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Il Diritto, la violenza, la solidarietà – interviste ad avvocato e solidali sul nuovo processo d’appello per l’Operazione Tramonto-

 

Wednesday, 16 May 2012 10:14
Il 12 Febbraio 2007 scatta l’operazione tramonto. Circa 500 agenti in tenuta sommossa fanno irruzione in 70 abitazioni e in diversi spazi sociali e arrestano 15 persone con l’accusa di “associazione sovversiva con finalità di terrorismo”. Ha inizio così un lungo percorso processuale e politico che ancora oggi non è terminato e che vede ancora incarcerati 7 compagni.

Ultimamente la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di appello e ha disposto di ricelebrare il secondo grado del processo dopo aver riscontrato decisive ambiguità nell’interpretazione delle normative “antiterrorismo”. Per questo motivo questo nuovo processo, istruito in tutta fretta, potrebbe entrare a piè pari nel dibattito politico, culturale e semantico sul tema della “violenza”.

Il “Diritto” si rivela così ancora una volta come campo non neutrale ma al contrario come luogo di elaborazione  di un discorso del potere su sè stesso e sulla difesa della propria legittimità costituita. Volenti o nolenti che siano gli imputati alla sbarra, questi lugubri palazzacci grigio cemento diventano forzatamente luoghi in cui si manifesta uno scontro di valori.

In questi giorni abbiamo chiesto all’Avvocato Pelazza di spiegarci meglio i cardini teorici di questa nuova fase processuale e di aiutarci a ragionare sulla non neutralità del Diritto e sul ruolo della solidarietà. Abbiamo poi chiesto ad una compagna di raccontarci lo svolgimento della prima udienza del nuovo processo d’appello, mentre in una terza intervista, che rendiamo disponibile in allegato, una compagna ci parla dell’esperienza di “Amici e Parenti”.

Ascolta

http://www.radiocane.info/cronache-dal-fronte/1199-il-diritto-la-violenza-la-solidarieta-interviste-attorno-al-processo-di-ieri-interviste-attorno-.html

 

MENTRE SAGUNTO BRUCIA,
A ROMA SI CONTINUA A DISCUTERE!!!

