COLTAN

COLTAN

La guerra che da 4 anni sconvolge la zona dei Grandi Laghi in Centro Africa viene fatta passare come una guerra tribale, del resto anche la guerra nei Balcani era stata definita una guerra “etnica”.

Il Congo confina con Congo Brazzaville, Repubblica Centrafricana, Sudan, Uganda, Ruanda, Burundi, Tanzania, Zambia e Angola.

Stati tutti creati dalle imprese coloniali dell’occidente. E tutti coinvolti in quella che viene definita la prima guerra mondiale del Continente Africa.

Risorse naturali del Congo: cobalto, rame, petrolio, diamanti ,oro, argento, zinco, manganese, stagno, carbone, legname, COLTAN.

Il coltan (una miscela di cobalto e wolframio) è usato nell’industria aerospaziale e degli armamenti, specialmente missilistica; veramente questo coltan ce lo troviamo molto spesso fra le mani : nelle batterie dei telefonini cellulari, negli ayrbag, nella tecnologia avanzata e persino nei giochi elettronici dei nostri ragazzi.

L’economia del Congo è rimasta sostanzialmente quella coloniale, cioè le multinazionali continuano a depredare le risorse di quel Paese. La polvere nera detta coltan, fra l’altro radioattiva, viene estratta a mano da schiavi uomini, donne, bambini? che spesso sono anche prigionieri di guerra: viene messa in sacchi e portata ad un “raccoglitore”.

File di esseri umani che tra il fango o la polvere fanno questo perpetuo viaggio dalla foresta al “raccoglitore”.

Questa schiavitù viene pagata con un “salario” di 10 dollari alla settimana; in compenso però le quotazioni del coltan in Borsa salgono alle stelle e sono in continua ascesa.

In merito a questo coltan bisogna dire che circolano tante “storie”; c’è per esempio una società “provvisoria” SOMIGL, che vede partecipazioni diverse e poco chiare, tanto che la voce popolare dice che non è una società provvisoria ma una società” fantasma”; si sa che aerei niente affatto fantasmi partono, senza pagare alcuna tassa, carichi di oro, diamanti e soprattutto niobio e coltan: su queste ” voci” una commissione dell’ONU era partita per fare un’inchiesta: è tornata a mani vuote per le minacce subite.

Ora se noi consideriamo la merce COLTAN invece di quella prosciutto riusciamo forse a capire meglio certi meccanismi.

Innanzitutto usciamo sulla questione del Reddito di cittadinanza universale da un ottica occidentalocentrica e ne capiamo di più “l’urgenza”, e poi ci risulta più chiaro il rapporto fra lavoro vivo e lavoro immateriale.

Se il lavoro vivo ha un valore di 10 dollari a settimana è chiaro che il plus-valore non è dato tanto dal lavoro vivo, ma da meccanismi diversi che ad esso sono connessi: se noi pensiamo alla vecchia Compagnia delle Indie, il meccanismo era lineare: la Compagnia aveva i suoi piantatori che facevano parte della Compagnia, la Compagnia trasportava la merce, la Compagnia aveva le azioni in Borsa. Ora la multinazionale non ha la sua Ditta ma si serve dei “raccoglitori”, insomma dei subappalti, la merce viene trasportata non si sa dove, non si sa da chi, e in borsa cosa arriva? non più cannella o the, ma Nokia, il quale Nokia è fatto anche di COLTAN, il quale NOKIA è si una merce concreta , ma ha valore in quanto Nokia, è   contemporaneamente una cosa astratta, cioè un mero marchio, infatti quando non si chiama NOKIA ma ha un altro nome, magari cinese, pure essendo di COLTAN ha un prezzo inferiore. Cosa significa questo? che intorno alla materia coltan, si aggirano e si sommano tante cose: immagini pubblicitarie, marchi, potere di contrattazione degli acquirenti, passaggi fra vari rappresentati, collaborazione di persone che curano l’estetica del prodotto, insomma tutta una serie di cose che non hanno nulla a che vedere col lavoro vivo, ma che aggiungono valore, o meglio plus-valore allo stramaledetto Nokia: E’ tutta questa massa di passaggi che fa salire le quotazioni in  Borsa e che crea il flusso di capitali che ruota intorno al COLTAN.

