The Old Curiosity Shop : Charles Dickens : Free – Internet Archive

La bottega dell’antiquario ci ammalia per il suo essere ricettacolo di antichi oggetti affastellati in un vecchio negozio della Londra del XIX secolo.
Questo bugigattolo scuro, colmo di ninnoli e chincaglierie varie, acquista ancor di più fascino romanzesco nel momento in cui veniamo a conoscere i due protagonisti che la abitano da sempre: il vecchio Trent, schiacciato dal fardello dei debiti, e la sua eterea e spirituale nipotina Nell, entrambi perseguitati dalla malvagità di un nano strozzino di nome Quilp, il cui scopo meschino sarà quello di rovinare le vite di questi due innocenti.

Questa è la trama di fondo – a tratti gotica e decisamente romanzesca – di un racconto che a poco a poco si fa avventura rocambolesca grazie alla fuga di nonno e nipotina al di fuori della grande città, nel vano tentativo di liberarsi dalle catene dello strozzino Quilp, nonchè dalla schiavitù e dalle dipendenze di un vizio (quello del gioco) che, giorno dopo giorno, finirà col logorare la debole mente e il fisico già debilitato del vecchio Trent, nonchè causa diretta della loro caduta in disgrazia.
E se i due saranno costretti ad abbandonare la vecchia bottega per vagabondare tra i luoghi della provincia inglese allo scopo di ritrovare un’innocenza perduta, i tanti personaggi incontrati dai due fuggiaschi lungo l’incessante peregrinare, finiranno col divenire simbolo vivente di una bottega di antiche curiosità trasformata in carne ed ossa, tra saltimbanchi, burattinai, allestitori di mostre di stuatue di cera, poeti di strada ecc.
Gli antichi oggetti della bottega sembrano così incarnarsi nelle stranezze e nelle strambierie della variegata realtà umana messa in scena dallo scrittore allo scopo di darci un assaggio di quell’umanità che Dickens si diverte tanto a mettere scena per osservarla con occhio ironico e arguto.

Sicuramente i personaggi capaci di suscitare più viva simpatia sono quelli meno moralmente definiti, come Riccardo Swiveller, giovane fannullone dedito ai piaceri della vita nonchè pernemmemente squattrinato, in grado, però, nei momenti più inaspettati, di mostrare il suo gran cuore, oscillando così, nella sua imperfezione, tra i poli opposti di bontà e cattiveria.
A personaggi di questo tipo si contrappongono quelli più spiccatamente simbolici, come Quilp il nano, totalmente immerso in una malvagità senza riscatto, priva di luce o dubbi morali di alcun tipo. E come non ricordare la piccola Nell, chiaro simbolo di un bene incorrotto e di una purezza d’animo che ci fa comprendere come questa fanciulla non sia semplicemente il ritratto realistico di una bambina ordinaria.
Il destino a cui va incontro la piccola Nell è appunto l’unico espediente letterario possibile per preservare e mantenerne intatta la valenza simbolica, preservandola dalla caducità e corruzione del mondo. C’è poi da ricordare anche Kit, il fedele amico di Nell, anch’esso personaggio connotato per la sua onestà e fedeltà al vecchio Trent e alla sua nipotina. La sua bontà, però, appare più storicizzata e umana di quella di Nell.

Ad aprirci uno squarcio di riflessione sulla tragica e nascente realtà industriale è l’intensa e affascinante figura dell’uomo del fuoco, cresciuto tra i clangori di una fabbrica industriale, ignaro che possa esservi un’esistenza concepibile al di fuori dell’alienazione industriale, in quanto divenuto oramai tragicamente un tutt’uno con essa…

Mi ha colpito molto l’immagine finale del libro, quando – passati oramai tanti anni – Kit adulto ripensa alla vecchia bottega dell’antiquario, oramai abbattuta per far posto a nuove strade più ampie e moderne nel cuore di Londra. E nel riandare coi ricordi a quel luogo curioso e misterioso di un tempo, si ha quasi l’impressione che questa stessa non fosse realmente esistita, quasi avesse assunto, nel passare degli anni, la consistenza tipica dei sogni e del mito, impossibile anche solo da ricollocare – grazie alla sforzo della memoria- nello spazio e nel tempo che un tempo l’accolse.

“Tanti sono i mutamenti che avvengono in pochi anni, e così tutto passa come una fiaba che si racconta”…..

http://www.controappuntoblog.org/2012/02/08/dickens-charles-la-bottega-dellantiquario/

Ridotti in miseria dal mostruoso e malefico nano Quilp, un vecchio antiquario e la giovane e devota nipote Nella lasciano la loro stantia bottega di anticaglie e curiosità. E danno inizio a un picaresco pellegrinaggio per i docks e i sobborghi londinesi. La loro diventa un’autentica fuga attraverso un succedersi di incontri fortuiti e bizzarri: con un ammaestratore di cani, un burattinaio, una proprietaria di un museo ambulante delle cere. Come sottolinea la preziosa introduzione di Giorgio Manganelli, Dickens mette in scena una corte di burattini per svelarci le più nascoste verità dell’animo umano.

http://www.qlibri.it/narrativa-straniera/classici/la-bottega-dell’antiquario/

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