Ieri 26 il solito Vitello ci ha espropriato di altri 5 compagni, fra cui 3
amici e fratelli, con cui condividevamo la nostra lotta per la libertà e la
giustizia sociale nella Tuscia.
Nella stessa giornata un altro PM, quello di Bologna, privava della libertà
altri 5 compagni in varie parti d’Italia. Il tutto solo pochi giorni dopo
gli arresti di Saverio, Salvatore ed altri 3 compagni di Lecce e altri 7
arresti in Sardegna.
Guarda caso tutti questi arresti hanno in comune il reato addebitato: il
solito 270bis. Insomma quell’articolo di codice che permette ai servi dello
Stato di tenere in galera tutti coloro che  non si piegano alle regole di
questo Stato senza produrre prove di qualsiasi tipo.
Come possiamo scordare che altri 4 compagni sono privati da 10 mesi della
loro libertà (sempre con la stessa imputazione) con prove inesistenti anche
per il cosiddetto Tribunale del Riesame, che nel confermare gli arresti
diceva:
gli indizi sono labili, con queste prove sarebbero sicuramente assolti,
allora li teniamo dentro in attesa che arrivino le prove.
Adesso invece di presentare prove, il Vitello presenta nuovi imputati, in
modo da ottenere eventuali supplementi d’inchiesta, e in modo da supportare
con questi arresti gli arresti di 10 mesi fa. E qualcuno continua a chiedere
la giustizia giusta e ad invocare lo Stato di diritto!!!
Ma noi che non ci siamo mai fatti imbambolare da queste baggianate, non
scriviamo queste righe per piangere o lamentarci per questi arresti, sono
cose che da sempre abbiamo messo in conto.
Se scriviamo è perchè vorremmo che tutti i compagni, che vogliono lottare
contro lo Stato e il Sistema che lo produce, cominciassero a ragionare e a
discutere della fase che stiamo attraversando, per comprendere quali armi
repressive stanno cercando di utilizzare e quali sono gli strumenti che si
possono mettere in campo per contrastare i mezzi usati dai servi del Potere.
Sappiamo benissimo che l’uso del 270, del 270bis non è nuovo, ma sappiamo
anche che l’uso di questi articoli del codice penale di questo Stato negli
ultimi anni è diventato sempre più frequente, ossessivo oseremmo dire.
Perchè? Noi pensiamo che ciò sia dovuto alla stessa debolezza di questi
articoli. Spieghiamo.
Nel processo Marini è stato utilizzato per la prima volta (almeno in tempi
recenti) questo articolo del codice, perchè ci si era resi conto che era
l’unico strumento utilizzabile per colpire un movimento, quello anarchico,
che non poteva essere colpito nel suo insieme con le “leggi normali”.
Infatti sapevano che, forse potevano riuscire a condannare qualcuno per
“reati specifici”, ma nell’insieme non avevano strumenti per reprimere
tutti.
Ma, come si è poi visto, neanche il 270bis funzionava, tanto è vero che,
almeno sotto quell’aspetto il processo è stato un flop. Perchè?
Perchè il 270bis era stato scritto (e pensato) in un’altra fase storica,
quella degli anni ’70, quando a contrastare un Sistema ancora basato sulla
centralità della fabbrica erano delle forze fondate sulla centralità della
classe operaia e abbastanza strutturate a livello non solo programmatico, ma
anche organizzativo. Pertanto quando il Codice recitava:
“Chiunque promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni che si
propongono il compimento di atti di violenza con fini di eversione dell’
ordine democratico è punito con la reclusione da 7 a 15 anni. Chiunque
partecipa a tali associazioni è punito con la reclusione da quattro a otto
anni”. era già attrezzato a reprimere duramente (più duramente di quanto
faceva il 270 del codice Rocco) quelli che all’epoca lottavano contro il
Sistema.
Ma con lo smantellamento della centralità operaia, la precarizzazione del
lavoro e la frantumazione dei rapporti sociali, anche le organizzazioni
politiche conosciute in quegli anni erano entrate in crisi ed in gran parte
si erano dissolte.
Scende in campo (per usare una terminologia cara al comandante del ministro
di polizia Pisanu) a contrastare il Sistema un’altra lotta condotta non più
da organizzazioni strutturate, con direzioni e comitati centrali, ma da
individui o collettivi poco strutturati e non riconducibili direttamente
a…
Il Sistema entra in crisi. Per due motivi: prima di tutto perchè
tecnicamente non riesce a venire a capo della nuova situazione; e
soprattutto perchè in una fase di crisi strutturale del sistema economico
non è in grado di garantirsi quel consenso sociale, che finora gli ha
permesso di isolare chi non si piegava alla sua logica.
Ed allora il Potere cerca di aggiornare ed affinare le tecniche repressive,
preparando (come da tempo il già citato Pisanu promette) un nuovo comma del
270 (il quater) specificamente contro gli anarchici e contro gli altri
rivoluzionari non reprimibili coi commi precedenti.
Quali sono i passi che si sono succeduti (e per certi versi si succedono)
verso quell’obiettivo?
Non esistendo la grande associazione, si è provato a cercare le piccole
organizzazioni.
Con l’inchiesta di Taranto del 2001 si perseguirono alcuni compagni per il
270bis locale. In parole povere si diceva che esisteva un’organizzazione di
tipo locale, che aveva in programma di commettere reati in ambito locale.
Quell’inchiesta passò quasi in sordina nell’ambito dei compagni, e fu un
