Cassazione Italia : Il figlio è “solo” adottivo, sentenze e vincolo di sangue, no medioevo, 2017

Il figlio è “solo” adottivo. I giudici: niente ergastolo al padre che lo ha ucciso

Sentenza della Cassazione: manca l’aggravante del vincolo di sangue

paolo colonnello

milano

«Adoptio naturam imitatur», l’adozione imita la natura, recita un brocardo latino. Ma evidentemente non al punto da convincere il legislatore a cambiare una legge che, puntualmente applicata dalla Cassazione, suona particolarmente odiosa: un figlio adottivo infatti, secondo il codice penale, vale meno di un figlio biologico ai fini di una pena per omicidio. Una disparità di trattamento dal sapore medievale.

Così, un padre violento che aveva ucciso il figlio mentre stava cercando di difendere la madre dall’ubriachezza dell’uomo, si è visto annullare dai giudici di terzo grado l’ergastolo al quale lo aveva condannato la corte d’appello di Venezia.

Con questa motivazione: dato che il figlio era «solo» adottivo, non aveva cioè quel vincolo di sangue che viene considerato un’aggravante nei casi di omicidio, l’ergastolo non si può applicare. La Cassazione ha rinviato il caso di nuovo in Appello per una riformulazione della pena che non vada, però, si sono raccomandati, sotto i 16 anni di reclusione. Nessuna svista: i giudici hanno correttamente applicato l’articolo 577 del codice penale, il quale prevede sì l’ergastolo per omicidio contro un «ascendente» o «discendente» (dunque un genitore o un figlio), ma al comma cinque specifica che la pena della reclusione va dai 24 ai 30 anni «se il fatto è commesso contro il coniuge, il fratello o la sorella, il padre o la madre adottivi, o il figlio adottivo».

«Una barbarie», commenta Livia Pomodoro, ex storico presidente del Tribunale per i Minori di Milano. «Una sentenza contro natura», incalza Grazia Cesaro, presidente della Camera penale dei Minori. «Sed lex, dura lex», verrebbe da dire. Se non fosse che il codice penale contrasta con quello civile, che invece riconosce pienamente lo status di figlio anche agli «adottivi». Per non parlare dell’amore genitoriale che, come ben sa chiunque abbia portato a termine un’adozione, se ne infischia delle prescrizioni di legge e riconosce nel figlio voluto, talvolta ben più di quello naturale, «sangue del proprio sangue».

D’altronde il ragazzo ucciso, un 19enne adottato in Moldavia, perse la vita proprio perchè tentò di difendere la madre (adottiva) da un padre (adottivo) ubriaco e violento, sentendo un vincolo famigliare fortissimo, come quello di qualunque figlio naturale. Che adesso la legge disconosca questo amore filiale, per chissà quale antico retaggio, suona come vera ingiustizia anche nei confronti della madre, la quale, rimasta ferita, si rivolse poi alla Corte dei diritti umani di Strasburgo che condannò l’Italia a risarcirla con 30 mila euro, perchè «non agendo prontamente in seguito alla denuncia di violenza domestica» che la donna aveva presentato in Comune, «le autorità italiane hanno privato la denuncia di qualsiasi effetto, creando una situazione di impunità che ha contribuito al ripetersi di atti di violenza», sfociato alla fine nell’omicidio del figlio. Lo stesso legale dell’ assassino, l’avvocato Roberto Mete, dice che sulla disparità tra figli adottati e naturali dovrà pronunciarsi la Corte costituzionale. Si spera che avvenga presto.

http://www.lastampa.it/2017/09/29/italia/i-tuoi-diritti/il-figlio-solo-adottivo-i-giudici-niente-ergastolo-al-padre-che-lo-ha-ucciso-93ZP5mghXIQO4OoTzN8EvI/pagina.htm

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