Policía se alió con mafias para eliminar estudiantes en Guerrero – contropiano in italiano

Policía se alió con mafias para eliminar estudiantes en Guerrero

Iñaky Blanco, titular de la Procuraduría (fiscalía) General de Justicia del Estado de Guerrero, donde se encuentra Iguala, desveló la trama pergeñada por los uniformados en connivencia con la organización mafiosa Guerreros Unidos.

La denuncia, realizada en una rueda de prensa desde el balneario guerrerense de Acapulco, se basó en las investigaciones realizadas por el Ministerio Público desde los sucesos sangrientos del pasado fin de semana, cuando varias acciones represivas de la policía local terminaron con seis muertos a tiros.

Entre las víctimas hubo dos personas que viajaban en el autobús de un equipo de fútbol juvenil y una mujer. Ninguno de los tres tenía nada que ver con el conflicto.

Según Blanco, para rehacer el rompecabezas fue decisivo el testimonio de los 22 agentes de seguridad pública de Iguala detenidos tras los incidentes, que declararon “conscientes, orientados en tiempo y lugar y persona”, y “sin lesiones externas recientes”.

Sus armas “todas fueron disparadas recientemente” y “se estableció correspondencia” entre las municiones halladas en el lugar de las muertes y las de los uniformados, que además dieron positivo en las pruebas de radizonato de sodio (que permiten saber si han disparado por los restos que queda en la piel de la mano).

Por ello, el fiscal anunció que se ha dictado formal prisión contra ellos.

Pero esa parece solo la punta del iceberg de una intriga en la que podría estar involucrado el alcalde de Iguala, José Luis Abarca y su secretario de seguridad pública, Felipe Flores, ambos en paradero desconocido desde los sucesos violentos.

El primero tiene que responder a una orden de “presentación” y Blanco ya ha anunciado que la fiscalía presentará ante el Congreso de Guerrero un “juicio de procedencia” a efecto de que “se le retire el fuero constitucional que le protege”.

Contra el segundo, señalado por la fiscalía como uno de los mandos que instruyó la detención de los estudiantes desaparecidos, hay una orden de captura.

Junto a Flores, el director de Seguridad Pública municipal, Salgado Valladares, es responsable de buscar a los aspirantes a maestros, que pertenecían a la Escuela Normal de Ayotzinapa, mientras que el líder de Guerreros Unidos, apodado “Chucky”, fue el que ordenó eliminarlos, afirmó el fiscal.

También integraban esa organización criminal 30 efectivos de la Policía Municipal Preventiva a los que el Ministerio Público busca, denunció Blanco.

Gracias a sus indagaciones, la fiscalía guerrerense dio el sábado con seis fosas en las afueras de Iguala, concretamente en un punto denominado Pueblo Viejo.

Este domingo un portavoz del Gobierno estatal informó de el hallazgo de ocho cuerpos.

Luego subieron a veinte, según la versión de una fuente de la Secretaría de Salud de Guerrero, pero en este caso en Iguala.

Y por último se situaron en 28, entre los cuales “hay algunos completos y otros fragmentados” y muchos presentan “signos de calcinación” porque sobre los ellos “se colocó una cama de ramas y troncos” a la que se prendió fuego “con gasolina y petróleo”, relató el fiscal.

Blanco anunció que junto con los expertos mexicanos, intervendrán en las labores forenses nueve especialistas de Argentina, encabezados por Mercedes Doretti, perteneciente al Equipo Argentino de Antropología Forense (EAAF).

Se espera que en un plazo de “entre quince días y dos meses” se pueda detallar la identidad de los cuerpos.

Mientras se dilucida, el temor sigue latente en Iguala, como pudo comprobar en las calles de la localidad, donde todos los testimonios que tomó sobre el terreno solicitaron mantener en reserva sus nombres.

Un vecino de Pueblo Viejo comentó que ni vio ni escuchó nada la noche del 26 de septiembre pasado, el día de los disparos y las desapariciones. “Nosotros solo vamos del trabajo a casa y de casa al trabajo”, apuntó escueto.

“Es una pena que haya tenido que pasar esto para que vengan a ayudarnos”, dijo un taxista, mientras una recepcionista de hotel denunciaba con la boca chica que “uno no puede confiar en la Policía porque se sabe que son corruptos”.

Menos cautos, por razones obvias, se mostraron los familiares de los estudiantes de Ayotzinapa, que en Chilpancingo, la capital de Guerrero, bloquearon durante varias horas este domingo el tráfico en la Autopista del Sol, que comunica esa ciudad con la capital mexicana y con Acapulco.

http://m.s21.com.gt/desaparecidos/2014/10/06/policias-narcos-estarian-detras-secuestro-estudiantes

Guerrero: studenti rapiti dalla polizia, scoperte fosse comuni

Guerrero: studenti rapiti dalla polizia, scoperte fosse comuni

 

Sembrano esser stati confermati i timori di quanti, di fronte alla sparizione di decine di studenti della cittadina di Iguala nel Guerrero, avevano da subito pensato al peggio.

