le donne dall’India al’Italia alla ricerca della protezione dello Stato e delle leggi dello Stato

Italia come India: lo stupro è ancora reato di lieve entità!

PROVO A RAGIONARE SUL  PERCHE’ LO STUPRO E’ UN REATO DI LIEVE ENTITA’ E SPONTANEA MI VIENE LA RISPOSTA :

PERCHE’ LA DONNA IN TUTTO IL MONDO E’ DI LIEVE IDENTITA’!

ORA A ME SEMBRA NORMALE E GIUSTO, PURE, CHE  LE DONNE ESPRIMANO LA LORO COLLERA,  ANCHE IN MANIERA VIOLENTA, CONTRO L’IGNOMINIA DELLO STUPRO E CONTRO OGNI ALTRA IGNOMINIA, MA MI CHIEDO: E’ RAGIONEVOLE CHIEDERE LEGGI PIU’ SEVERE E RICHIEDERE LA PROTEZIONE DELLO STATO?

IN INDIA LE DONNE DOVREBBERO PENSARE CHE AL POTERE LUNGAMENTE NEL LORO PAESE VI  SONO STATE DELLE DONNE: DA Indira Priyadarshini Gandhi a Sonia Gandhi; IL POTERE E’ SEMPRE STATO IN MANO ALLA SUPER CASTA GANDHI. NON HANNO MAI AFFRONTATO IL PROBLEMA PERCHE’ IRRRISOLVIBILE SENZA METTERE IN DISCUSSIONE TUTTO L’ORDINAMENTO POLITICO ECONOMICO DELL’INDIA;

 IN ITALIA ABIAMO AVUTO ED ABBIAMO MINISTE DONNE AD IOSA CHE SONO STATE E SONO DISASTROSE COME E PIU’ DEGLI UOMINI!

ALLORA O DUNQUE: E’ UNA QUESTIONE DI GENERE SOLTANTO O LA QUESTIONE DI GENERE E’ INSERITA NELL’ORDINAMENTO POLITICO ECONOMICO DEGLI STATI E LA SUDDITANZA DELLE DONNE E’ FUNZIONALE A TALE ORDINAMENTO?

PER ME LA RISPOSTA E’ SCONTATA.

STA  DI FATTO CHE LE DONNE IN INDIA E LE MASSE IN RIVOLTA SU QUESTA IGNOMINIA IN INDIA  CHIEDONO SOSTANZIALMENTE  LA PENA DI MORTE PER QUESTO REATO, NON CHIEDONO L’ABOLIZIONE E IL ROVESCIAMENTO DI UN ORDINAMENTO POLITICO ECONOMICO E QUINDI SOCIALE CHE E’ CAUSA DELL’IGNOMINIA DELLO STUPRO E DI TUTTE LE ALTRE IGNOMINIE.

IL CHE SIGNIFICA CHE LA “QUESTIONE” RESTERA’ SENZA SOLUZIONE, METTERE ANCHE LA PENA DI MORTE PER QESTO REATO SPECIFICO, SENZA ROVESCIARE L’ORDINAMENTO POLITICO ECONOMICO DELLO STATO, NON FERMERA’ LA VIOLENZA DEGLI STUPRATORI E NON CAMBIERA’ LA CONDIZIONE DELLE DONNE.

STESSO DISCORSO IN ITALIA:

 PROVVIDENZIALMENTE!, IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE! ESCE UN PRETE CHE IN MERITO AL “FEMMINICIDIO”(TRA VIRGOLETTE PERCHE’ NON MI PIACE IL TERMINE) DICE CHE LE DONNE SONO DELLE PROVOCATRICI PERCHE’ NON FANNO LA CALZETTA , BRUCIANO L’ARROSTO E VANNO IN GIRO MEZZE NUDE!

AVREMO, ABBIAMO MANIFESTAZIONI CON ASPIRANTI DEPUTATESSE E MINISTRESSE IN PRIMA LINEA!

DEL RESTO E’ SUI PROBLEMI REALI DEL PROLETARIATO E DI CHI E’ SOTTOMESSO, CHE   DONNE IN SPECIFICO E IN SPECIE , FANNO LE LORO FORTUNE DI QUOTE ROSA.

SENZA RIVOLUZIONE PROLETARIA NESSUNA SOLUZIONE!

Vittoria

L’Avamposto degli Incompatibili

Italia come India: lo stupro è ancora reato di lieve entità!

