Bambino portato via dalla polizia a scuola : aggiornamenti

Il drammatico provvedimento è stato adottato in base a un decreto della Corte d’appello di Venezia che è stato esibito da un drappello di assistenti sociali, un medico, dal padre del bimbo e alcuni poliziotti che si sono presentati dopo mezzogiorno alla direttrice dell’istituto, Marina Zanon. In quelle pagine si stabilisce «l’allontanamento del minore dall’ambiente materno e il suo affido in via esclusiva al padre», con collocamento in una comunità. Il bimbo è stato letteralmente portato via con la forza, visto che cerca di divincolarsi con altrettanto vigore dettato dalla disperazione. È a quel punto che intervengono anche un paio di agenti dell’Ufficio minorenni della questura. Due persone lo tengono per le gambe. Un altro lo afferra per le spalle, mentre lui tira calci. Cade a terra. Viene trascinato. Si dispera. Tutto inutile. Alla fine viene caricato su un’auto. Fuori dalla scuola ci sono la mamma e i nonni, riprendono la scena con una videocamera. Ci sono molti genitori, altri bambini.

Inchiesta del capo della polizia. L’episodio ha immediatamento scatenato polemiche e reazioni dal mondo politico. Prime fra tutte l’indignazione del presidente del Senato Schifani che ha condannato i metodi adottati dagli agenti e richiesto un intervento immediato del capo della polizia Manganelli, che che ha immediatamento aperto un’inchiesta interna. Il filmato integrale è stato trasmesso all’Autorità Giudiziaria per l’attività di competenza della stessa.

Il questore di Padova. «È stata una spettacolarizzazione messa in atto dai familiari materni in una vicenda complessa»: così il questore di Padova, Vincenzo Montemagno, ha commentato l’intervento dei suoi uomini nella scuola di Cittadella. Montemagno ha evidenziato che è stato lo stesso padre del minore a chiedere un aiuto a un agente per prenderlo, visto che si divincolava, e farlo salire in auto».

La mamma di Leonardo. «Sono andata nella casa famiglia con il pediatra e ho chiesto che il bambino venisse visitato, ma non mi è stato permesso», ha raccontato alla trasmissione Mattino cinque Ombretta Giglione, la mamma del ragazzino. «Leonardo – ha spiegato la mamma – è stato portato in comunità perché‚ la Corte d’Appello di Venezia ha emesso un decreto sulla base del fatto che al bambino era stata diagnosticata la Pas (sindrome da alienazione parentale). Secondo la Pas, se il bambino non viene prelevato dalla famiglia materna e resettato in un luogo neutro, come una sorta di depurazione, non potrà mai riallacciare il rapporto con il padre. Tutto questo in base ad una scienza spazzatura che arriva dall’America». «In Italia – ha proseguito – ci sono modi più civili per far riallacciare i rapporti tra padre e figlio; Leonardo vedeva suo padre in incontri protetti una volta alla settimana, ogni settimana».

La preside della scuola. «Anch’io sono rimasta sconvolta e turbata da quanto ho visto ieri – spiega la dirigente scolastica Marina Zanon – Abbiamo fatto uscire dalla classe i compagni dell’alunno destinatario del provvedimento del giudice e solo dopo sono entrati gli assistenti sociali e i poliziotti. Tutto all’interno della scuola si è svolto senza urla e senza che gli altri compagni di scuola vedessero, in quanto sono rimasti dentro le aule fino a quando il bimbo è stato portato in auto. Ho visto le immagini di Chi l’ha visto, fornite alla trasmissione dalla zia del piccolo, e mi hanno fatto piangere, perché penso alla situazione drammatica in cui si trova ora il piccolo».
A QUESTO PUNTO IO MI CHIEDO MA UN PRESIDE PUO’ OPPORSI AD UNA PROCEDURA DEL GENERE? SICURAMENTE NO, ALTRIMENTI NON PIANGEREBBE.E A ME PARE VERGOGNOSO CHE AGENTI POSSANO ENTRARE IN UNA SCUOLA AD ARRESTARE BAMBINI, CHE DI UN ARRESTO DI FATTO SI TRATTA
Il provvedimento del giudice. L’intervento di ieri era solo l’ultima di una drammatica serie di sequenze che si sono fatte sempre più concitate. Gli assistenti sociali avevano provato altre quattro volte, dal 25 agosto in poi, a eseguire il provvedimento che toglie il ragazzo alla madre, laureata in farmacia, per affidarlo al padre, un avvocato padovano.

