Pensando a Malta, ma non ci vado di sicuro…..cultura, musica

La storia di Malta

La storia di Malta è piuttosto complessa, e certamente molto lunga: le prime testimonianze della presenza dell’uomo sull’isola risalgono all’era neolitica, alcuni templi costruiti con blocchi megalitici di inestimabile valore per lo studio delle popolazioni preistoriche, della loro religiosità.

Ma la storia di Malta passa attraverso tutte le tappe più importanti della formazione della nostra civilizzazione, essendone spesso proprio Malta il teatro principale, come nel caso della cristianizzazione dell’Europa, sia in fase protocristiana che durante la lotta per il predominio sul Mediterraneo del credo cristiano o musulmano, e, in epoca contemporanea, il ruolo di protagonista dell’arcipelago come base militare e fronte principale dello scontro internazionale.

Malta è stata abitata fin dal 5200 a.C., quando i primi insedimenti umani giunsero sull’arcipelago dalla Sicilia. Intorno al 1200 a.C, i Fenici si insediarono sull’isola durante l’espansione di Cartagine sul Mediterraneo. Come si sa, i Fenici erano commercianti e marinai e utilizzarono Malta come importante base delle loro fervide attività per oltre 300 anni. Molti dei peculiari caratteri linguistici della lingua maltese hanno origine in questo periodo, e ai Fenici si deve anche l’introduzione della lavorazione del vetro e del raffinamento delle tecniche costruttive.

Al termine della seconda guerra punica, cioè nel 218 a.C., Malta divenne parte dell’impero romano fino all’avvento dei Vandali nel 395 d.C.
Nel 60 d.C. l’imbarcazione sulla quale San Paolo da Damasco navigava in direzione di Roma naufragò a largo di Gozo, e qui si fermò. Questo evento segna l’inizio dell’evangelizzazione delle isole, che sopravvisse all’invasione araba dell’870 a.C..

Nel 1194 Malta divenne di dominazione germanica sotto Federico II, il quale per primo espulse gli Arabi in seguito a una rivolta del 1224. Alla morte di Federico II, per impedire che Malta rimanesse sotto il meno illuminato impero germanico, e con l’intervento del Papa gli Angiò assunsero il potere sull’isola. L’impero angioino ebbe breve durata (1226-1283), ma segnò il definitivo inizio della storia di Malta nell’ambito della politica europea.
In seguito alle rivolte sulla tassazione operata dagli Angiò, culminate in Italia con i Vespri siciliani appoggiate dagli stessi Aragona per appoggiare il loro rientro in Sicilia e Malta, Pietro d’Aragona divenne il nuovo Re. I maltesi si ribellarono nel 1426 anche allo sfruttameno del territprio e della popolazione operata dagli Aragona, e raccolsero i soldi per affrancarsi loro stessi, richiedendo però riforme radicali, incluse la non cedibilità delle isole.

In seguito alle rivolte sulla tassazione operata dagli Angiò, culminate in Italia con i Vespri siciliani appoggiate dagli stessi Aragona per appoggiare il loro rientro in Sicilia e Malta, Pietro d’Aragona divenne il nuovo Re. I maltesi si ribellarono nel 1426 anche allo sfruttameno del territprio e della popolazione operata dagli Aragona, e raccolsero i soldi per affrancarsi loro stessi, richiedendo però riforme radicali, incluse la non cedibilità delle isole.

Il governo francese su Malta durò però solamente due anni, perché i maltesi si ribellarono, con un assedio della città di Valletta che terminò con la liberazione dei francesi da parte degli inglesi. Gli inglesi avevao quindi la possibilità di rimanere sull’isola ma, per quanto non volessero che i francesi avessero questa base nel Mediterraneo, non sembrarono inizialmente molto interessati a rimanere a Malta. Dopo circa 15 nni di trattativa, i Maltesi preoccupati in particolare dal ritorno dei Cavalieri di Malta, offrirono agli inglesi il governo dell’isola, finalmente ratificato dal Congresso di Vienna del 1815.