20 dicembre 2012

Abbiamo parlato della triste vicenda accaduta giorni fa in India, dove una ragazza su un autobus è stata stuprata e ridotta in fin di vita da diversi uomini, compreso l’autista. La storia fa il giro del mondo, sopratutto per la reazione della polizia indiana che ha ostacolato una manifestazione a difesa delle donne; in Italia passa quasi in sordina.

L’arretratezza e i tabù sessuali del nostro paese fanno sì che di stupro non se ne parli a meno che non si voglia fare una campagna contro l’immigrazione clandestina. Le martellanti propagande politiche del biennio 2008-2009 hanno fatto conoscere agli italiani l’esistenza del reato di stupro ma hanno creato un pregudizio “solo gli immigrati violentano le donne” ignorando che un 66% di italiani (dati pubblicati in quel periodo) sono principali autori di stupro. Le propagande politiche hanno dimostrato che del dolore delle donne non c’è spazio: la donna può essere pensata solo come vittima passiva, in termini di proprietà privata da difendere contro lo straniero aggressore che odia le donne, ignorando allo stesso tempo che ogni due giorni in Italia, si consuma un femminicidio a causa dell’incapacità del nostro Stato di prevenire queste morti, così ancora offuscato dalla credenza che “queste cose le fanno solo gli immigrati”.

Invece no. Abbiamo dimostrato più volte che la violenza di genere, sopratutto quella sessuale contro le donne non ha nazionalità, siamo solo certi che ha un sesso. Intanto, a pochi giorni di distanza dal brutale stupro consumatosi nella capitale indiana, viene condannato un sedicente medico di Lugano che lavorava in Italia da anni operando in una clinica per curare le ragazze malate di anoressia nervosa.

Lo chiamavano il dottor Anoressia, il signor Bernasconi, il cui nome ha un’assonanza familiare, è stato condannato a soli sette anni e mezzo di reclusione!

Dal caso che emerge grazie ad un’inchiesta del’Espresso, il “professor” Waldo Bernasconi, che si definiva ”uno psicoantropologo”,  o meglio “un amico di queste ragazze”, giovani donne che vivono il cibo come un’ossessione. A Bernasconi è collegata la casa di cura Sana Vita di Lugano. Cosa si nascondeva in questa clinica?  Bernasconi, non era iscritto all’albo degli psicoterapeuti in Svizzera, in Italia risulta iscritto all’ordine degli psicologi in Toscana, ma come tale gli è permesso di fornire soltanto servizi di consulenza, ma le Asl di alcune regioni hanno rimborsato le spese sostenute dalle loro assistite per il ricovero al Sana Vita di Lugano. Secondo l’inchiesta, nel 2003, il governo del canton Ticino impose limiti severi all’attività del Sana Vita luganese poiché non poteva essere una clinica abilitata alla cura di pazienti sofferenti di disturbi alimentari, precisato su documento del Dipartimento della sanità ticinese del 26 agosto 2003. Dunque non può accettare pazienti che “richiederebbero il ricovero in una struttura psichiatrica o in una clinica somatica di tipo acuto”. Nel novembre del 2003, Bernasconi annunciò le dimissioni dalla carica di direttore scientifico del Sana Vita.

Nel settembre del 2005 una giovane donna di 22 anni si suicida, un’altra donna, affetta da gravi disturbi psichici, ha più volte tentato il suicidio durante il ricovero. Le inchieste vanno avanti e si scoprono particolari più macabri. Sfruttamento e violenze sessuali a numerose ragazze.

Bernasconi che raggiunse la fama grazie alle reti Mediaset che lo descrivevano come un “guru”, forte anche di agganci politici nel Canton Ticino, era riuscito a conquistare la fiducia delle donne e delle famiglie delle ragazze affette di anoressia, promettendole di porre fine alle proprie sofferenze. Nonappena entrate nella clinica, il “medico” abusava della fragilità psicologica delle pazienti per abusare di loro. Venivano inoltre costrette a indossare abiti succinti e a esibirsi in bikini. Durante il processo, durato più di due anni, Bernasconi si difende sostenendo che il suo era metodo ”neoreichiano”,una sorta di percorso terapeutico per portare le ragazze a riacquistare l’autostima, la consapevolezza di se stesse e del proprio corpo. Peccato che una di loro si è, appunto, suicidata, nel 2005.

