Llibre Vermell (texts) Jordi Savall ed altri

Llibre Vermell (texts)

Pellegrinando | canti dal Llibre Vermell

Narrano che all’inizio dell’XI secolo, un monaco benedettino, proveniente da Ripoli, fondasse un monastero sulla montagna di Montserrat, a 720 metri di altezza, nel comune di Monistrol de Montserrat, in Catalogna, dove esisteva già un antico eremo. Questo è solo l’inizio di una storia affascinante e travagliata, che ha visto il monastero diventare importante meta di pellegrinaggi e luogo di celebri conversioni (Sant’Ignazio di Loyola, su tutti), ma anche oggetto di contese, incendi e brutali devastazioni (l’ultima in ordine di tempo a cura di Napoleone, e chi se no?).

Oggi il monastero è sede di una schola di canto che vanta di essere fra le più antiche d’Europa. Nella sua Biblioteca è conservato un manoscritto risalente al XIV secolo che contiene alcune pagine con notazione musicale. Il codice è chiamato Llibre Vermell (libro rosso) a causa dell colore della pelle con cui fu rilegato nel XIX secolo.

La collezione propone i canti e le danze dei pellegrini che si dirigevano al Monastero di Montserrat. Qui vi trovavano rifugio ma anche l’opportunità di una sana e lieta convivenza. Nel f. XXII è riportata la scritta:

Quia interdum peregrini quando vigilant in ecclesia Beate Marie de Monte Serrato volunt cantare et trepudiare, et etiam in platea de die, et ibi non debeant nisi honestas ac devotas cantilenas cantare, idcirco superius et inferius alique sunt scripte. Et de hoc uti debent honeste et parce, ne perturbent perseverantes in orationibus et devotis contemplationibus in quibus omnes vigilantes insistere debent pariter et devote vaccare.

(Poiché talvolta, quando i pellegrini fanno vigilia nella chiesa di S. Maria di Monserrat, vogliono cantare e danzare [tripudium, composto di tri e pes, piede; il tripudio è una grande esultanza accompagnata da danze festanti; nell’antica Roma era una danza sacra che consisteva nel battere tre volte il piede a terra], e ciò anche di giorno in piazza, e poiché lì non devono cantare se non canti devoti e convenienti, a tal proposito, sono scritte parimenti prima e dopo [si intende che prima e dopo questa rubrica ci sono i testi ndr]. E di queste cose devono servirsi in modo conveniente e parco, per non infastidire chi è intento nelle preghiere e nelle devote contemplazioni nelle quali tutti devono parimenti mantenersi e dedicarsi con devozione.)
Nel Llibre Vermell sono copiati 10 brani, che si possono musicalmente raggruppare in tre tipologie:
– 3 caça, ovvero canoni a 2 o 3 voci (O virgo splendens, ff. XXIv-XXIIr; Laudemus virginem, f. XXIIIr; Splendens ceptigera, f. XXIIIr)
– 2 brani polifonici (Maria matrem virginem, f. XXVr; Imperayritz de la ciutat joyosa, ff. XXVv-XXVIr)
– 5 danze, “a ball redom” (Stella splendens, a 2 voci, ff. XXIIr-XXIIv-XXIIIr; Polorum regina, f. XXIVv; Cuncti simus concanentes, f. XXIVr; Los set gotxs, f. XXIIIv; Ad mortes festinamus, ff. XXVIv-XXVIIr)

Si ringrazia Dom Luigi D’Altilia per l’aiuto nella traduzione dei testi latini

http://www.kalosconcentus.org/index.php/it/llibre-vermell






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