New analysis finds human language to be one million years old (Video) + video neuroscienza, CAVE OF FORGOTTEN DREAMS ;-)

New analysis finds human language to be one million years old (Video)

 

July 10, 2013

Gli autori sostengono che una serie di mutazioni genetiche, gli sviluppi culturali, e le innovazioni tecnologiche hanno  prodotto il primo uso del linguaggio. Questo concetto va contro il concetto attualmente accettato che una singola variante genetica era la  sola  responsabile dello sviluppo del linguaggio.
L’incrocio di Neanderthal e dei popoli venuti  dall’Africa nel  sud Europa circa 50.000  di anni fa  ci spiega la causa originale della  varietà dei linguaggi attualmente utilizzati dall’uomo.
I Neanderthal erano in grado di creare un elevato livello di tecnologia per il loro tempo tra cui armi, vestiti e pitture  che avevano   un significato cerimoniale o religioso.

I 300.000 anni di storia dello  sviluppo dei  Neanderthal e la necessità di  trasmettere   queste tecnologie alle generazioni successive hanno richiesto  il linguaggio.

A comprehensive analysis of recently elucidated Neanderthal genetic structure and a complete review of Neanderthal paleontology led Dan Dediu and Stephen C. Levinson of the Max Plank Institute for Psycholinguistics to conclude that Neanderthals had and used language similar to that of modern man. The research was published in the journal Frontiers in Language Sciences on July 9, 2013.

The researchers claim their data indicates the origin of language as used by humans originated with a common ancestor of both Homo sapiens and Neanderthals called Homo heidelbergensis. This concept pushes the origin of language back from the presently accepted date of about 50,000 years ago to at least one million years ago.

The authors argue that a series of genetic mutations, cultural developments, and technological innovations produced the earliest use of language. This concept argues against the presently accepted concept that a single genetic variant was in majority responsible for the development of language.

The interbreeding of Neanderthals and peoples that came out of Africa into southern Europe about 50,000 years ago is suggested as the original source of the variety of languages presently used by mankind.

Neanderthals were capable of creating a high level of technology for their time including weapons, clothing, and decorative bead work that had either a ceremonial or religious meaning. The 300,000 year history of Neanderthals development and transfer of these technologies to succeeding generations would necessitate language.

http://www.examiner.com/article/new-analysis-finds-human-language-to-be-one-million-years-old


Andrea Carlo Moro (Pavia, 24 luglio 1962) è un linguista e neuroscienziato italiano. Per una voce più completa e aggiornata si raccomanda la lettura la versione di Wikipedia in inglese.

È attualmente professore ordinario di linguistica generale presso la Scuola Superiore Universitaria IUSS Pavia dove è responsabile della Classe di Scienze Umane, direttore del NeTS.

Si occupa prevalentemente di sintassi (campo nel quale ha dato contributi per la teoria della struttura della frase, in particolare rispetto alla nozione di copula e di espletivo e per la teoria del movimento sintattico e di neurolinguistica (fornendo contributi nella ricerca dei fondamenti biologici della Grammatica universale prevalentemente basati su tecniche di neuroimaging e sulla relazione tra la rappresentazione del mondo nel cervello e il linguaggio, esplorando in particolare la natura e gli effetti della negazione).

Nel primo ambito la sua tesi è che nelle frasi copulari dove il predicato è costituito dalla stessa categoria del soggetto – è un sintagma nominale, dunque – la posizione preverbale canonicamente occupata per tutti gli altri verbi dal soggetto di predicazione può essere anche occupata dal predicato nominale. Tecnicamente, per distinguere le due frasi si usa dire che la prima è una “frase copulare canonica”, “la seconda una frase copulare inversa”. In questo senso, la teoria proposta porta dati difficilmente compatibili con quello che Lepschy nella storia della linguistica del Novecento indica come uno dei contributi fondamentali della grammatica generativa, vale a dire l’identificazione configurazionale delle funzioni grammaticali. Per una valutazione critica sull’impatto di questa teoria sulla struttura della frase si veda in particolare Chomsky 2013, Kayne 2011, Den Dikken 2010, Graffi 2000, Everaert et al. 2006, Hale -Keyser tra gli altri. Per quanto riguarda la teoria del movimento sintattico, la tesi fondamentale è che questo fenomeno sia da mettere in relazione con un procedimento di rottura di simmetria che altrimenti bloccherebbe la computazione della frase: per una valutazione si veda Richards 2010 ed i riferimenti ivi citati.

Nel secondo ambito di ricerca, svolto con gruppi diversi di neuropsicologi e neurobiologi, due sono stati i contributi: il primo, aver portato dati empirici conclusivi a favore dell’ipotesi che il formato della sintassi delle lingue umane non sia un fatto culturale, sociale o convenzionalema, ma sia profondamente radicato nella struttura neurobiologica del cervello. Questa posizione, criticata nel classico di Lenneberg “I fondamenti biologici del linguaggio”, non aveva ancora ottenuto dati su soggetti normali (si veda ad esempio la recensione citata di Marcus et al. 2003). Il metodo utilizzato che fa leva su tecniche di neuroimmagini come la risonanza magnetica funzionale, replicato in vari esperimenti e da diversi centri come Lipsia, Amburgo, Jena e Zurigo (Moro 2013 per un’antologia dei lavori rilevanti), consiste nel verificare che grammatiche artificiali (in particolare sintassi artificiali) che non seguono le proprietà della grammatica universale di Chomsky non attivano i circuiti neuropsicologici tipicamente attivati in compiti linguistici. Un secondo contributo consiste nell’aver mostrato che la negazione frasale è in grado di modulare un sistema fronto-parieto-temporale tipicamente coinvolto nell’interpretazione delle frasi d’azione (e ovviamente nell’esecuzione delle corrispondenti azioni). Questo risultato apre nuove prospettive sull’interazione linguaggio-cervello al di fuori dell’analisi delle regolarità sintattiche analizzate da Chomsky. Per l’impatto di su questo ambito delle teorie proposte si vedano tra gli altri Kandel et al. 2013, Chomsky 2013, la Marcus et al. 2003 e Newmeyer 2005.

Bibliografia dell’autore selezionata

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

 

CAVE OF FORGOTTEN DREAMS – LA GROTTA DEI SOGNI …

Homo sapiens, la filogenesi umana : The Day of the First Flute – Wolfgang Amadeus Mozart: The Magic Flute- choir- the last trial

http://www.controappuntoblog.org/2013/08/23/homo-sapiens-la-filogenesi-umana-the-day-of-the-first-flute-wolfgang-amadeus-mozart-the-magic-flute-choir-the-last-trial/

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