Scandalosa la condanna. Rispetto ai nove anni e tre mesi (che sono comunque pochi) chiesti del Pm, i giudici del tribunale di Como hanno concesso uno sconto, non riconoscendo provata l’accusa di truffa, si è concluso con una pena bassissima: 7 anni e mezzo di carcere per un falso medico stupratore, truffatore, che ha portato al suicidio una ragazza. Con una pena così bassa, il tribunale di Como non ha tenuto conto diversi reati e nemmeno la gravità degli stessi:

  • aggravante dello stupro su persone psicologicamente fragili;
  • stupro seriale;
  • ha spinto al suicidio una giovane donna;
  • associazione a delinquere e truffa (reati non inclusi nella condanna);
  • non sono stati condannati i complici che hanno taciuto

Il giudice ha tenuto conto solo del reato di stupro. Anche se avrebbero considerato soltanto il reato di stupro, la condanna è comunque bassissima,  poiché non si tiene conto delle prime tre aggravanti descritte. Ovviamente siamo in Italia, dove stuprare una donna è considerato ancora un reato di lieve entità. Non è l’unico stupro preso alla leggera, perché molte volte i tribunali fanno a pezzi le vittime e stabiliscono in modo incivile e disumano cosa è il consenso anche se la vittima dichiara che non ha acconsentito al rapporto. Una quattordicenne è stata violentata dal padre del suo fidanzatino, ma secondo il gup non ci sarebbe stata alcuna violenza perché lei non ha gridato. Anzi c’è molto di più: i giudici fanno praticamente a pezzi la ragazzina reputandola una di facili costumi poiché dopo il rapporto iniziò uno scambio di messaggi tra lei e l’uomo. L’imputato è stato condannato con una pena lievissima (2 anni e mezzo) per atti sessuali con minorenne e atti osceni in luogo pubblico perché il rapporto si è consumato all’interno di un’automobile. Con una sentenza simile si torna indietro di 30 anni quando lo stupro era reato contro la morale.

Ma quanti stupri si concludono con una pena detentiva o con un processo? Veramente pochi nel nostro Paese, a prescindere dall’efferatezza del reato. Perfino i tentati omicidi si concludono con gli arresti domiciliari-come è successo da poco vicino a Taranto-con tutto il rischio di fuga e reiterazione che ha permesso di uccidere Emiliana e altre vittime di femminicidio. Allora ci sarebbe veramente da riflettere, anzi dobbiamo prendere esempio dalle donne indiane, occupare le piazze perché lo Stato italiano è dalla parte dei violenti!

http://comunicazionedigenere.wordpress.com/2012/12/20/italia-come-india-lo-stupro-e-ancora-reato-di-lieve-entita/

India: ancora proteste contro gli stupri. Scontri a New Delhi

Proseguono da giorni le manifestazioni in India contro la violenza sulle donne, esplose dopo il caso di stupro a danno di una ragazza di 23 anni avvenuto una settimana fa.

Di fronte all’incedere delle proteste il governo ha tentato di correre ai ripari, dando ordine alla polizia di vietare qualsiasi tipo di manifestazione nel centro di Delhi, ma il divieto è stato subito infranto nella giornata di ieri, quando la capitale è tornata a riempirsi di migliaia di manifestanti.

Una manifestazione spontanea composta da donne e uomini (tra cui moltissimi studenti) si è riversata nelle strade di Delhi ed è tornata a dirigersi nuovamente verso il palazzo presidenziale, dove si trovano anche il Parlamento e alcuni ministeri.

L’area era stata resa inavvicinabile da transenne e schieramenti di polizia ma il corteo ha tentato comunque di avvicinarsi e di rimuovere le barriere che formavano la zona rossa attorno al palazzo presidenziale; la polizia, evidentemente in difficoltà nel tentare di contenere la rabbia del corteo, ha risposto con l’uso di manganelli, idranti e lacrimogeni contro i manifestanti.

Il corteo ha chiesto una maggiore sicurezza per le donne all’interno della città (in cui i casi di stupro sono molto frequenti) ma alcuni striscioni e cartelli cercavano anche di ribaltare le scusanti molto spesso addotte ai casi di violenza sulle donne, recitando frasi come “non diteci come dobbiamo vestirci, dite a loro di non stuprarci”.

Nei giorni scorsi il ministro dell’Interno aveva annunciato l’ergastolo per i 6 autori della violenza (che sono stati tutti identificati ed arrestati) e ieri ha aggiunto che valuterà anche la pena di morte che una parte dei manifestanti invocava in alcuni cartelli.

