Falsi farmaci anti-tumore: ecco il nuovo affare della camorra; POI I TERRORISTI SONO ALTRI…. : tag ORDINARIO STORIA D’ITALIA

Falsi farmaci anti-tumore: ecco il nuovo affare della camorra

Giuseppe Crimaldi

02-Maggio-2014

Gli ultimi colpi in Campania risalgono a poco più di due settimane fa. Torre del Greco, Marcianise e Benevento: è qui che si sono verificati i blitz dei ladri di medicinali.

Hanno preso di mira i depositi delle aziende ospedaliere che custodiscono (si fa per dire) medicinali salvavita. Prodotti costosissimi e ricercatissimi su un mercato che corre lungo il doppio binario: legale il primo, e della borsa nera il secondo. Affari e fatturati a nove zeri. È la caccia ai farmaci che rientrano nella categoria degli antitumorali.

Un fenomeno che fa segnare continui e crescenti episodi l’uno più inquietante dell’altro, ma tutti contrassegnati da un unico comun denominatore: la razzia dei depositi farmaceutici che fanno capo a strutture sanitarie pubbliche. Allarme questo rilanciato ieri addirittura dal prestigioso Wall Street Journal, secondo il quale dietro questo traffico illecito si nasconderebbero le organizzazioni criminali, tra cui la camorra. Farmaci rubati, contrabbandati, contraffatti e infine distribuiti attraverso canali illegali lungo le più disparate latitudini.

La denuncia. Un grande business sul quale si sofferma il giornale newyorkese, citando tra le proprie fonti il dottor Domenico Di Giorgio, dirigente della Unità di prevenzione della contraffazione per l’Agenzia italiana del farmaco. Questo genere di prodotti sono costosissimi. Un esempio per tutti: nel Regno Unito un flaconcino di Herceptin (uno dei medicinali più richiesti dai nuovi predoni del farmaco)costa circa 675 dollari. È una delle rivelazioni del dirigente dell’Ufficio anticontraffazione dell’Agenzia del Farmaco italiana: «C’entra sicuramente il crimine organizzato».

La rete organizzata avrebbe sparso i tentacoli in tutta Europa, si occuperebbe di rubare farmaci antitumorali «negli ospedali o dai camion utilizzati per la distribuzione», intervenendo sui principi attivi, ad esempio diluendoli o sostituendoli con altre sostanze più economiche, quindi rimettendoli in commercio. Si spiegherebbero così i frequenti furti di farmaci avvenuti in Italia e in Europa, avvenuti negli ultimi tempi: non casi «isolati», ha dichiarato Domenico Di Giorgio al Wall Street Journal, ma episodi che rientrerebbero, secondo Di Giorgio, «nell’opera di reti altamente organizzate». La regia dell’operazione criminale sarebbe italiana ma, oltre alla camorra sarebbero anche altri clan dell’Europa orientale.

Sul business redditizio, che sta mettendo in apprensione per le possibili conseguenze dei falsi farmaci somministrati ai pazienti, indagano i Nuclei Antisofisticazione (Nas) dei Carabinieri. Il traffico riguarderebbe, come annunciato a metà aprile dall’Ema (L’agenzia del farmaco europea), farmaci come l’Herceptin della Roche, l’Alimta (Eli Lilly) e il Remicade (Johnson & Johnson e Merck).

La Campania. C’è tanta Campania nelle cronache che raccontano le sempre più numerose razzie legate alle scorribande notturne di chi svuota i frigoriferi degli ospedali in cui vengono custodite queste medicine. Dicevamo dell’ultima serie di furti misteriosi: tre colpi in meno di quarantott’ore che hanno fruttato ai malviventi qualcosa come 300mila euro.

Nella notte tra la domenica delle Palme e il lunedì successivo i soliti ignoti si sono introdotti all’interno dell’ospedale “Maresca” di Torre del Greco; solo poche ore dopo identico copione nell’ospedale di Marcianise – in provincia di Caserta – e poco prima dell’alba di martedì l’ultimo furto, questa volta a Benevento. In tutti e tre i casi c’è il sospetto di una mano interna, di talpe che forniscono indicazioni precise e dettagliate sui luoghi teatro dei furti e delle rapine. E il mercato nero ringrazia.

