One Flew Over The Cuckoo’s Nest Ken Kesey pdf English – ITA e film

a VIK LOVELL

che disse: i draghi non esistono,

e poi mi condusse nelle loro tane.

…uno volò a est, uno a ovest,

un altro sul nido del cuculo…

Nenia popolaresca per bambini

PARTE PRIMA

Sono laggiù.

Inservienti negri vestiti di bianco alzatisi prima di me per commettere atti sessuali nel corridoio e lavarlo senza che io possa sorprenderli. Lo stanno lavando quando esco dal dormitorio, tutti e tre imbronciati e pieni d’odio contro ogni cosa: l’ora della giornata, il luogo in cui  si trovano, la gente per la quale devono lavorare. Quando  odiano in questo modo, è meglio che non mi vedano. Striscio lungo la parete, silenzioso come la polvere, con le scarpe di tela, ma quelli hanno speciali apparati sensitivi, intercettano la mia fifa e alzano gli occhi tutti insieme, tutti e tre contemporaneamente, occhi splendenti nelle facce nere come lo sfavillio duro delle valvole nella parte posteriore di una vecchia radio.

«Ecco il Capo. Il “suuu-per” Capo, compari. Il vecchio Capo Ramazza. Dove te ne vai, Capo Ramazza…» Mi mettono uno straccio in mano, mi indicano il punto che vogliono farmi pulire oggi, e io vado. Uno di  loro mi sferra un colpo con il manico della scopa sui polpacci affinché mi affretti a passare. «Ehilà, lo vedi come scappa? È alto abbastanza per ma ngiarmi mele sulla testa e ha paura di me come un bambino.»  Ridono, poi li sento farfugliare alle mie spalle, accostando la testa gli uni agli  altri. Ronzio di nere macchine, ronzanti odio e morte e altri segreti dell’ospedale. Non si danno la pena di non parlare a voce alta  dei loro segreti satu ri d’odio quando io mi  trovo nei pressi, perché mi credono sordo e muto. Lo  credono tutti. Sono scaltro  abbastanza per infinocchiarli fino a questo punto. Se mai l’essere un mezzosangue  pellerossa mi ha aiutato in qualche modo in questa sporca vita, mi ha aiutato con la  scaltrezza, ecco come, in tutti questi anni.

]One Flew Over The Cuckoo’s Nest Ken Kesey – Somerset Academy

Qualcuno volo’ sul nido del cuculo – CTS Basilicata

Recensione del Libro:

Qualcuno volò sul nido del cuculo

di Ken Kesey(1962)

Kesey descrive con stile asciutto e precisione narrativa la dignità umana dei malati, il loro diritto a vivere emozioni che non sono intrinsecamente diverse da quelle degli individui giudicati sani, bensì seguono percorsi esistenziali differenti.

“Qualcuno volò sul nido del cuculo”, romanzo pubblicato nel 1962 dallo scrittore americano Ken Kesey, è noto soprattutto per la trasposizione cinematografica di Milos Forman esaltata da un sontuoso Jack Nicholson, ma merita di essere rivisitato anche per il suo valore letterario.

La storia è ambientata in un ospedale psichiatrico i cui pazienti, suddivisi fra acuti e cronici, vengono tenuti sotto una rigida disciplina dagli operatori della struttura e dai metodi di cura allora utilizzati dalla scienza medica.

I personaggi principali sono il Grande Capo indiano Chief Bromden, l’io narrante, Miss Ratched, infermiera dura e maligna nonché esecutrice spietata delle direttive dell’amministrazione, e McMurphy, giocatore d’azzardo di sangue irlandese dal temperamento rissoso e istrionico, sopravvissuto a un’esistenza caotica e violenta.

La rivolta dei pazienti, condotta da McMurphy, è un crescendo di episodi memorabili. Dal punto di vista psicologico il valore dell’opera, pensata in un periodo in cui il tema delle condizioni dei soggetti psichiatrici si affacciava con sempre maggiore urgenza sulla scena sociale, è ancora oggi immutato; Kesey descrive con stile asciutto e precisione narrativa la dignità umana dei malati, il loro diritto a vivere emozioni che non sono intrinsecamente diverse da quelle degli individui giudicati sani, bensì seguono percorsi esistenziali differenti.