Ma le proteste di questi giorni sembrano sempre più voler andare oltre la richiesta di ‘giustizia’ per il caso di una settimana fa e chiedere invece un cambiamento più generale per la condizione delle donne indiane; una richiesta di fronte alla quale il governo sta rispondendo con difficoltà, limitandosi a promettere pene più pesanti e misure securitarie nella capitale.

La giornata di protesta di ieri è stata sicuramente una delle più grosse e di fronte alla quale la polizia ha risposto con maggiore violenza ma mobilitazioni di diverso tipo proseguono con continuità in molte parti dell’India, mentre un gruppo di donne sta presidiando da giorni l’ospedale in cui è tuttora ricoverata la ragazza vittima della violenza.

http://www.infoaut.org/index.php/blog/femminismoagenders/item/6456-india-ancora-proteste-contro-gli-stupri-scontri-a-new-delhi

Nascere e morire donne in India

Nel codice Manu, trattato legale datato tra il II secolo a. C. e il II secolo d. C., è scritto che la donna non deve mai essere lasciata da sola ma sotto tutela dell’uomo

Tradizionalmente il popolo indiano è prettamente maschilista, la donna non è altro che un’eterna inferiore, dipende prima dal padre, poi dal marito e infine dai figli.

La donna deve sposarsi, è il suo “compito”, i matrimoni sono stipulati dai genitori e gli sposi spesso sono scelti attraverso brevi trafiletti sui giornali.
Molte famiglie per procurare alle figlie uno sposo che le rispetti (e che si rispetti) devono sborsare, come dote, cifre superiori alle proprie possibilità, indebitandosi per intere generazioni. Non solo, accade spesso che suocere e mariti, insoddisfatti della dote ricevuta, si sbarazzino delle mogli, simulando incidenti domestici, liberandosi così dal vincolo del matrimonio, altre volte, giovani donne, esasperate dalle pressioni della famiglia, vengono spinte al suicidio.

Inoltre la donna, dal punto di vista religioso, non ha nessuna possibilità di salvezza, di conseguire direttamente il moksa (la salvezza), ma deve garantirsi, con i propri doveri di moglie devota, la rinascita come uomo per poter finalmente intraprendere il cammino per la libertà.

Poiché il sistema delle caste indiano non concede spazio al singolo in quanto tale, esso è considerato in rapporto alla sua funzione; quando quest’ultima viene meno l’individuo è svalorizzato al punto di essere emarginato e/o estromesso dal contesto sociale.

E’ proprio quanto, ad esempio, accade alle vedove che, perdendo con la morte del marito la loro ragione d’essere quali spose, finiscono per non avere più alcuna collocazione nella società e nella famiglia.
Sottoposte a violenze psicologiche quali l’allontanamento dai figli, la proibizione di risposarsi e la sottrazione dei gioielli di nozze, le donne indossano sari (tradizionale veste) bianchi, si coprono il capo, quando non è rasato, e trovano l’unica consolazione nella religione.

Ad esempio a Vrindavan più di 500 vedove trovano rifugio nel “Bhagvan Bhajan Ashram”, dove cantando per 8 ore al giorno inni sacri a Krishna, ricevono 250 grammi di riso, 50 grammi di dhal (legumi) e 10 rupie (circa 500 lire). Alla sera si ritirano a gruppi in sordide stanze in attesa di una grazia che non arriverà mai.

Serena Penagini

http://www.lifegate.it/it/eco/people/viaggi/viaggiare/nascere_e_morire_donne_in_india.html

Brutal Gang Rape Shocks India

http://www.controappuntoblog.org/2012/12/21/brutal-gang-rape-shocks-india/

The Origin of the Family, Private Property and the State – Christophe DARMANGEAT, Le marxisme à l’épreuve des progrès de l’anthropologie

 

http://www.controappuntoblog.org/2012/11/29/the-origin-of-the-family-private-property-and-the-state-christophe-darmangeat-le-marxisme-a-l%E2%80%99epreuve-des-progres-de-l%E2%80%99anthropologie/

Karl Marx and the Death Penalty . Robert M. Bohm

 

http://www.controappuntoblog.org/2012/07/29/karl-marx-and-the-death-penalty-robert-m-bohm/

Marx ed Engels hanno scritto nella Sacra famiglia

http://www.controappuntoblog.org/2011/12/23/marx-ed-engels-hanno-scritto-nella-sacra-famiglia/

origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato di Friedrich Engels

http://www.controappuntoblog.org/2011/12/12/origine-della-famiglia-della-proprieta-privata-e-dello-stato-di-friedrich-engels/

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