Cara socialdemocrazia: inflazione alle stelle per Argentina e Venezuela – “L’equazione impossibile” di Mario Livio : Burn/Queimada

Pane e pomodoro mettono in crisi l’Argentina

Per sessanta giorni gli argentini dovranno ridurre il consumo del pomodoro, la cui piantagioni sono state danneggiate dal clima. E non solo. Anche il grano sta passando un momento difficile: il peggior raccolto da decenni e il fatto che sempre più agricoltori preferiscono piantare soia ha fatto salire il prezzo del pane alle stelle

Niente pomodori fino a settembre. Il Governo argentino ha infatti chiesto alle famiglie di impegnarsi a fare a meno dei pomodori per i prossimi 60 giorni, nella speranza che le rese dei raccolti di settembre siano migliori. «Per motivi stagionali, che includono la rotazione delle colture, si informa la popolazione di una possibile carenza nell’approvvigionamento dei pomodori – afferma il comunicato diffuso dal ministero del Commercio unito alla Corporazione del mercato centrale di Buenos Aires -, per un lasso di tempo approssimativo di 60 giorni si suggerisce il consumo di prodotti alternativi». Le autorità hanno sottolineato poi che «esiste un grande approvvigionamento degli altri prodotti ortofrutticoli che fanno parte del paniere basico» per rimpiazzare l’uso del pomodoro. E il governo ha invitato le associazioni dei consumatori ad «aiutare la popolazione nell’uso di ricette alternative che permettano un’alimentazione sana delle famiglie argentine».

Il pomodoro è frutto molto presente sulle tavole argentine, anche a causa dell’influenza della cucina italiana nel paese (circa il 50% della popolazione è discendente di italiani), e la loro coltivazione è tra i fulcri dell’economia del Paese, sia a livello interno che per le esportazioni. «Quest’anno ci sono stati problemi con il clima nelle zone di produzione e non si è riusciti a raggiungere la solita quantità di prodotto – ha affermato Fabián Zeta, a capo della Camera degli operatori ortofrutticoli del Mercato Centrale – per questo stiamo chiedendo al consumatore di essere più responsabile». Secondo le previsioni del governo, passati questi 60 giorni, comincerà la produzione nella zona di Corrientes (nel nord-est del paese), e questo dovrebbe normalizzare l’approvvigionamento. Per ora, il prezzo del pomodoro ha subito dei forti rialzi, passando nelle ultime settimane dai 10 pesos al chilo (1,4 euro circa) a quasi il doppio, 18 pesos (2,5 euro).

Non si tratta però della prima sfida della stagione per le tavole argentine, che sono al momento già in difficoltà per la scarsità di farina, a causa di uno dei peggiori raccolti di grano della storia a cui ha fatto seguito un forte rincaro del prezzo del pane. Il governo ha quindi deciso di vietare le esportazioni di grano per cercare di porre un freno all’ascesa del costo del pane, che sembra non volersi fermare, applicando la legge di approvvigionamento che obbliga i produttori e gli esportatori a vendere sul mercato interno le scorte di grano.

La mossa del governo è un argine contro il prezzo del grano stesso, che solo nella prima metà del 2013 è cresciuto addirittura del 50%, ovvero circa il doppio del tasso di inflazione argentino. La crescita del prezzo del grano si è chiaramente ripercossa su quello della farina e, a cascata, su quello del pane che aveva raggiunto il prezzo record di più di 20 pesos al chilo (circa 3 euro, in alcune zone del paese anche di più): per un paese produttore di grano come l’Argentina, è un prezzo inaccettabile. La presidente Kirchner, attraverso la legge di approvvigionamento ha voluto abbassare il prezzo del pane di circa il 25% e ha trattato con i produttori affinché un chilo di pane arrivi a costare  10 pesos al chilo. Le motivazioni alla base di un rincaro così forte sono diverse. Innanzitutto il raccolto annuale che quest’anno ha subito un vero e proprio crollo passando da 15 milioni di tonnellate a 9: un raccolto così povero in Argentina non si vedeva dal 1899. In secondo luogo, sempre più agricoltori preferiscono piantare soia al posto del grano, in quanto maggiormente convenienti sotto un profilo dei prezzi internazionali e senza restrizioni alle esportazioni.