E dopo giorni di manifestazioni, petizioni, scioperi e scontri nello stato ed in altri territori del Messico, sabato alcune fosse comuni sono state scoperte nelle campagne, in un luogo isolato, ad alcuni chilometri dalla località dove dieci giorni fa la polizia e i pistoleros al soldo dell’oligarchia locale hanno attaccato circa 100 studenti della scuola magistrale ‘Normal’ di Ayotzinapa a colpi di arma da fuoco, uccidendo in totale sei persone.
Da quel momento erano spariti nel nulla 57 studenti; dopo qualche ora 14 di loro erano tornati alle loro case, raccontando di una tremenda caccia all’uomo da parte degli agenti di polizia e dei sicari che avevano sparato contro gli autobus sui quali i giovani erano saliti per recarsi ad una manifestazione e, non contenti, avevano torturato e ucciso alcuni di loro, oltre ad alcuni passanti. Degli altri 43 però nessuna traccia, fino appunto al ritrovamento delle fosse comuni nelle quali, finora, sarebbero stati rinvenuti 28 cadaveri.
Le buche sono state da subito blindate da centinaia di uomini dell’Esercito, della Marina e della Polizia Federale messicani che hanno impedito l’accesso a giornalisti e familiari, piazzando alcuni check point intorno alla località per operare un ulteriore filtro. Solo a sei ispettori della Commissione Nazionale per i Diritti Umani è stato permesso l’accesso al sito, ore dopo l’inizio dell’esumazione dei corpi. Secondo le indiscrezioni raccontate alla stampa da un agente della Polizia federale, è impossibile a vista stabilire l’identità dei corpi, che sono stati bruciati non è ancora chiaro se prima o dopo che le vittime sono state uccise.
Spetterà alle autopsie e agli esami del Dna stabilire l’identità delle vittime e la modalità della loro uccisione. Ma ci vorranno, per avere i risultati, dalle due settimane ai due mesi, almeno stando a quanto affermato dal procuratore capo dello stato del Guerrero, Iñaki Blanco. Per ora gli inquirenti non ammettono neanche che i corpi possano essere quelli degli studenti scomparsi lo scorso 26 di settembre.

L’unica cosa che Blanco si è azzardato a dire è che ci sono prove del coinvolgimento della malavita organizzata nella strage, in particolare della banda di narcos denominata ‘Guerrieri uniti’, della quale fanno parte alcuni dei 30 poliziotti e sicari arrestati all’indomani della strage di Iguala mentre il sindaco della città, Josè Luis Abarca, è tuttora latitante.
Ma il procuratore ha anche esplicitamente attaccato le organizzazioni politiche e sindacali che negli ultimi giorni si sono mobilitate per chiedere le dimissioni immediate delle autorità locali e statali che hanno permesso e coperto il massacro, la restituzione alle loro famiglie dei ‘desaparecidos’ e il blocco alla riforma degli istituti politecnici. Secondo Blanco sarebbe da condannare chi “strumentalizzando” i fatti tenta ora di ottenere un vantaggio politico.
Ma alcune delle più recenti dichiarazioni del procuratore capo dello Stato del Guerrero non lasciano dubbi sulla dinamica del massacro. “Li abbiamo uccisi noi” avrebbero confessato infatti due componenti della gang dei Guerreros Unidos catturati nei giorni scorsi. “I detenuti – ha spiegato lo stesso Blanco – hanno detto chiaramente di essere stati inviati sul luogo della strage dal capo della Polizia municipale di Iguala mentre l’ordine di uccidere i ragazzi è stato dato dal leader dei gruppo criminale ‘Guerreros Unidos’, soprannominato El Chucky”.

Poche ore dopo il rinvenimento dei cadaveri nel Pueblo Viejo di Iguala, la sera di sabato, alcune centinaia di studenti, abitanti della cittadina e contadini sono andati a manifestare fin sotto la residente del governatore dello stato del Guerrero, l’esponente del partito di centrosinistra (Prd) Angel Aguirre, per chiedere informazioni certe sul rinvenimento delle fosse comuni. Non ottenendo risposta, i manifestanti hanno lanciato pietre, bottiglie molotov e razzi contro la casa, mentre altri rovesciavano un’automobile e distruggevano la telecamera collocata all’esterno della residenza.
Poi di nuovo ieri un folto gruppo di manifestanti, composto da studenti e familiari degli scomparsi, ha protestato a Chilpancingo, capoluogo dello Stato di Guerrero, bloccando per l’ennesima volta l’autostrada che collega Città del Messico ad Acapulco.
I familiari dei desaparecidos e le organizzazioni popolari del Guerrero hanno lanciato per mercoledì 8 ottobre una giornata nazionale di lotta, mentre il gruppo guerrigliero di sinistra Erp (Esercito Rivoluzionario del Popolo) ha accusato il governatore dello stato di essere tra i principali responsabili del massacro di Iguala.

Leggi:
Messico: polizia spara agli studenti, sei morti e 57 desaparecidos

Messico: scioperi e cortei per gli studenti rapiti e uccisi dalla polizia

http://contropiano.org/internazionale/item/26714-guerrero-studenti-rapiti-dalla-polizia-scoperte-fosse-comuni

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