The Salvation Hunters – Underworld by Josef von Sternberg ed altro

The Salvation Hunters (1925, trad. lett: I cacciatori di salvezza) è il primo film di Josef von Sternberg scritto, montato, diretto e prodotto dal regista austriaco emigrato negli USA. Il film, esempio illustre di cinema completamente indipendente, venne girato a bassissimo costo con la regia di Sternberg – che all’epoca era un perfetto sconosciuto – e incontrò l’ammirazione di Charles Chaplin. Il film venne distribuito dalla United Artists, la casa di produzione fondata da Chaplin, Mary Pickford, Douglas Fairbanks e David W. Griffith.

Trama

In un porto, desolato panorama urbano, squallido e disperato, vagano i tre Figli del Fango: una Ragazza, bella e troppo sola, un Bambino orfano e un Ragazzo, apatico e senza illusioni. Quando la Ragazza viene molestata dal Bruto che picchia anche il Bambino, la reazione del Ragazzo è senza nerbo. I tre decidono allora di andare in città alla ricerca di una vita più felice. Ma anche la città è un luogo senza speranza: soli, affamati, senza un lavoro i tre accettano l’invito di un Uomo che li porta nei bassifondi, nella sua squallida casa. Costui promette al Ragazzo di trovargli un lavoro, ma in effetti la sua intenzione è quella di avviare la Ragazza alla prostituzione al posto della Donna, la sua vecchia compagna, diventata ormai troppo vecchia per fare ancora il mestiere. Disperata, la ragazza una sera si avventura nelle strade della città per trovare un cliente e porta con sé un Signore incontrato nella via. Questi, però, a vedere la miseria in cui vive insieme agli altri suoi compagni, fugge via, rifiutandosi di restare benché l’Uomo cerchi di trattenerlo con rabbia. L’Uomo porta i tre in una gita in campagna, dove cerca di sedurre la Ragazza. Finalmente, il Ragazzo reagisce all’apatia: affronta l’Uomo e vince la sua battaglia. I tre, liberati da quell’atmosfera morbosa e apatica che li avvolgeva, si avviano verso il futuro, non più Figli del Fango, ma Figli della Luce.

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Underworld 1927

Trama

Evaso dal carcere, il capogangster “Bull” Weed (Bancroft) sospetta che la sua donna “Feathers” McCoy (Brent) e il suo luogotenente “Rolls Royce” (Brook) l’abbiano tradito. Quando scopre che non è vero, ma che sono innamorati, li fa mettere in salvo e si arrende alla polizia. Sarà condannato a morte. Su soggetto di Ben Hecht (premiato con l’Oscar nella 1ª assegnazione 1927-28 degli Academy Awards), sceneggiatura di Robert N. Lee e del regista (anche di Howard Hawks, ma non accreditato), è considerato il capostipite (muto) del genere gangsteristico. Dominato da un senso cupo di fatalità e contrassegnato da un ammirevole uso della luce (fotografia di Bert Glennon), è un film in anticipo sui tempi (si sente la mancanza del suono) sul quale s’è posata la polvere del tempo perché quelle che nel 1927 erano innovazioni, divennero poi convenzioni. Molte sequenze da citare, oltre a quella iniziale della rapina in banca. Citiamo almeno il ballo dei gangster e la scena in cui “Feathers” seduce “Rolls Royce”.

“Song o’ My Heart” Frank Borzage film e John McCormack …

I dannati dell’oceano (The Docks of New York) 1928 Josef von Sternberg.

Street angel.(1928) – El angel de la calle (Frank Borzage …



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