La previsione del “pane economico” è stata elogiata dalle associazioni del settore della panetteria, che affermano come il problema non sia tanto nella mancanza del bene, quanto piuttosto nella speculazione dei produttori sui prezzi del grano «che ce l’hanno e pretendono il doppio del prezzo rispetto a quanto verrebbe esportarlo». È dal 2006 che i governi argentini devono far fronte a problemi simili, ponendo soglie e limiti alle esportazioni. Infine, l’ultimo problema è di natura monetaria. Il peso, infatti, sta continuando a svalutarsi nei confronti del dollaro americano rendendo le esportazioni argentine sempre più vantaggiose sotto un profilo economico.

Sfide forti che il governo sta cercando di affrontare, sebbene sia sotto costante attacco per le misure prese nel passato e nel presente, i cui effetti potranno essere valutati solo nel lungo periodo, e a pochi messi dalle elezioni legislative che si terranno il 27 ottobre.

http://pangeanews.net/economia/pane-e-pomodoro-mettono-in-crisi-largentina/

Cara socialdemocrazia: inflazione alle stelle per Argentina e Venezuela

Crescita e occupazione, ma anche tanta inflazione. È questo il bilancio di due delle maggiori economie regionali, accomunate da una certa affinità ideologica: il latte argentino costa più della benzina e il rum venezuelano è meglio ordinarlo doppio, perchè presto il prezzo sarà triplicato

Da redazione · 26 lug, 2013 · 1 Commento

La Banca Centrale del Venezuela ha emesso qualche giorno fa un dato allarmante: nei primi sei mesi dell’anno, l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto del 39,6%, raddoppiando la cifra già esorbitante dell’anno precedente, quando l’aumento era stato del 21,3%. Senza raggiungere questi volumi, anche in Argentina la popolazione ha a che fare da circa sei anni con un importante aumento nel costo della vita.

La settimana scorsa, Julieta Camadone del quotidiano finanziario El Cronista Comercial riportava dati di diverse associazioni di consumatori, secondo cui un litro di latte costava al supermercato più di un litro di benzina alla stazione di servizio: 7,40 pesos per il latte intero in busta plastica, 8,50 e finanche 9,30 per quello in brick, quando il litro di nafta super comune costa 7,30.

Un’indagine di mercato commissionata da un altro mattutino di Buenos Aires, Clarin, noto per la sua posizione avversa all’amministrazione della presidenta Cristina Kirchner, nonché per aver fatto del carovita una bandiera di critica, ha rilevato che fare la spesa a Buenos Aires è più costoso di molte e importanti capitali occidentali. Su un campione d’analisi che comprende Parigi, Londra, Madrid e New York, sullo stesso paniere di prodotti di consumo solo Parigi è risultata essere più cara e solo del 5%.

Come viene raccontato da un panettiere intervistato questa settimana da Pangea News, la rapida crescita dei prezzi porta i rivenditori a dosare la distribuzione nel tempo, per cercare di speculare. Dalla sua, l’Argentina ha l’annuncio di un importante ritmo di crescita nel prodotto interno lordo. Cristina ha parlato infatti di un +4,9% interannuale nei primi 6 mesi del 2013. Un fiore all’occhiello che, stando ai dati rilevati finora, non si può appuntare Caracas, dove l’ancora giovane gestione Maduro riporta una crescita di poco superiore allo 0,7%.

Alerta mundial por una crisis alimentaria (Argentina no se quedaría afuera)

Desde el Banco Central (BCRA) consideraron que “la situación crítica en los Estados Unidos continuará afectando los precios de las principales materias primas” y agregaron que “el precio del maíz, y fundamentalmente el de la soja, podrían ir incrementándose”.