Malta prosperò molto durante la dominazione inglese, in particolare divenendo parte della strategia difensiva britannica che portò a un rafforzamento delle fortificazioni di militari, ma anche i porti commerciali vennero ingranditi. Durante la guerra  di Crimea, fu evidente quanto strategica e importante fosse la posizione e il potere di Malta, e con l’apertura del Canale di Suez, Malta si trovava in posizione strategica per la navigazione tra l’Europa e l’Est,e I porti commerciali di Malta divvenero frenetici negli scambi e nelle attività economiche. La popolazione crebbe moltissimo e si formarono più agglomerati urbani, per risolvere un vero e proprio problema di affollamento della regione di La Valletta. La crecita continua si arrestò all’inizio del XX secolo, con la crisi dei commerci e fenomeni di spostamenti migratori si registrarono a Malta, particolarmente verso le coste dell’Africa del Nord.

Con il tempo, però, anche l’importanza dell’Ordine dei Cavalieri di Malta cominciò a declinare, in particolare a causa del dispotismo di alcuni Gran Maestri che portarono a violente ribellioni, tra cui quella dei sacerdoti, guidata da Mannarino nel 1775 durante il governo di Ximenes de Texada, che si concluse con una situazione di fatto senza governo di Malta, in un momento, per altro in cui la situazione politica in Europa era esplosiva. Il Direttorio diede a Napoleone il compito di conquistare l’Egitto e di occupare Malta durante quella campagna militare, cosa che avvenne nel 1798, ponendo fine a quasi 300 anni di governo della Croce di Malta.

I francesi rimasero solo per due anni, perché i maltesi si ribellarono, con un assedio della città di Valletta che terminò con la liberazione dei francesi da parte degli inglesi, i quali da subito non si mostrarono molto itneressati a Malta. Dopo circa 15 anni di trattativa, i Maltesi preoccupati in particolare dal ritorno dei Cavalieri di Malta, offrirono agli inglesi il governo dell’isola, finalmente ratificato dal Congresso di Vienna del 1815. Malta prosperò molto durante la dominazione inglese, in particolare divenendo parte della strategia difensiva britannica che portò a un rafforzamento delle fortificazioni di militari, ma anche i porti commerciali vennero ingranditi. Durante la guerra  di Crimea, fu evidente quanto strategica e importante fosse la posizione e il potere di Malta, e con l’apertura del Canale di Suez, Malta si trovava in posizione strategica per la navigazione tra l’Europa e l’Est,e I porti commerciali di Malta divvenero frenetici negli scambi e nelle attività economiche.

Nel periodo precedente alle guerre mondiali, Malta conobbe un forte declino dovuto alla competizione di importanti porti eurpei e al mancato investimento nel Mediterraneo da parte dell’Inghilterra, anche durante il primo conflitto mondiale, che portarono a povertà diffusa e irritazione. Una situazione esplosiva che culminò con le rivolte del 1919.

Nel 1921 Malta ottenne un governo indipendente, con un’assemblea composta da 32 membri eletti e 16 membri di una camera superiore. La politica interna era in mano ai Maltesi con l’Inghilterra che manteneva il controllo della politica estera e la difesa.

Con l’inizio della seconda Guerra mondiale nel 1939 Malta si trovò proprio nel fuoco del conflitto e subì moltissimi attacchi aerei da parte delle forze armate tedesche e inglesi.

Nel processo di decolonizzazione inglese, anche Malta ne fu parte. Il governo indipendente venne istaurato nel 1947, ma l’abbandono dell’Inghilterra in realtà causò soprattutto inizialmente una grande disoccupazione, e in un momento in cui tutto era distrutto. Ne derivò un grande esodo verso Stati Uniti, Canada, Australia.

Dopo alcuni anni di trattative con il governo inglese si arrivò alla dichiarazione di indipendenza all’interno del Commonwealth, che si sarebbe definitivamente ratificata dopo 10 anni di accordo finanziario e di difesa con l’inghilterra. Nel 1974, Malta ebbe la sua Costituzione e venne dichiarata Repubblica con Anthony Mamo primo Presidente. Le ultime truppe britanniche lasciarono Malta nel 1979, realizzando un sogno durato secoli di questa arcipelago, la sua indipendenza politica e la la possibilità di prendere decisioni senza làinerferenza di altri poteri sovrani.

Malta è oggi parte delle Nazioni Unite e ha un ruolo attivo negli affari europei.

http://www.ef-italia.it/malta/la-storia-di-malta/

Nel periodo precedente alle guerre mondiali, Malta conobbe un forte declino dovuto alla competizione di importanti porti eurpei e al mancato investimento nel Mediterraneo da parte dell’Inghilterra, anche durante il primo conflitto mondiale, che portarono a povertà diffusa e irritazione. Una situazione esplosiva che culminò con le rivolte del 1919.

