La sposa di Lammermoor. Ambientata in Scozia durante il regno della regina Anna (1702-1714), è la storia di due nobili famiglie in lotta fra loro, con due giovani innamorati sul cui destino incombe una funesta leggenda. La vicenda muove i primi passi con il contrasto fra l’antica dinastia dei Ravenswood, rappresentato dall’ultimo discendente Edgar, e quella degli Ashton, da cui i primi sono stati defraudati di ogni avere. Edgar, dopo aver in precedenza giurato di vendicarsi della famiglia nemica, fra dubbi ed incertezze, rinuncia al proprio desiderio di vendetta per amore di Lucy, figlia di Sir William e Lady Ashton. Questi ultimi, venuti a conoscenza delle intenzioni dei due giovani, e non volendo in alcun modo riavvicinare i loro interessi a quelli dell’ultimo rampollo della famiglia Ravenswood, combinano per la figlia un diverso matrimonio di interesse; Lucy ed Edgard, innamoratissimi l’una dell’altro, vedono così minacciosamente compromesso il loro futuro, e gli eventi prenderanno una piega diversa quanto inaspettata.
Conclusioni
La sposa di Lammermoor. Romanzo storico scritto da Walter Scott e pubblicato nel 1819, sembra basato, per dichiarazione dello scrittore medesimo, su fatti realmente accaduti nella Scozia della metà del Seicento, con protagoniste tre famiglie dell’epoca. Da questa narrazione Salvadore Cammarano trasse il libretto d’opera “Lucia di Lammermoor”, del 1835, musicata da Gaetano Donizzetti, ed universalmente riconosciuta come un capolavoro del teatro musicale romantico. La moglie di Sir William, lady Ashton, è la malvagia manipolatrice della storia; la sua perfidia la spinge senza esitazione a condizionare la figlia Lucy sino a costringerla ad interrompere il fidanzamento con il giovane Edgar Ravenswood per convolare frettolosamente a nozze con il signore di Bucklaw. Al di là della trama, ben conosciuta dagli amanti della lirica, il romanzo presenta alcune caratteristiche particolarmente interessanti: l’ambientazione, a tinte fosche e sinistre atmosfere, con impalpabili presenze soprannaturali, è probabilmente sufficiente per dare alla storia una connotazione “gotica” a tutto tondo. Anche la strana profezia della “Fonte della Sirena” secondo la quale l’ultimo signore di Ravenswood avrebbe chiesto in sposa una fanciulla morta, ne rafforza questa interpretazione; può però apparire un paradosso il fatto che l’autore, noto per essere l’inventore del romanzo storico (Ivanhoe), in questa occasione si lasci particolarmente attrarre da una vicenda da vero “noir” settecentesco. Esistono inoltre forti richiami medievali, con situazioni cavalleresche, duelli, castelli in rovina, vecchie megere del villaggio che si pongono a metà fra il predire il futuro ed il manipolarlo con i loro presunti influssi magici. Prende corpo nella vicenda anche la lotta fra la classe borghese e quella nobiliare, con la nascita di una nuova emergente realtà politica più attenta al proprio interesse di casta che al mantenimento della nobile aristocrazia feudale ormai in evidente decadenza. Ad alleggerire e a rendere a tratti più gradevole lo sviluppo della trama interviene spesso la figura di Caleb Balderstone, il vecchio servitore dei Ravenswood, sempre impegnato nel vano tentativo di resuscitare il fasto perduto della famiglia e dando origine a volte a situazioni inaspettatamente comiche. In definitiva l’intera opera è però l’impossibile storia d’amore tra un giovane nobile decaduto e la figlia di coloro che ne avevano provocato la rovina; emerge così la vicenda di un’eroina a sfondo romantico, di una fanciulla in età da marito contesa fra l’amore vero e le trame di potere ordite dalla madre. L’opera narrativa è particolarmente interessante, utilissima per apprezzare la facile scrittura di Scott, la sua grande capacità di miscelare ingredienti eterogenei (il “noir”, la stregoneria, l’amore, le lotte di classe, la politica …) dando origine ad un classico uniforme pur nelle sue mille sfaccettature. La lettura è fluida, scorrevole, sviluppata in terza persona, non eccessivamente particolareggiata nelle descrizioni, ben calata nell’ambiente paesaggistico della verdeggiante Scozia. Volendo azzardare un commento finale, definirei l’opera, più che un romanzo storico, un classico storicamente integrato nelle vicende della Scozia di inizio XVIII° secolo. Opera lungimirante, a tratti lenta negli sviluppi o comunque non troppo ritmata, altre volte enfatica e passionale, è complessivamente originale e degna di essere presente negli scaffali delle nostre migliori biblioteche. Da leggere!
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