quando si dice Franz Liszt …..documentari, sceneggiato TV


Franz Liszt, il grande virtuoso – Rai Arte

Biografia • Visioni composte

Quando si dice essere sottovalutati. Un autore grande, talmente grande da sfiorare il gigantesco, un compositore che potrebbe tranquillamente sedersi al fianco di numi tutelari come Beethoven, Chopin, Brahms, Schumann e via elencando, viene considerato per anni poco meno che un istrione, un fenomeno da baraccone buono solo per esibire bellurie tecniche di grande impegno e di facile presa. E invece stiamo parlando non solo del più grande pianista mai esistito (e questo è scontato), ma anche di uno dei compositori più geniali e autenticamente visionari della storia. Personaggio mistico e carnale, depressivo e al tempo stesso vitale, il nome di Liszt ha generato un culto, una conventicola di adoratori ben consapevoli che dietro al genio dell’ormai celebre “Sonata in Si minore” (e c’è voluto un secolo per capire che si tratta di un immenso capolavoro), si cela (anche) colui che nelle opere della maturità ha disseccato gli orizzonti tonali tradizionali, riducendo il concetto di melodia ad un ammasso di lugubri lacerti sonori; l’uomo che per primo ha osato scrivere un brano dichiaratamente atonale, la stupenda “Bagatella senza tonalità” (ben prima di Schoenberg). Gli adepti sanno che negli incunaboli lisztiani si celano esoterici labirinti, pagine che si affiancano a quelle più conosciute in cui lo scintillio della diteggiatura stordisce l’ascoltatore ingenuo – ma la zampata lisztiana è pronta a colpire anche nelle pagine più innocue. Perché Liszt è anche questo: un mondo tutto da esplorare, un pianeta in cui si incorre in lande desolate come in colline ubertose, in oasi ritempranti come in punitive radure espiatorie. Anche la sua vita rispecchia quella caleidoscopica pienezza e varietà caratteristica delle esistenze più complesse. Nato a Doborjan (oggi Raiding), Ungheria, il 22 ottobre 1811, dopo aver iniziato precocissimo lo studio del pianoforte con il padre Adam, funzionario del principe Esterházy, a undici anni Franz Liszt si trasferisce con la famiglia a Vienna dove può seguire lezioni di composizione con Salieri e di pianoforte con Czerny, uno dei più rinomati virtuosi dell’epoca. Nel 1823 è a Parigi dove studia teoria e composizione con Paer ma viene rifiutato al Conservatorio della capitale da Cherubini. Nel 1825, quando già si era fatto conoscere come pianista, suona a Londra al cospetto di Re Giorgio IV. Lo stesso anno completa la sua unica opera “Don Sanche” che debutterà a Parigi. La sua fama di interprete cresce e nel 1826 è in tournée in Francia e Svizzera pur proseguendo gli studi con Reicha. Dal 1828 si stabilisce a Parigi dove vive insegnando musica; incappa in uno sfortunato affare con Caroline de Saint-Cricq che lo porta in uno stato di frustrazione e depressione che riuscirà a superare solo con l’aiuto della lettura e della fede. Nel 1830 fa parte del pubblico che assiste alla prima esecuzione della Sinfonia Fantastica di Hector Berlioz; farà inoltre la conoscenza di Mendellsohn e Chopin. Nel 1833 Liszt conosce una delle donne che segneranno la sua vita, la contessa Marie d’Agoult; l’anno seguente George Sand. Nel 1835 fugge in Svizzera con Marie d’Agoult che lo farà diventare padre di Blandine; inizia intanto a comporre “Album d’un voyageur”. Nel 1836 fa conoscere Chopin a George Sand. L’anno seguente scrive i “12 grand études” e combatte il famoso duello musicale contro Thalberg. Ne esce vittorioso. A Como intanto nasce la secondogenita Cosima e nel 1839 il figlio maschio Daniel; Liszt inizia la composizione della parte Italiana dei suoi “Annes de Pelerinage” ma fa anche la conoscenza, nel 1840, di due figure fondamentali (per lui e per la storia della musica): Schumann e Wagner. Con quest’ultimo il sodalizio, in nome del progetto di una musica per l’avvenire, è immediato e trasforma il diabolico pianista, ormai anche idolo delle folle in senso pienamente moderno, in uno dei più accesi sostenitori dell’arte totale di Richard Wagner. Il carteggio che ci è rimasto costituisce un documento di rara intensità e profondità poetica. I concerti in giro per il mondo si susseguono frenetici ma nel 1844 rompe con Marie d’Agoult; incontra nel 1847 a Kiev la principessa Caroline Von Sayn-Wittgenstein con la quale si trasferisce in Polonia. Insediatosi a Weimar nel 1848 inizia la composizione del poema sinfonico “Les Préludes” e della Sinfonia “Berg”. Durante la rivolta di Dresda del 1849, Liszt aiuta Wagner, noto rivoluzionario, a fuggire in Svizzera. Sono anni di febbrile rigurgito creativo, innumerevoli sono i capolavori che escono dalla sua penna (il poema sinfonico “Mazeppa”, la Sonata, i due concerti per pianoforte ed orchestra n.1, il “Totentanz”, e centinaia di pezzi pianistici), anche se la morte del tredicenne Daniel lo prostra notevolmente. Nel 1861, durante un viaggio a Parigi, suonerà per Napoleone III e conoscerà Georges Bizet. Lo stesso anno a Roma cercherà di sposare Caroline Von Sayn-Wittgenstein, la quale però non riuscirà a farsi annullare il precedente matrimonio. Nel 1862 compone lo stupendo “Cantico del sol di San Francesco d’Assisi” e deve sopportare la morte della primogenita Blandine. A questo punto una crisi mistica lo porta alla decisione di entrare nel monastero della Madonna del Rosario di Roma. La relazione che nel frattempo era nata tra la figlia Cosima ed il suo pupillo Richard Wagner minano i rapporti con quest’ultimo. Nel 1864, in memoria di Blandine, scrive “La Notte” e nel 1865 finalmente può gioire della nascita di Isolde frutto dell’unione di Cosima e Wagner. In Vaticano intanto riceve gli ordini minori. La sua vena compositiva si volge sempre più verso la musica sacra; compone la “Missa Choralis” e il “Christus” (1867). Nel 1870 la figlia Cosima ottiene il divorzio dal precedente matrimonio e può sposare finalmente Wagner, evento che due anni dopo porterà i due a riconciliarsi. Anche questi ultimi anni sono comunque assai fecondi, basti ricordare, accanto a decine di pagine di straordinaria bellezza, ora metafisiche ora potenti e coinvolgenti, alcune versioni di Romance oubliée, l’orchestrazione del Secondo Mephisto walzer, i Valse oubliée n.1, 2, 3 e 4. Nel 1886 Liszt affronta un viaggio a Londra per riceve alcune onorificenze incontrando il Principe di Galles e la Regina Vittoria, nonché, a Parigi, l’uomo destinato a sconvolgere forse più ancora di lui la concezione stessa dell’arte musicale: Claude Debussy. In Germania, durante il festival di Bayeruth dello stesso anno (festival com’è noto creato da Wagner) Franz Liszt si ammala gravemente di polmonite. Muore il 31 luglio 1886. http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=1082&biografia=Franz+Liszt

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