male, perchè non ci si rese conto che era un primo banco di prova, per
saggiare la capacità di resistenza ad un salto di qualità che il Sistema
faceva in campo repressivo.
Il banco di prova fece un ulteriore passo in avanti con l’inchiesta
denominata Sud Ribelle. Infatti pure lì non si parlava di un’organizzazione
strutturata come nei tempi passati, ma di un coordinamento fra varie
organizzazioni, che avevano in comune alcuni obiettivi (nello specifico, per
Fiordalisi, portare a Genova lo scontro reale del Sud d’Italia e del mondo
in generale).
Quella volta una certa resistenza venne fuori, anche per la notorietà di
qualche imputato, ma anche questa resistenza si ammosciò presto, lasciando
intravvedere ai PM di tutt’Italia la possibilità di alzare il tiro: se si
era riusciti a colpire “i buoni del movimento”, si poteva riuscire a maggior
ragione a colpire “i cattivi” anarchici o no che fossero.
Ed infatti dopo pochi mesi cominciano a proliferare inchieste locali per il
270bis.
Però si segue un’altra tecnica: dapprima il Vitello apre quella che dovrebbe
nei suoi piani essere “la madre di tutte le inchieste”, l’inchiesta
Cervantes, in cui ipotizza l’esistenza su scala nazionale di un’associazione
finalizzata a compiere attentati ed altro, associazione non più strutturata
secondo i vecchi canoni, ma strutturata secondo gli ormai famosi gruppi di
affinità.
Per dimostrare l’esistenza di questa famosa associazione, ecco che arrivano
zelanti PM ad aprire le inchieste locali.
A dire il vero il primo che apre le inchieste locali è proprio lo stesso
Vitello, che il 17 Febbraio del 2004 apre un’inchiesta contro il Comitato
cittadino contro il carcere e la repressione sociale di Viterbo, dove
ipotizza, oltre allo scontato 270bis, il coinvolgimento dei compagni negli
stessi reati citati nell’inchiesta Cervantes. E per spiegare meglio agli
altri PM qual’è l’obiettivo che si vuole perseguire (cioè l’accorpamento
delle varie inchieste locali in una nuova grande inchiesta) il 27 Luglio
dello stesso anno inserisce buona parte di quelli del Comitato anche
nell’inchiesta Cervantes. Non solo, inserisce nella Cervantes anche un
compagno inquisito per un’altra inchiesta locale in Toscana.
E finalmente  anche gli altri PM capiscono ed aprono anche loro inchieste
sempre per il 270bis in varie parti d’Italia.
Ed ecco quindi inchieste in Sardegna, a Lecce, Bologna ecc.ecc.
Inchieste che dapprima partono a livello locale, a volte senza nemmeno
ipotizzare il 270bis, come è avvenuto a Pisa, dove l’indagine sulle C.O.R.
solo in un secondo momento viene trasferita a Firenze con l’aggiunta di quel
reato, ma come ormai recitano quasi tutti i PM vanno inserite nel variegato
fenomeno anarco-insurrezionalista, ipotizzando l’auspicata (da parte di
Vitello e Pisanu) unificazione di tutte le inchiesta.
Sembra insomma che stanno preparando un processo Marini2. Naturalmente anche
Pisanu si prepara a fare la sua parte, ed infatti dopo la retata dei giorni
scorsi in Sardegna si è affrettato a dire che quell’inchiesta poteva dare la
stura alla nuova legge contro gli anarco-insurrezionalisti.
Ma come fare per approvare questa legge, senza avere grossi intoppi?
Semplice, con l’unità nazionale. Proprio in questi giorni, la Confindustria,
Ciampi e di converso il governo fanno appelli alla responsabilità di tutti:
ai sindacati a spegnere le proteste, all’opposizione a fare la sua parte
nella grave congiuntura economica e così via. E questo nuovo clima idilliaco
che si vuole instaurare in campo istituzionale dove credete che  trovi il
cemento se non nella lotta comune contro “il terrorismo”? Figuriamoci se
anche i sinistri non troveranno logico e sacrosanto questo comportamento del
governo, a parte forse Rifo, che però sicuramente lascerà fare per amor di
governo.
Il resto è cronaca di questi giorni, e non la ripetiamo.
Solo un ultimo inciso vogliamo fare: quasi sempre viene reiterato il
leit-motiv degli arresti senza prove. Ora forse può essere anche giusto
ribadire questo nell’intervento sociale, per far rimarcare il fatto che
questi demonizzano per parare se stessi, ma parlando fra di noi è inutile
rimarcarlo, perchè lorsignori si sono inventato il 270bis proprio per
questo, per colpirci senza aver bisogno di produrre una sola prova.
Non a caso, come abbiamo visto l’articolo 270bis recita: “Chiunque promuove,
costituisce, organizza o dirige associazioni che si propongono il compimento
di atti di violenza con fini di eversione dell’ordine democratico è punito
con la reclusione da 7 a 15 anni.” Non dice associazioni che compiono atti
di violenza, ma associazioni che si propongono il compimento di atti di
violenza. Per cui i PM non hanno bisogno di produrre prove, loro devono solo
dimostrare che uno vuole sovvertire lo Stato. Ora a meno che uno non
abiuri……
Ma pensiamo sia venuto il momento di cominciare a scambiarci le idee su
questi temi e di cominciare a vedere il da farsi, se vogliamo andare
maggiormente preparati all’attacco che lo Stato sta sferrando.
O vogliamo continuare così?

http://www.controappunto.org/documentipolitici/MENTRE%20SAGUNTO%20BRUCIA.htm

29 Maggio 2005

L’Avamposto degli Incompatibili

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