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Alerta mundial por una crisis alimentaria (Argentina no se quedaría afuera)

Existe una gran preocupación mundial por una posible crisis alimentaria en los diferentes países que llevaría a una emergencia para el 2013. Estas estimaciones se desprenden de los precios de los alimentos y de los factores que influyen en estas subas.

El Banco Central (BCRA) consideró que “la situación crítica en los Estados Unidos continuará afectando los precios de las principales materias primas, al menos hasta que comiencen a conocerse con mayor precisión los datos de la siembra sudamericana”.

En ese marco, “el precio del maíz, y fundamentalmente el de la soja, podrían ir incrementándose, en la medida que se vayan cuantificando de manera más precisa los daños ocasionados por la falta de humedad en el suelo y de lluvias en el hemisferio norte”, señaló esta semana el Panorama Global de Commodities del BCRA.

Del estudio se desprende que esa sería la tendencia, de replicarse la situación registrada entre diciembre de 2008 y junio de 2009, cuando la sequía de Sudamérica afectó la oferta mundial.

Por el momento, según el Banco Central, las cotizaciones de los principales productos agrícolas evidenciaron “significativos incrementos”, de 2 dígitos en julio, influidos por la fuerte sequía de Estados Unidos y el este de Europa, y la consiguiente reducción de la oferta esperada.

El panorama detectó a la vez una fuerte caída de los costos de producción y transporte de las materias primas agrícolas.

Los precios de los fertilizantes registraron en julio una baja interanual de 11%, mientras la urea, el producto más utilizado en la Argentina, se abarató un 19%.

En cuanto a los fletes marítimos, el Baltic Dry Index (BDI) sigue mostrando una elevada volatilidad (creció 12,7% mensual en julio), pero “resultó 23% inferior a los valores de un año atrás, y se ubicó en torno a sus mínimos valores de los últimos 25 años”.

Diversos analistas -subrayó el panorama- “siguen estimando que continuará el sesgo bajista en los precios del transporte marítimo, dada la sobreoferta de capacidad de bodega en la industria naviera mundial, al menos por unos años”.

Como riesgo en cuanto a los precios agrícolas, el informe destaca “el accionar de los inversores especulativos, que podrían desarmar posiciones en los próximos meses para toma de ganancias”.

Esa hipótesis podría concretarse “fundamentalmente en los contratos de soja y maíz, dadas las elevadas posiciones compradoras netas que registran”, advirtió el BCRA.

También manifestó que podría registrarse “cierta disminución en la demanda de maíz de los Estados Unidos destinada a la producción de etanol”.

Foto: Urgente24.com

Urgente24.com

http://www.acopiadores.com/noticias/alerta-mundial-por-una-crisis-alimentaria-argentina-no-se-quedaria-afuera-6325

IL PROBLEMA DEI PROBLEMI

IL PROBLEMA DEI PROBLEMI E’ SEMPRE QUELLO

LA FAME! E LO SFUTTAMENTO

NT Tōkyō Papa 34900000 inca. Yokohama, Kawasaki
2 New York USA 21600000 incl. Newark, Paterson
3 Sŏul (Seoul) South Korea 21150000 incl. Inchon, Songnam
4 Ciudad de México Mexico 20750000 incl. Nezahualcóyotl, Ecatepec, Naucalpan
5 São Paulo Brazil 20250000 incl. Guarulhos
6 Mumbai (Bombay) India 18150000 incl. Kalyan, Thane, Ulhasnagar
7 Ōsaka Japan 18000000 incl. Kobe, Kyoto
8 Delhi India 17150000 incl. Faridabad & Ghaziabad
9 Los Angeles USA 16800000 incl. Riverside, Anaheim
10 Jakarta Indonesia 15850000 incl. Bekasi, Bogor, Depok, Tangerang
11 Al-Qāhirah [Cairo, Kairo] Egypt 15100000 incl.
Al-Jizah, Shubra al-Khaymah