Nel 1921 Malta ottenne un governo indipendente, con un’assemblea composta da 32 membri eletti e 16 membri di una camera superiore. La politica interna era in mano ai Maltesi con l’Inghilterra che manteneva il controllo della politica estera e la difesa.

Con l’inizio della seconda Guerra mondiale nel 1939 Malta si trovò proprio nel fuoco del conflitto e subì moltissimi attacchi aerei da parte delle forze armate tedesche e inglesi.

Nel processo di decolonizzazione inglese, anche Malta ne fu parte. Il governo indipendente venne istaurato nel 1947, ma l’abbandono dell’Inghilterra in realtà causò soprattutto inizialmente una grande disoccupazione, e in un momento in cui tutto era distrutto. Ne derivò un grande esodo verso Stati Uniti, Canada, Australia.

Dopo alcuni anni di trattative con il governo inglese si arrivò alla dichiarazione di indipendenza all’interno del Commonwealth, che si sarebbe definitivamente ratificata dopo 10 anni di accordo finanziario e di difesa con l’inghilterra. Nel 1974, Malta ebbe la sua Costituzione e venne dichiarata Repubblica con Anthony Mamo primo Presidente. Le ultime truppe britanniche lasciarono Malta nel 1979

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In epoca neolitica Malta divenne il centro di diffusione della civiltà megalitica (rappresentata nell’isola da suggestive vestigia) nel Mediterraneo occidentale. Fu poi terra fenicia e cartaginese, oltre che, successivamente, romana; ma è agli Arabi che deve la sua valorizzazione agricola. Durante il medioevo gli attacchi dei corsari e le continue invasioni provocarono una diminuzione della popolazione; la situazione si aggravò a causa dell’impoverimento delle terre a cui seguì il loro abbandono. Nel XVI sec. i Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, che occuparono l’arcipelago dal 1530 al 1798, promossero l’attività agricola stimolando la ripresa delle colture e un’inversione della precedente tendenza demografica. Nel corso del sec. XX la popolazione è notevolmente aumentata e le risorse tradizionali sono risultate insufficienti, per cui si è avuta una notevole emigrazione verso la Gran Bretagna, l’America e l’Australia. Sullo scorcio del sec. XX si è registrata un’inversione di tendenza e il numero dei rientri ha superato quello degli emigranti. Nel quadro relativamente stabile della dinamica demografica maltese si registra, tuttavia, il sensibile declino del tasso di natalità, i cui effetti sul saldo complessivo della popolazione sono bilanciati dal rientro di molti emigranti. Permane, quale elemento caratterizzante, l’elevata densità della popolazione (1300 ab./km²) con i connessi disagi, riferibili, in particolar modo, alla pressione esercitata nei confronti delle infrastrutture (sistema di distribuzione dell’energia elettrica e dell’acqua). Il flusso crescente dei turisti che affollano Malta soprattutto nel corso dei mesi estivi accresce questo tipo di disagi, anche se contribuisce in misura rilevante allo sviluppo economico del Paese. La popolazione, che si concentra nell’isola di Malta, è prevalentemente urbana (94%), si tratta però di cittadine tutte inferiori ai 20.000 ab., tranne Birkirkara (22.241 ab.); principale porto è la capitale Valletta (6.319 ab.), sull’accidentata costa orientale dell’isola di Malta.

