Turkish auto companies resume production after strikes- da contropiano in italiano

Turkish auto companies resume production after strikes

22 May 2015 12:46 (Last updated 22 May 2015 19:04)

Ford Otosan and Tofas return to work after end of industrial action

ANKARA 

Turkish autoworkers have pursued their strike on Friday as two companies caught up in the labor dispute – Ford Otosan and Tofas – claimed earlier to have restarted production.

Hundreds of workers from both companies, Ford Otosan in the province of Kocaeli and Tofas in Bursa, remain on the picket line, chanting slogans against the Turkish Metal Labor Union.

“We will continue our fight ‘till we win,” read banners carried by some workers at Ford Otosan, while some Tofas employees chanted: “We will win by resisting.”

Workers are demanding a wage increase and the withdrawal of the Turkish Metal Labor Union from factories. The union has been accused of signing controversial agreements in certain workplaces.

Earlier on Friday, Ford Otosan said in a stock exchange filing, “Since the part supply problem is resolved, manufacturing operations have restarted in the Golcuk and Yenikoy Plants, effective from Thursday night shift.”

Ford Otosan, a joint venture of Koc Holding and Ford, halted production on Wednesday as vehicle parts coming from supplier companies located in the Bursa province ceased due to the strikes.

An announcement from Tofas, Fiat’s affiliate, where strikes started last week, followed those from Ford Otosan.

“In accordance with the risk management policies of our corporation and as necessary conditions have been met, production activities have started as of Friday. Our company also has no problem or difficulty in its procurement process from suppliers,” a statement released by the company said.

The announcements came after Turkey’s Industry Minister Fikri Isik had called on Turkish autoworkers to end their protests on Thursday, adding that their industrial action hurt production and exports.

On Thursday, another Turkish automobile supplier, Coskunoz, in the western province of Bursa also announced that its employees had returned to work.

http://www.aa.com.tr/en/turkey/514586–turkish-auto-companies-resume-production-after-strikes

Turchia. Metalmeccanici in sciopero. Per i salari, contro il sindacato

  • Redazione Contropian

Sono tornati al lavoro una parte degli operai della filiale turca della Fiat a Bursa, la città cuore dell’industria automobilistica in Turchia, paese dove negli ultimi giorni circa 15 mila dipendenti delle grandi multinazionali straniere del settore hanno incrociato le braccia per chiedere aumenti salariali e maggiori diritti sindacali. Almeno così affermano le direzioni aziendali, mentre i comitati di lotta dei lavoratori denunciano la manipolazione mediatica tendente a disorientare i lavoratori in sciopero.
I salariati accusano apertamente il “loro” sindacato, la Turk Metal, di essere agli ordini dei datori di lavoro e di non difendere affatto i diritti degli affiliati.
La vertenza che sta movimentando il settore alla vigilia delle elezioni legislative del 7 giugno prossimo, oltre alla Tofas (joint venture tra l’italiana Fiat e la holding Turkey’s Koç) riguarda Renault e anche la Ford. La produzione di Tofas e di Oyak Renault rappresenta oltre il 40% della produzione automobilistica annuale della Turchia.
Dalla mezzanotte di mercoledì erano entrate poi in sciopero anche le maestranze dell’azienda TürkTraktör, produttrice di trattori e macchine agricole e per ora la mobilitazione continua in tre stabilimenti del gruppo.
“Il lavoro è ripreso nel sito della Tofas il 22 maggio a partire dalle 7 locali”, riferisce un comunicato del vertice aziendale contestato dai lavoratori che hanno deciso di continuare la mobilitazione.
L’agitazione è iniziata il 14 maggio nella più grande fabbrica di auto del Paese, la Oyak-Renault di Bursa e s’è poi estesa al vicino sito della Tofas, dove si producono le Fiat, e alla Ford Otosan, un joint venture tra la Ford e la Koch Holding che produce in due siti a Kocaeli, dove le catene di montaggio hanno ripreso a funzionare ieri pomeriggio, sempre stando sempre alle direzioni aziendali.

Già alla fine del 2014 i lavoratori dello stabilimento di un’altra multinazionale straniera, la Bosch, attraverso varie iniziative e scioperi, e dopo un duro scontro con la direzione del sindacato Turk Metal, sono riusciti a strappare all’azienda salari più alti rispetto a quelli previsti dall’ultimo contratto nazionale dei metalmeccanici.
In Turchia il salario minimo corrisponde a circa 424 euro al mese. Un operaio dell’industria dell’auto guadagna mediamente circa 600 euro mensili, ma solo perché é costretto a lavorare quasi 50 ore a settimana.
Lo scorso 5 maggio migliaia di lavoratori di varie imprese automobilistiche e di altri settori si sono riuniti per dimettersi pubblicamente e collettivamente dal sindacato Türk metal e per tutta risposta alcuni di loro sono stati aggrediti con bastoni e spranghe di ferro da un gruppo di mazzieri assoldati dalle aziende o dal sindacato giallo.
A quel punto la mobilitazione è proseguita attraverso la costruzione di una rete esterna al sindacato ufficiale, di un’iniziativa denominata Solidarietà dei Lavoratori Metalmeccanici e l’elezione di un Consiglio interfabbrica. Una organizzazione parallela necessaria dopo che lo scorso 29 gennaio il governo turco, guidato dal partito liberal-islamista Akp, aveva impedito con un decreto lo sciopero del settore metalmeccanico indetto da un’altra sigla sindacale più conflittuale.

Nei giorni scorsi 47 lavoratori, ritenuti leader e coordinatori dello sciopero, sono stati denunciati dal tribunale di Bursa con l’accusa di aver indetto uno sciopero illegale.

Ultima modifica il Venerdì, 22 Maggio 2015 20:33

http://contropiano.org/articoli/item/30913

Turkey : Renault Strike – China: Massive Protest in Linshui .

 

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