12 Kolkata (Calcutta) India 14550000 incl. Haora
13 Buenos Aires Argentina 13700000 incl. San Justo, La Plata
14 Manila Philippines 13450000 incl. Kalookan, Quezon City
15 Moskva [Moskau] Russia 13200000
16 Karāchi Pakistan 12300000
17 Rio de Janeiro Brazil 12250000 incl. Nova Iguaçu, São Gonçalo
18 Shanghai China 12200000
19 London Great Britain and Northern Ireland 11850000
20 Tehrān [Teheran] Iran 11050000 incl. Karaj
21 İstanbul Turkey 11000000
22 Dhaka (Dacca) Bangladesh 10350000
23 Paris France 9800000
24 Chicago USA 9400000
25 Lagos Nigeria 9250000
26 Beijing [Peking] China 9200000
27 Lima Peru 7900000
28 Washington USA 7850000 incl. Baltimore
29 Bogotá (Santa Fe de) Colombia 7700000
30 Krung Thep [Bangkok] Thailand 7500000
31 Johannesburg South Africa 7450000 incl. Soweto, East Rand, West Rand
32 T’aipei [Taipeh] Taiwan 7400000
33 San Francisco USA 7250000 incl. Oakland, San Jose
34 Chongqing China 7200000
35 Chennai (Madras) India 7100000
36 Hong Kong (Xianggang) China 6950000 incl. Kowloon
37 Kinshasa Congo (Dem. Rep.) 6600000
38 Lahore Pakistan 6500000
39 Bangalore India 6350000
40 Philadelphia USA 6300000
41 Hyderābād India 6150000
42 Ruhr Germany 6050000
43 Al-Khartūm [Khartoum] Sudan 5950000
44 Boston USA 5900000
45 Detroit USA 5850000 incl. Windsor (Canada)
46 Tianjin China 5750000
47 Sankt-Peterburg (Leningrad) Russia 5550000
48 Dallas USA 5500000 incl. Fort Worth
49 Santiago Chile 5450000
50 Madrid Spain 5150000
51 Nagoya Japan 5150000
52 Ahmadābād India 5050000
53 Baghdād [Bagdad] Iraq 5000000
54 Al-Iskandarīyah [Alexandria] Egypt 4950000
55 Houston USA 4900000
56 Toronto Canada 4900000
57 Belo Horizonte Brazil 4750000
58 Wuhan China 4750000
59 Guangzhou [Canton] China 4700000
60 Yangon (Rangoon) Myanmar 4700000
61 Ar-Riyād Saudi Arabia 4500000
62 Harbin China 4500000
63 Atlanta USA 4400000
64 Caracas Venezuela 4400000
65 Shenyang China 4400000
66 Sydney Australia 4250000
67 Thanh Pho Ho Chi Minh (Saigon) Vietnam 4250000
6 8 Berlin Germany 4200000
69 El Djazaïr (Algiers, Algier) Algeria 4200000
70 Guadalajara Mexico 4100000 incl.
Zapopan

71 Pune (Poona) India 4100000 incl. Pimpri-Chinchwad
72 Miami USA 4050000 incl. Fort Lauderdale
73 Pusan (Busan) South Korea 4050000
74 Abidjan Côte d Ivoire 3900000
75 Barcelona Spain 3800000
76 Kuala Lumpur Malaysia 3800000
77 Milano [Milan] Italy 3800000
78 Porto Alegre Brazil 3800000
79 Casablanca (Dar-el-Beida) Morocco 3750000
80 Recife Brazil 3750000
81 Monterrey Mexico 3700000
82 Seattle USA 3700000
83 Chengdu China 3600000
84 P’yŏngyang North Korea 3600000
85 Montréal Canada 3550000
86 Phoenix USA 3550000
87 Ankara Turkey 3500000
88 Athínai [Athens] Greece 3500000
89 Melbourne Australia 3500000
90 Medellín Colombia 3450000
91 Salvador Brazil 3450000
92 Chittagong Bangladesh 3400000
93 Kyyiv [Kiev, Kiew] Ukraine 3350000
94 Jiddah Saudi Arabia 3300000
95 Roma [Rome] Italy 3300000
96 Singapore Singapore 3300000
97 Fortaleza Brazil 3200000
98 Sūrat India 3150000
99 Kano Nigeria 3100000
100 Minneapolis USA 3100000