Kesey sta dalla loro parte, sente la loro sofferenza e la fa toccare al lettore insieme alla trasformazione dello sguardo narrante che progressivamente si accorge di una realtà prima trascurata, di una verità insopprimibile tenuta lontana dalle coscienze della società contemporanea e dalla loro possibilità di provare disagio.

La malattia mentale è sì un sentiero alternativo concesso alla fantasia e da essa alimentato, ma anche dolore, esclusione; il libro non fornisce un’immagine edulcorata della patologia psichica, non la tratta come una condizione che in quanto oggetto di pregiudizio sociale deve essere riconsiderata attraverso una sterile lotta ideologica, bensì la avvicina alle passioni e ai tormenti, agli slanci dignitosi, insieme disperati che le più comuni esistenze conosciute sperimentano senza essere classificate dalla scienza medica.

Messaggio pubblicitario I dialoghi del libro sono rapidi, efficaci, la prospettiva si delinea formandosi nei gesti dei personaggi, nella loro storia che a poco a poco ritrova la dimensione dell’impegno a vivere, la consistenza del bisogno e del desiderio, l’epica quotidiana del sentimento. “Qualcuno volò sul nido del cuculo” è un’opera di denuncia, d’amore, di rispetto per l’umanità e la fragilità delle sue espressioni; quando il colonnello Matterson, uno dei cronici, solleva la lunga mano gialla scolpita di rughe, la osserva tornando con la vita al ricordo dei campi militari solcati per quarant’anni, quando la sua voce, profonda come la materia che non riesce a raccontare a chi non la comprende, fissa davanti agli occhi il Messico e la noce, così gli appare pensando alla sua forma e risentendo la durezza di quella terra assolata, l’io narrante si sorprende di riuscire per la prima volta a dare un significato a quelle parole, fino a quel momento udite e mai ascoltate, per anni, sempre uguali, come non ci fosse bisogno di penetrare nel loro contenuto visionario eppure reale, irreversibilmente reale.

Molte scene come questa raccontano la sensibilità di Kesey nell’accostarsi a un mondo che va recuperato alla dignità di ogni essere vivente e pulsante, ma che per troppo tempo è stato emarginato nel tentativo di proteggere un’umanità spaventata dalla percezione della propria potenziale debolezza, dalla certezza della propria inevitabile imperfezione.

Qualcuno volò sul nido del cuculo” è ancora oggi una lezione di impegno individuale e civile, di apertura verso una sostanza uguale alla nostra di lettori e osservatori, solo più ferita.

http://www.stateofmind.it/2013/09/qualcuno-volo-sul-nido-del-cuculo-recensione/

Un libro vietato

Qualcuno volò sul nido del cuculo è stato uno dei romanzi più vietati negli Stati Uniti.

  • 1974: 5 residenti di Strongville, in Ohio, fanno causa al Ministero dell’Educazione locale per far rimuovere il libro, considerato “pornografico”, sostenendo che “glorifica l’attività criminale, può corrompere i giovani, e contiene descrizioni di crudeltà, violenze bizzarre, tortura, smembramento, morte e disumanizzazione”.[38]
  • 1975: il libro venne rimosso dalle scuole pubbliche di Randolph, New York e Alton, Oklahoma.[38]
  • 1977: rimosso dalla lista di letture obbligatorie a Westport, Maine.
  • 1978: bandito alla Freemont High School di St. Anthony, Idaho; l’insegnante che l’aveva consigliato viene licenziata.
  • 1982: viene richiesta la sua rimozione alla Merrimack, New Hampshire High School.
  • 1986: viene richiesta la sua rimozione alla Aberdeen Washington High school per i corsi di inglese avanzato.
  • 2000: viene richiesta la sua rimozione alla Placentia Unified School District di Yorba Linda, California, da parte dei genitori degli studenti che definiscono il libro “spazzatura”.[39]

https://it.wikipedia.org/wiki/Qualcuno_vol%C3%B2_sul_nido_del_cuculo_(romanzo)






Watch One Flew Over The Cuckoo’s Nest (1975)

http://www.controappuntoblog.org/2015/11/24/watch-one-flew-over-the-cuckoos-nest-1975/

Jack Nitzsche : One Flew Over the Cuckoo’s Nest – Chopin ’66

http://www.controappuntoblog.org/2016/12/21/jack-nitzsche-one-flew-over-the-cuckoos-nest-chopin-66/

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