trobar, Trobairitz e muse

Trobairitz e muse

Medioevo, secolo cosiddetto buio, a parte che ci trovate Dante, a parte, ma ci stavano anche i trovatori, ossia i trobar, in provenzale si chiamavano così e in provenzale trobaravano, e insieme  a loro ci stavano anche le Trobairitz! ossia donne che poetavano insieme ai trobar.
Il primo trobadore si dice che fosse Guglielmo IX d’Aquitania, ma colei che si impegnò a codificare le regole della poesia trombadorica fu Eleonora d’Aquitania.
Dama  dalla vita avventurosa e gran mecenate di artisti.
Ora non fatevi confondere dalla fonetica, che in effetti l’amor cortese era sulla linea del galante distacco dalla passionalità becera, becera ho detto, il fuoco c’era ma temperato dalla signorilità dei modi, tanto che oggi ancora si dice” è una persona cortese, veramente!” e si dice ancora “corteggiare”.
La cosa fantastica di questa forma poetica da…secolo buio era la sua coralità cioè il fatto che intendeva….”educare la società alla convivencia, l’arte di vivere insieme nel rispetto, nella caritat e nella largeusa (generosità): questo affinché l’amore elevi il tono dei rapporti interpersonali”.
Certo questo si spiega con le esigenze della società di corte, ma se pensiamo a come sono ridotte le Corti attuali, viene spontaneo dire: ridadeci i secoli bui! meglio quel buio che il parco buoi e vacche!
Tenete presente però che questa espressione artistica ha avuto una origine popolare e poi si travasò nelle corti: in effetti c’era una certa mescolanza fra corti,  monasteri, popolo, pure Dario Fo mette in risalto questo fatto con le sue ricerche in merito.

Queste dame che poi erano DOMINA, erano amate o innamorate dei trobatori e insieme ad essi poetavano.

Queste DOMINE, aristocratiche è logico,  ricevevano educazione privata o nei monasteri e sapevano di musica, di danza, di poesia, gran lettrici di testi classici, quindi esperte in filosofia anche.

di una Trobairitz si diceva che era ben enseignada e che sapeva ben trobear, mi sarei stupita del contrario!

comunque qui tre  esempi due  di una Dama e uno di origine  popolare

Comtessa (Beatrix?) de Día:

ora m’accorgo d’essermi ingannata,
poiché non gli ho donato il mio amore,
per cui ho vissuto nell’errore
sia a letto che vestita.

Come vorrei una sera tenere
il mio cavaliere, nudo, tra le braccia,
ch’egli si riterrebbe felice
se solo gli facessi da guanciale;
che ne son più incantata
di quanto Florio di Biancofiore:
io gli dono il mio cuore e il mio amore
la mia ragione, i miei occhi e la mia vita.

Bell’amico, amabile e buono,
Quando vi avrò in mio potere?
Potessi giacere al vostro fianco una sera
Potessi darvi un bacio appassionato!
Sappiate, avrei gran desiderio
Di avervi al posto del marito
con la condizione che mi concedeste
di far tutto ciò ch’io volessi.

 Guillelma di Rosers

Donna Guillelma, molti cavalieri girovagando
di notte, persa la strada per il maltempo,
cercavano, lamentandosi nella loro lingua, un rifugio;
li udirono due che, per ragioni d’amore,
se ne andavano in fretta verso le loro dame;
uno tornò indietro per aiutare quella gente,
e l’altro si diresse correndo verso la propria dama;
quale dei due fece meglio ciò che si conveniva?

Amico Lanfranco, meglio compì il suo viaggio,
a mio parere, quello che proseguì verso l’amica;
l’altro fece bene, tuttavia la sua signora
non può conoscere il suo nobile cuore altrettanto bene
come quella che vide presente davanti ai suoi occhi
il suo cavaliere di cui ha atteso l’arrivo;
e vale molto più colui che fa ciò che ha promesso
di colui che muta il suo proposito.

Anonima nota come la malmaritata

Sono graziosa, ma provo grande dispiacere
a causa di mio marito, poiché non lo voglio né lo desidero,
ben vi dirò perché sono così innamorata,
– sono graziosa –
sono piccola, giovane e fresca,
– sono graziosa –
e dovrei avere un marito di cui essere felice,
con cui potessi sempre giocare e ridere:
– sono graziosa –

Che Dio mi neghi la salvezza, se ne sono innamorata,
– sono graziosa –
non sono affatto desiderosa d’amarlo
– sono graziosa –
anzi, quando lo vedo me ne dispiaccio tanto che prego
che la morte venga presto a ucciderlo;
– sono graziosa –

Ma d’una cosa mi son ben decisa,
– sono graziosa –
se il mio amico mi ha conservato il suo amore,
– sono graziosa –
vedo la bella speranza a cui mi sono donata:
piango e sospiro, perché non lo vedo né lo posso rimirare;
– sono graziosa –

Su questa melodia compongo una graziosa ballata
– sono graziosa –
sul mio amico che tanto amo e desidero;
– sono graziosa –
e prego tutti che sia cantata a lungo,
e che la canti ogni donna cortese,
– sono graziosa –

vittoria

L’avamposto degli Incompatibili

http://controappunto.altervista.org/trobairitz-e-muse/

2. D’ON TRAURE LES IDEES

TREBALL D’INVESTIGACIÓ. Pàgines de consulta

a) Trobadors

b) Occitània

c) Trobairitz

d) Context històric i interpretacions

e) L’amor

f) Igualtat

f) Poemes

http://www.rosasanchis.com/nova_web_dep_baubo/materials_1batx/quest_trobairitz/recursos.htm

ROSA fresca aulentissima, di cielo o ciullo d’alcamo? : XIII secolo ; DARIO FO – Rosa fresca aulentissima

viola bastarda | controappuntoblog.org



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