I «colpi». Ma l’elenco dei furti presso le strutture delle aziende sanitarie locali della Campania (come in molte altre del resto d’Italia) è lunghissimo. I colpi vengono messi a segno a macchia di leopardo: difficile se non impossibile prevedere dove gli specialisti a caccia di fiale e pasticche che valgono oro decideranno di colpire. E indagini a tutto campo: in prima linea i militari del Nas, il Nucleo antisofisticazione, affiancati dai carabinieri dei vari comandi provinciali interessati territorialmente. Investigazioni non semplici, ma che – da informazioni qualificate – sarebbero (almeno per alcuni casi eclatanti verificatisi proprio in Campania negli ultimi anni) a una svolta.

In Procura. Decisamente più cauti rispetto alle trancianti conclusioni riportate dal Wall Street Journal appaiono i magistrati inquirenti partenopei. E se non è una smentita, davvero poco ci manca. Dalla Procura di Napoli i pm della Direzione distrettuale antimafia fanno sapere di non avere «alcun fascicolo in evidenza»: e dunque – almeno fino a oggi – non ci sono indagini che mettano in collegamento i furti dei medicinali antitumorali con le attività della camorra, sia napoletana che casertana. E questo è un punto fermo importante.

Esistono invece decine e decine di informative dettagliate che fanno il punto sulle indagini e spiegano come i contesti ambientali nei quali prolifera il grave fenomeno dei furti di costotissimi farmaci da destinare al mercato nero sia in qualche modo riconducibile a una delinquenza agguerrita, che sa il fatto suo e che – in qualche caso – può anche avere contatti con la criminalità organizzata. Dal Nolano al Vesuviano, dal Casertano alla provincia di Salerno, passando ovviamente per Napoli, gli oggetti del desiderio dei contrabbandieri dei farmaci della speranza sono sempre gli stessi: i prodotti a base di princìpi attivi antiretrovirali, oncologici e gli emoderivati.

L’affare. «Da quando la sanità è diventato il nuovo serbatoio di soldi contanti – spiega un investigatore impegnato in prima linea nelle indagini sui furti di farmaci – e da quando i confini dell’Europa unita si sono allargati verso est, il furto dei farmaci è diventato uno dei motori che finanziano un grossissimo circuito criminale che ha radici in italia, in altri paesi del Vecchio Continente e, soprattutto, nelle regioni balcaniche». Albania, Romania, Bulgaria, ma anche Macedonia e Bosnia sono i terminali privilegiati, le mete del primo tratto di corsa che viene fatto fare ai farmaci trafugati in Italia.

Dopo i furti. I farmaci rubati negli ospedali o dai camion utilizzati per la distribuzione vengono dirottati a uno dei «grossisti» italiani capaci di garantire la custodia dei prodotti per alcune settimane. Giusto il tempo necessario, fino a quando non si calmano le acque. Poi scatta la seconda fase, che prevede la partenza dei carichi verso destinazioni straniere dove mani esperte (e menti prive di scrupoli) provvedono a far perdere ai prodotti i lori principi attivi, trasformando quelle stesse sostanze salvavita in farmaci inefficienti, o addirittura pericolosi.

«Tutto questo – conclude l’investigatore – determina tre punti di criticità: può creare danni a salute, causa perdite all’erario per decine di milioni ogni anno; e finisce col finanziare un circuito criminale». I rimedi? Uno su tutti: potenziare le barriere a presidio di questi superfarmaci, oggi debolissime.

La proposta. «Da tempo – spiega Michele Di Iorio, presidente di Federfarma Napoli – abbiamo lanciato una proposta alle aziende sanitarie locali: quella di affidare la gestione di questi farmaci ai distributori intermedi o alla piattaforma di Federfarma. Noi abbiamo insieme coi grossisti una struttura iperprotetta. Un altro strumento la “targatura” dei prodotti: ogni confezione potrebbe essere tracciato dal momento in cui lascia il deposito a quando arriva alla farmacia ospedaliera o privata. Finora però il sistema della doppia barratura ottica presente sul talloncino non è mai stato attivato. Per questo è auspicabile che al più presto decolli il più affidabile sistema a matrice, denominato QR code».

O FATTO E’ CHE NUN E AFFIDABILE ‘O SISTEMA NEL SUO COMPLESSO

POI I TERRORISTI SONO ALTRI….

http://www.ilmattino.it/NAPOLI/CRONACA/falsi-farmaci-camorra/notizie/664346.shtml

vittoria

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