Questo discorso vale sia per la Nike, che per le Industrie Farmaceutiche e anche per la merce automobile. E pure per lo stesso McDonalds, il quale mi pare che non venda dei semplici e materialissimi  panini, ma  panini simbolo, insomma il panino archetipo del mondo globalizzato, anche per quel materialissimo panino il plus-valore è dato, in maggior parte dalla stramaledetta M maiuscola che vediamo ogni dove e in ogni momento. Insomma da tanto lavoro immateriale che gira pure intorno a lui.

Naturalmente quando poi una merce è ottima e per l’industria bellica e per la tecnologia le azioni, non quelle pie, ma quelle di Borsa sono più remunerative.

Ora chi nella estrazione o produzione di merce impegna lavoro vivo, in questa fase, possiamo continuare a chiamarlo “lavoratore”? L’esempio del Coltan ci dice di no. Il COLTAN ci dice che siamo tornati indietro alla schiavitù. Una schiavitù che ha diversi gradi di ferocia e diverse scale di assoggettamento, ma sempre schiavitù è.

Una cosa è chiara ed evidente che tutte le produzioni sono diventate produzioni di morte: prima la merce era messa sul mercato per soddisfare dei bisogni, ora i bisogni sono creati ad arte dalla merce, e questo non mi pare un passaggio da poco!. Anche perché fa diventare il potere del capitale sempre più totalizzante, tutto l’essere anche quello psichico è sussunto dalla merce archetipo o dalla merce feticcio, se preferite.

Inoltre il progresso tecnologico  che va di pari passo con un arretramento sociale, culturale e dello status dei “lavoratori”consente di produrre merci in abbondanza, tant’è che siamo in una fase di crisi  da sovrapproduzione.E quando c’è crisi di sovrapproduzione necessita allargare i mercati e per allargare i mercati necessita la GUERRA:vediamo quindi che viene buttato giù il muro per allargare il mercato ad Est che viene disintegrata la jugoslavia per il completamento del famoso corridoio del petrolio sponsorizzato dai Turchi-Israeliani e che sempre in Medio Oriente e Kurdistan è già cominciata la guerra per la “merce “acqua, merce destinata a diventare preziosissima, più dei diamanti e del Coltan stesso; per allargare questo mercato l’Amerika si è estesa dall’Alaska alla Terra del  Fuoco cacciando Fidel all’angoletto.

Lo stesso business delle biotech ci fa capire il cambiamento di “natura” della merce: Non basta più avere la merce seme o pianta o animale, la merce vivente deve essere “fabbricata” in laboratorio per acquistare plus-valore tramite il brevetto e finire in Borsa e per far nascere una gallina senza penne da quotare in Borsa occorre del lavoro che  è altra cosa dal lavoro-vivo. Senza contare che pure il nostro DNA finisce in Borsa. E una volta che si sarà creato questo grande mercato di merci costruite, naturalmente si creerà anche il grande mercato dei prodotti “ruspanti” e biologicamente certificati.

Penso che se noi impariamo a vedere le cose, come si dice, a 360 gradi forse capiremo  tante cose e riusciremo anche a capire meglio cosa significa chiedere il reddito di cittadinanza universale e incondizionato.

Uscire quindi dalla società del lavoro coatto è una necessità di autoconservazione, da una parte,  e dall’altro è anche un impegno di solidarietà internazionalista, uscendo dalla società del lavoro non ci sarà più chi produce elicotteri  AGUSTA per andare a bombardare i Kurdi, per esempio, e nemmeno chi produce Uranio o Amianto oltre al Coltan.

Quindi, per me il richiamo a riunire le soggettività disperse, diventa ancora più incisivo e fattibile se diviene uno strumento per uscire dal proprio particolarismo  occidentale e riesce  a diventare anche uno strumento di lotta antimperialista.

NON LAVORARE PER VIVERE

23 Aprile 2001

http://www.controappunto.org/documentipolitici/lavoro%20e%20reddito/coltan.htm

Coltán, el Oro del Siglo XXI. from malwhiski on Vimeo.

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