La prima volta si era rifugiato nella sua cameretta, rimanendo aggrappato alla rete del letto ore. Anche le altre volte aveva opposto una resistenza tale da far sospendere l’esecuzione.
Visto il rifiuto ad uscire di classe, il direttore didattico ha preferito far allontanare gli altri compagni. Aggrappato al suo banco è rimasto solo il bimbo, il cui comportamento scolastico viene considerato irreprensibile. Ad entrare sono stati gli assistenti sociali, il medico e il padre. Ma la reazione è stata molto violenta.

http://www.ilmattino.it/italia/primopiano/bambino_portato_via_a_forza_da_scuola_dalla_polizia_deve_stare_col_padre_video/notizie/224792.shtml

la psicologa: ”Non si trascina via così un bambino”

Il caso del piccolo portato via con la forza. Parla Anna Oliverio Ferraris.

Michela Rossetti

Non c’è giustificazione che tenga. Un bambino di 10 anni non si trascina via con la forza e non lo si tratta come un criminale in un contesto per lui importante come la scuola”.

Non ha dubbi Anna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia dello sviluppo in età evolutiva all’Università La Sapienza di Roma, commentando il video diffuso da “Chi l’ha visto”.
Nel filmato si vedono chiaramente alcuni agenti trascinare Leonardo (questo il nome del piccolo) per le mani e i piedi e portarlo in macchina, eseguendo l’ordine che prevede l’affidamento del minore al padre.
“Nonostante siano generalmente molto preparati e spesso laureati in psicologia – spiega l’esperta – in questo filmato sembra evidente la mancanza di preparazione degli operatori. Un bambino non si trascina via così con la forza. Ha ragione chi nel video dice: ‘Un bambino si ascolta, non si porta via’”.

La scuola una scelta sbagliatissima

La psicologa sottolinea poi la scelta sbagliata del prelevarlo a scuola. “Poco importa che in precedenza siano stati fatti dei tentativi a casa, falliti perché il piccolo si nascondeva magari influenzato dalla famiglia. La scuola non è un ambiente neutrale ma uno dei luoghi sociali più importanti per un bambino di quell’età. Aver visto la polizia cercarlo, di fronte a tutti i suoi compagni di scuola, non lo ha certo aiutato”.

Troppa arroganza

Nel video – prosegue – colpisce anche l’arroganza di uno degli agenti che rivolgendosi alla zia le dice ‘Io sono un funzionario di polizia, lei non è nessuno’”

Perchè in casa famiglia e non con i parenti?

La Ferraris non sa immaginare la situazione che possa aver portato il tribunale a togliere il bambino dalla mamma, ma si chiede perché sia stata scelta la casa famiglia e non il meno traumatico affidamento a un parente.
“Quello che è certo – ci dice – è che troppo spesso tra due genitori che litigano ci va di mezzo un bambino, trattato come un oggetto e in questo caso, purtroppo, perfino come un criminale

 

http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?titolo=%27%27Inaccettabile+un+bambino+portato+via+a+forza+come+un+criminale%27%27&idSezione=17893

 

Bambino portato via dalla polizia a scuola : VERGOGNE ITALICHE

http://www.controappuntoblog.org/2012/10/11/bambino-portato-via-dalla-polizia-a-scuola-vergogne-italiche/

 

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