Antica colonia fenicia (sec. IX a. C.), greca (sec. VIII a. C.) e poi cartaginese (sec. VI a. C.) nel 218 a. C. Malta entrò nell’orbita romana e fu aggregata alla provincia siciliana col titolo di municipio. Alla divisione dell’Impero l’isola fu inglobata nel settore orientale; invasa successivamente dai Vandali (454-464) e dai Goti (464-533), fu riconquistata da Belisario (533) e nel sec. IX cadde in mano degli Arabi. Questi ne fecero una dipendenza del governo musulmano della Sicilia, di cui Malta seguì poi le sorti. Nel 1091 Ruggero il Normanno invase la Sicilia e occupò Malta, che rimase alla casa sveva fino al 1266, quando gli Svevi furono sconfitti dagli Angioini nella battaglia di Benevento. Nel 1283 una cruenta battaglia combattuta nelle acque di Malta segnò la sconfitta degli Angioini da parte degli Aragonesi e il passaggio dell’isola a questi ultimi, che le permisero di amministrarsi con un proprio ordinamento comunale. Nel 1530 Carlo V cedette l’arcipelago di Malta ai Cavalieri Gerosolimitani che nel 1522 erano stati scacciati da Rodi dai Turchi; l’anno dopo Carlo V li insignì dell’ordine che fu detto di Malta o di San Giovanni e il loro dominio durò fino al 1798, nonostante i tentativi dei Turchi di impadronirsi dell’isola e le ribellioni interne, frequenti soprattutto nel sec. XVIII, contro il dominio autoritario e accentratore dell’ordine. Nel giugno 1798, nel corso della spedizione in Egitto, Napoleone occupò Malta per farne una guarnigione francese e ne scacciò l’Ordine; i maltesi chiesero però di ritornare sotto il dominio del re di Sicilia che, nel corso della seconda coalizione, affidò la tutela dei propri interessi nell’arcipelago alle truppe portoghesi e inglesi. Nel 1801 Malta fu occupata dalle truppe inglesi del capitano Ball che, trascurando le clausole della Pace di Amiens (1802) che restituivano l’isola all’Ordine dei Cavalieri, la governarono fino al 1809. Il Trattato di Parigi del 1814 sancì il definitivo passaggio dell’isola alla Gran Bretagna, di cui Malta divenne una colonia. I rapporti con la madrepatria non sono mai stati facili, soprattutto per l’accresciuta importanza strategica dell’isola e i contrasti linguistici e religiosi: l’autogoverno, concesso all’isola nel 1921, fu revocato nel 1930, nel 1933 e definitivamente nel 1936. Nel corso della seconda guerra mondiale, l’importanza di Malta fu notevolissima: gli inglesi la dotarono di due aeroporti, di basi navali per sommergibili e di unità di superficie e ne fecero la base per colpire le rotte tra l’Italia e l’Africa; i bombardamenti sull’isola dell’aviazione italiana e tedesca furono ininterrotti fino al 1942 e il blocco navale della X Mas fu respinto dagli isolani con straordinaria prontezza, che valse a Malta la decorazione della George Cross. Il 29 settembre 1943, nel Porto Grande di Malta, sulla corazzata Nelson, fu firmato il cosiddetto “armistizio lungo” tra l’Italia e gli Alleati. Nel 1947 la Gran Bretagna concesse una nuova Costituzione ai maltesi, secondo la quale il potere esecutivo fu affidato a un governo locale eletto a suffragio universale, cui venne preposto un governatore di nomina inglese. Nel referendum del 1956 la maggior parte della popolazione si espresse favorevolmente all’unione di Malta alla Gran Bretagna, ma ciò non ebbe conseguenze effettive. Nel 1964 l’isola ottenne l’indipendenza nell’ambito del Commonwealth. Parallelamente a questo avvenimento il governo britannico cominciò ad attribuire minore importanza alle proprie basi nell’isola come diretta emanazione del sistema militare del Regno Unito e preferì piuttosto considerarle come integrate nel sistema di difesa della NATO e quindi dipendenti dall’organizzazione nordatlantica. I successivi ritiri di parte delle truppe britanniche provocarono un vivo malcontento da parte degli abitanti che si vedevano privati di una consistente fonte di reddito e per contro la NATO non sostituì i soldati inglesi con militari di altre nazionalità. Il malcontento favorì i laburisti di Dom Mintoff, che alle elezioni del giugno 1971 ottenne la maggioranza assoluta dei seggi della Camera dei rappresentanti. Il nuovo governo chiese alla Gran Bretagna, che ancora pagava per conto della NATO l’affitto delle basi maltesi, un aumento del prezzo pattuito tra Londra e Valletta. Un nuovo accordo anglo-maltese accolse in parte le richieste di Mintoff. Il 13 dicembre 1974 i legami costituzionali tra Malta e la Gran Bretagna vennero definitivamente meno con la proclamazione della Repubblica maltese. Nel 1979 Malta cessò di ospitare le basi della NATO e intensificò le proprie relazioni con la Libia. Nel 1980, in seguito a una controversia sui diritti di ricerca petrolifera nel Mediterraneo, i rapporti con la Libia si deteriorarono. Ciò spinse Malta a rafforzare i legami con l’Italia: i due governi firmarono un trattato che prevedeva l’impegno di Malta a non concedere basi militari a USA e URSS e l’impegno dell’Italia ad assicurare la neutralità dell’isola. Nel dicembre 1984 Dom Mintoff cedette la carica di premier al suo vice, il laburista Carmelo Mifsud Bonnici, che si impegnò in particolare nel recuperare le credenziali di partito integralmente democratico alla formazione laburista, dopo taluni episodi negativi degli anni precedenti. Pur essendo riuscito nel proprio intento, anche attraverso l’allentamento dei legami con la Libia, l’assunzione costituzionale dello status di neutralità e il varo di un apprezzato piano economico triennale, questi fu però sconfitto nelle consultazioni del maggio 1987, in un clima politico acceso da disordini e prese di posizione internazionali. Dopo sedici anni il Partito nazionalista tornò così al governo, eleggendo primo ministro Eddie Fenech Adami. Nel corso del suo mandato si registrò una sostanziale continuità con gli indirizzi politici precedenti e l’avvenimento principale fu rappresentato dalla richiesta di ammissione di Malta alla CEE (luglio 1990). Le consultazioni del febbraio 1992 confermarono i nazionalisti alla guida dell’isola e Fenech Adami come primo ministro, carica che rivestì fino al 1996, quando a lui subentrò Alfred Sant, leader del partito laburista, contrario alla politica di avvicinamento all’Unione Europea e alla NATO e sostenitore della neutralità del Paese in campo estero. Nel 1998 i nazionalisti vincevano inaspettatamente le elezioni politiche e Adami tornò a ricoprire l’incarico di primo ministro. Al vertice di Copenaghen, del dicembre 2002, Malta concludeva i negoziati per l’adesione all’Unione Europea, che veniva ratificata con un referendum svoltosi nel marzo 2003. Nelle elezioni legislative dello stesso anno il Partito nazionalista del primo ministro uscente, Fenech Adami, nonché nuovo capo dello Stato, otteneva la maggioranza e veniva eletto il nazionalista Lawrence Gonzi. Nel maggio 2004 il Paese è entrato nell’Unione Europea e nel 2008 entrava nell’area euro. Nelle elezioni legislative del marzo 2008 il Partito nazionalista vinceva davanti al Partito laburista. Alle elezioni del 2013 i laburisti ottenevano il 55% dei consensi; il nuovo premier diventava Joseph Muscat.

