darsch.it/?pg=sphere&postid=530

Douglas Adams -The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy

Non pensare mai!!! – Guida galattica per autostoppisti ..

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