Cifre non aggiornate

http://www.controappuntoblog.org/2012/01/28/il-problema-dei-problemi/

Le Guerre della Fame e piccolo puzzle

http://www.controappuntoblog.org/2012/10/31/le-guerre-della-fame-e-piccolo-puzzle/

tutti i tempi passarono… come passanti

http://www.controappuntoblog.org/2012/07/23/tutti-i-tempi-passarono-come-passanti/

“L’equazione impossibile” di Mario Livio

http://www.controappuntoblog.org/2012/07/25/l%E2%80%99equazione-impossibile-di-mario-livio/

 

Riscaldamento globale – cause e conseguenze

Sempre più critica la situhttp://www.controappuntoblog.org/2012/08/14/riscaldamento-globale-cause-e-conseguenze/

azione dell’Artico, Cryospher

http://www.controappuntoblog.org/2012/08/14/sempre-piu-critica-la-situazione-dell%E2%80%99artico-cryosphere/

Simple Science Projects on Climate Change

http://www.controappuntoblog.org/2012/08/01/simple-science-projects-on-climate-change/

La economía del pan – Ennio Morricone – Queimada – 26.Studi Per Un Finale (Secondo)

 

http://www.controappuntoblog.org/2013/04/30/la-economia-del-pan-ennio-morricone-queimada-26-studi-per-un-finale-secondo/

la siccità del secolo, dicono: ma siamo al 2012. – U.S. drought drives up food prices worldwide

 

http://www.controappuntoblog.org/2012/08/14/la-siccita-del-secolo-dicono-ma-siamo-al-2012-u-s-drought-drives-up-food-prices-worldwide/

Marx

Nel sistema creditizio, la cui espressione più compiuta è il sistema bancario, sembra che la potenza materiale ed estranea sia spezzata, che il rapporto dell’autoalienazione sia soppresso e l’uomo riannodi rapporti umani con l’uomo. I sansimonisti, ingannati da questa parvenza, considerano lo sviluppo del denaro, le cambiali, la carta moneta, i rappresentanti cartacei del denaro,il credito e la banca, come una graduale abolizione della separazione dell’uomo dalla cosa, del capitale dal lavoro, della proprietà privata dal denaro e del denaro dall’uomo. L’organizzazione bancaria è quindi il loro ideale.
In realtà questa soppressione della estraneazione questo ritorno dell’uomo a se stesso e dunque all’altro uomo non è se non illusione; e tanto più essa è una alienazione e una disumanizzazione assai più infame ed estrema, in quanto il loro elemento non è più la merce, il metallo, la carta, ma l’esistenza morale, l’esistenza sociale, la stessa interiorità del cuore umano; in quanto, sotto la spoglia della fiducia dell’uomo verso l’uomo, essa è la massima sfiducia e l’alienazione totale…
Nel credito, al posto del metallo o della carta, l’uomo stesso è diventato l’intermediario dello scambio, non però in quanto uomo, ma in quanto esistenza di un capitale e dei suoi interessi. Il medio dello scambio è dunque certamente tornato e trasferito, dalla sua figura materiale, nell’uomo, ma solo perché l’uomo stesso, estraniato a sé, è diventato egli stesso una figura materiale. Non è già il denaro ad esser superato nell’uomo, nel rapporto di credito,ma è l’uomo stesso che viene mutato in denaro, ovvero è il denaro che si è incorporato in lui.
L’individualità umana, la morale umana è diventata essa stessa sia un articolo di commercio, sia un materiale in cui esiste il denaro.Invece di moneta e carta, la mia propria esistenza personale, la mia carne ed il mio sangue, la mia socievolezza e la mia considerazione sociale sono la materia, il corpo dello spirito del denaro. Il credito secerne e si taglia il valore del denaro non più nel denaro, ma nella carne umana e nel cuore umano.  A tal punto tutti i progressi e le incoerenze all’interno d’un sistema falso sono sommo regresso e somma coerenza dell’infamia…

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