Robert Glasper bis nel senso che c’è un post del 2012









Robert Glasper la stella del jazz più amata dai rapper

Scritto da Elfio Nicolosi on . Postato in Articol

Andrea Morandi firma un bell’articolo su Repubblica, in cui il pianista/compositore e bandleader Robert Glasper parla del suo ultimo album “Black Radio 2”.

“Mescola Herbie Hancock con i Radiohead, il jazz con l’hip hop, i suoi fan si chiamano Jay Z e Kanye West, e per cantare con lui c’ è una lunga fila di dive, da Norah Jones a Macy Gray passando per Erykah Badu: a soli trentacinque anni, il pianista texano Robert Glasper è senza alcun dubbio uno dei personaggi più influenti della scena contemporanea, un talento assoluto capace, in nemmeno due anni, di volare dalla nicchia del jazz newyorchese alla cima delle classifiche di mezzo mondo grazie a due dischi: “Black Radio” e “Black Radio 2”.
Dopo il premio Grammy vinto con il primo album della serie nel 2012, due mesi fa Glasper ha infatti pubblicato il sequel, “Black Radio 2”, riunendo in studio un dream team in cui rapper come Snoop Dogg e Common si alternano a voci quali Emeli Sandé, Norah Jones, Brandy, Macy Gray e Jill Scott, in una miscela sonora che fonde jazz, soul, R&B, hip hop e pop, rifuggendo catalogazioni di qualsiasi tipo.

«Ma prima di entrare in studio ho cercato di dimenticarmi del Grammy vinto con “Black Radio”: era l’unico modo per rimanere concentrato» spiega Glasper, divenuto celebre su YouTube anche per le sue incredibili riletture di brani come “Letter to Hermione” di David Bowie o “Jesus children of America” di Stevie Wonder.

«Non nego però che quella vittoria abbia cambiato drasticamente la mia carriera, soprattutto in termini di visibilità: oggi infatti per me è molto più facile far passare i pezzi in radio, avere accesso a un’ esposizione che prima non avevo, tanto che ora perfino su Twitter mi scrivono gli artisti per farmi i complimenti (l’ultima è stata la bassista e cantante Meshell Ndegeocello, ndr) o chiedermi di collaborare. In termini di suono però ho cercato di non farmi influenzare troppo dal successo, continuando a mescolare generi. Se ci sarà un “Black Radio 3”? Non lo so, non vorrei fare la fine della saga di Rocky con tutti questi numeri».
Dopo il Grammy vinto però, mentre le vendite iniziavano a lievitare e i complimenti di star come Kanye West e Jay-Z trasformavano Glasper in un personaggio di culto all’interno dello show business, ma molti puristi jazz hanno cominciato a storcere il naso, accusando il talento texano di essersi venduto al mainstream e di essere passato dalle pregevoli riletture di Thelonious Monk ai duetti con Norah Jones, finendo per rimpiangerlo su dischi come In my element (pubblicato nel 2007, sempre per la Blue Note) in cui Glasper era ben più devoto al piano jazz di stampo classico.
«Ma no, no, perché “Black Radio 2″ non va proprio catalogato come jazz, io lo definirei molto semplicemente un disco R&B con elementi jazz qui e là, senza particolari problemi» chiude la polemica Glasper, che il prossimo marzo sarà in tour in Europa, senza però alcuna data ancora prevista in Italia.
«Spesso sento musicisti lamentarsi di come la scena jazz non sia rilevante, di come non sia abbastanza tenuta in considerazione. Ma come può esserlo se gli stessi musicisti non fanno nulla per essere rilevanti? Io sono cresciuto con due modelli precisi in testa: Herbie Hancock e Miles Davis, artisti che non sono mai rimasti ancorati al passato, ma, al contrario, hanno continuato a esplorare e sperimentare, cercando di capire fino a dove potevano spingere il loro jazz, sempre alla ricerca del punto di non ritorno. Ecco: questo è precisamente ciò che voglio fare io con la mia musica».”

http://www.traccedijazz.it/index.php/column/34-articoli/29-robert-glasper-la-stella-del-jazz-piu-amata-dai-rapper

Robert Glasper: A Unified Field Theory For Black Music

Pubblicato il 26 febbraio 2012 da admin

http://www.controappuntoblog.org/2012/02/26/robert-glasper-a-unified-field-theory-for-black-music/

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