- La storia
- La storia non si snoda
- come una catena
- di anelli ininterrotta.
- In ogni caso
- molti anelli non tengono.
- La storia non contiene
- il prima e il dopo,
- nulla che in lei borbotti
- a lento fuoco.
- La storia non è prodotta
- da chi la pensa e neppure
- da chi l’ignora. La storia
- non si fa strada, si ostina,
- detesta il poco a paco, non procede
- né recede, si sposta di binario
- e la sua direzione
- non è nell’orario.
- La storia non giustifica
- e non deplora,
- la storia non è intrinseca
- perché è fuori.
- La storia non somministra carezze o colpi di frusta.
- La storia non è magistra
- di niente che ci riguardi. Accorgersene non serve
- a farla più vera e più giusta.
- La storia non è poi
- la devastante ruspa che si dice.
- Lascia sottopassaggi, cripte, buche
- e nascondigli. C’è chi sopravvive.
- La storia è anche benevola: distrugge
- quanto più può: se esagerasse, certo
- sarebbe meglio, ma la storia è a corto
- di notizie, non compie tutte le sue vendette.
- La storia gratta il fondo
- come una rete a strascico
- con qualche strappo e più di un pesce sfugge.
- Qualche volta s’incontra l’ectoplasma
- d’uno scampato e non sembra particolarmente felice.
- Ignora di essere fuori, nessuno glie n’ha parlato.
- Gli altri, nel sacco, si credono
- più liberi di lui.
FANFARA
lo storicismo dialettico
materialista
autofago
progressivo
immanente
irreversibile
sempre dentro
mai fuori
mai fallibile
fatto da noi
non da estranei
propalatori
di fanfaluche credibili
solo da pazzi
la meraviglia sintetica
non idiolettica
né individuale
anzi universale
il digiuno
che nutre tutti
e nessuno
il salto quantitativo
macché qualitativo
l’empireo
la tomba
in casa senza bisogno
che di se stessi e nemmeno
perché c’è chi provvede
ed è il dispiegamento
d’una morale
senza puntelli eccetto
l’intervento
eventuale
di un capo carismatico
finché dura
o di diàdochi
non meno provvidenziali
l’eternità tascabile
economica
controllata
da scienziati
responsabili e bene
controllati
la morte
del buon selvaggio
delle opinioni
delle incerte certezze
delle epifanie
delle carestie
dell’individuo non funzionale
del prete dello stregone
dell’intellettuale
il trionfo
nel sitema trinitario
dell’ex primate
su se stesso su tutto
ma senza il trucco
della crosta in ammollo
nella noosfera (*)
e delle bubbole
che spacciano i papisti
modernisti o frontisti
popolari
gli impronti!
la guerra
quando sia progressista
perché invade
violenta non violenta
secondo accade
ma sia l’ultima
e lo è sempre
per sua costituzione
tu dimmi
disingaggiato amico
a tutto questo
hai da fare obiezioni?
- da Satura
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