Cultura: generalità

La cultura di Malta è mediterranea con forti influenze europee. Ogni popolo succedutosi nel dominio dell’isola ha lasciato profonde tracce sullo sviluppo della sua cultura materiale e immateriale. I maltesi parlano una lingua la cui grammatica è di origine araba, così come lo sono molti toponimi; il vocabolario maltese è un crogiuolo di parole di origine araba, romanza, e inglese; la grafia è invece basata sulla scrittura romana: il maltese è la sola lingua di origine semitica scritta con un alfabeto latino. I 150 anni di dominio inglese hanno soppiantato progressivamente l’influenza culturale italiana, lasciando in eredità l’inglese come una delle due lingue ufficiali dell’isola (l’altra è il maltese), e molti altri elementi appartenenti alla cultura materiale, come la passione dei maltesi per il calcio inglese e la guida a sinistra. Tuttavia, il dominio britannico non è riuscito a soppiantare l’influenza della Chiesa cattolica sull’isola, che rimane l’unico Paese in Europa in cui aborto e divorzio sono illegali. La classe intellettuale maltese guarda alla Gran Bretagna come al principale riferimento culturale, mentre la cultura popolare è influenzata dalla televisione italiana, che con le reti Rai e Mediaset è giunta sull’isola prima che essa si dotasse di propri canali televisivi. L’istruzione accademica viene impartita nell’Università di Malta a Valletta, fondata nel 1769. L’Università ha una storia prestigiosa, e rappresenta un centro di attrazione per gli studenti stranieri, grazie alla sua dimensione internazionale. L’arcipelago ha un sistema museale ricco in rapporto alle sue dimensioni; le istituzioni più rappresentative sono il Museo nazionale di archeologia e il Museo nazionale d’arte, entrambi a Valletta.

http://www.sapere.it/enciclopedia/Malta.html

 

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