Francia, proteste contro la riforma del lavoro: la polizia sgombera raffinerie occupate

L’intervento della polizia per rimuovere il blocco al deposito di petrolio a Fos-Sur-Mer (reuters)

24 maggio 2016

Intervento della polizia a Fos-sur-Mer, vicino a Marsiglia. Le forze dell’ordine: “Dai manifestanti molta resistenza”. I sindacalisti del Cgt: hanno sparato proiettili di gomma e causato vari feriti. Proteste e rallentamenti del traffico in molte zone del Paese. Total minaccia di tagliare gli investimenti

di GIOVANNI GAGLIARDI

In Francia, nuova giornata di scioperi e manifestazioni contro la “Loi Travail”, il Jobs Act francese, del governo del presidente, Francois Hollande. Intervento della polizia questa mattina all’alba per sgomberare gli accessi alla raffineria Esso e al deposito di carburante di Fos-sur-Mer, vicino a Marsiglia, nel sud, bloccati da ieri da militanti del Cgt, il sindacato francese più duro a sinistra, che si oppongono alla riforma. L’intervento era stato annunciato ieri dal primo ministro, Manuel Valls, che aveva accusato di “ricatto” i sindacati che provocano penuria di carburante cercando di bloccare il Paese. E sin dalle prime prime della mattina, camionisti rallentano la circolazione e bloccano porti, raffinerie e altri centri industriali.

A Fos-sur-Mer, le forze dell’ordine hanno impiegato due ore per riuscire a entrare nelle strutture che hanno opposto “molta resistenza” secondo un portavoce della polizia. “Ci hanno sparato con proiettili di gomma – ha detto il rappresentante Cgt Olivier Mateu – hanno usato gli idranti, senza nessun avvertimento”, ha denunciato il sindacalista che ha anche annunciato “sempre più scioperi e nuove azioni”. Il sindacato, in un comunicato diffuso in mattinata, parla di diversi feriti tra i manifestanti e sostiene che tutte le otto raffinerie sul territorio francese sono in sciopero oggi, nonostante l’operazione condotta dalla polizia a Fos-sur-Mer.

La nuova serie di proteste è stata convocata da quattro sindacati e tre organizzazioni studentesche e continuerà fino a giovedì, giornata di mobilitazione generale, con scioperi nel trasporto ferroviario e dei controllori di volo. Stamane, il centro di informazione stradale registrava diversi rallentamenti nella circolazione, provocati dai camion, in punti strategici della rete viaria, bloccati anche alcuni accessi al porto di Saint Nazaire, e l’entrata alle raffinerie di Donges, che sono nelle vicinanze. A Le Havre, la chiusura di molte strade da parte dei camionisti, secondo i quali la riforma diminuirà la retribuzione delle loro ore di straordinario, si somma alla mobilitazione dei magazzinieri del porto. A Burdeos, fin dall’alba, ci sono state azioni di protesta nel mercato all’ingrosso di Cestas e nel complesso petrolifero di Perguilhem. I camionisti protestano perché sostengono che la riforma diminuirà la retribuzione delle loro ore di straordinari

A Fos-sur-Mer, le forze dell’ordine hanno impiegato due ore per riuscire a entrare nelle strutture che hanno opposto “molta resistenza” secondo un portavoce della polizia. “Ci hanno sparato con proiettili di gomma – ha detto il rappresentante Cgt Olivier Mateu – hanno usato gli idranti, senza nessun avvertimento”, ha denunciato il sindacalista che ha anche annunciato “sempre più scioperi e nuove azioni”. Il sindacato, in un comunicato diffuso in mattinata, parla di diversi feriti tra i manifestanti e sostiene che tutte le otto raffinerie sul territorio francese sono in sciopero oggi, nonostante l’operazione condotta dalla polizia a Fos-sur-Mer.

La nuova serie di proteste è stata convocata da quattro sindacati e tre organizzazioni studentesche e continuerà fino a giovedì, giornata di mobilitazione generale, con scioperi nel trasporto ferroviario e dei controllori di volo. Stamane, il centro di informazione stradale registrava diversi rallentamenti nella circolazione, provocati dai camion, in punti strategici della rete viaria, bloccati anche alcuni accessi al porto di Saint Nazaire, e l’entrata alle raffinerie di Donges, che sono nelle vicinanze. A Le Havre, la chiusura di molte strade da parte dei camionisti, secondo i quali la riforma diminuirà la retribuzione delle loro ore di straordinario, si somma alla mobilitazione dei magazzinieri del porto. A Burdeos, fin dall’alba, ci sono state azioni di protesta nel mercato all’ingrosso di Cestas e nel complesso petrolifero di Perguilhem. I camionisti protestano perché sostengono che la riforma diminuirà la retribuzione delle loro ore di straordinario.

Ieri circa 1.500 Stazioni di servizio su 12mila in Francia hanno chiuso o hanno esaurito i carburanti, ha dichiarato il ministro dei Trasporti Slain Vidalies. L’unione francese delle industrie petrolifere ha voluto tuttavia rassicurare i consumatori sottolineando che “non c’è mancanza” di carburante ma soltanto “una situazione di tensione”.Delle cinque raffinerie di Total, in due si registrano ancora rallentamenti per la “chiusura di due unità” con l’azienda che minaccia di “rivedere gli investimenti programmati nel Paese”. A Feyzin (Rhône), la produzione è completamente ferma, ha aggiunto la compagnia francese. E dal nord, attorno a Le Havre, arrivano infatti nuove notizie di sbarramenti dei manifestanti questa mattina.Con il braccio di ferro governo-sindacati il rischio di penuria di carburante aumenta. “Lo Stato sta dando prova di grande determinazione – ha rilanciato il primo ministro, Manuel Valls – tutti i siti saranno sbloccati. L’idea di uno scontro frontale è vecchia, antica, da conservatori. E’ insopportabile vedere le cose in questo modo – ha aggiunto con riferimento alla Cgt – continueremo ad evacuare i siti e i depositi bloccati da questa organizzazione”.A Parigi, intanto, i sindacati dei trasporti invocano lo sciopero illimitato a partire dal 2 giugno. Mentre in Rete viene rilanciata la mobilitazione generale per giovedì 26 maggio. È la Francia della Nuit Debout, la protesta nazionale contro la legge di riforma del lavoro nata a Place de la République, la piazza nel cuore della capitale franese occupata giorno e notte dal 31 marzo da centinaia di cittadini che vegliano su teloni, pezzi di cartone, e sampietrini umidi per protestare cointro la riforma del lavoro
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Oltre alla penuria di carburante, c’è infatti il tema del blocco dei trasporti pubblici: già la settimana scorsa alcuni collegamenti regionali, intercity e Tgv (i treni veloci) erano stati rallentati, in due tragitti su tre. Ora la Sncf , la compagnia nazionale, mette in guardia sulle possibili cancellazioni e ritardi in vista delle manifestazioni del 25 e 26 maggio.Sarà l’ottava giornata nazionale di manifestazioni contro la riforma del governo di Manuel Valls. Per i ragazzi di Place de la République, che i giorni li contano a partire dalla prima notte di marzo in cui la piazza è stata occupata fino allo sgombero della polizia, sarà l’87 marzo, l’87esima giornata consecutiva di protesta. Il 31 marzo scesero in piazza oltre un milione di manifestanti. Poi i numeri si sono ridotti. Ma già il 19 maggio erano tornate in corteo 400mila persone.

Il secondo appello è già previsto per il 14 giugno. Il segretario nazionale della Cgt, Philippe Martinez, ha chiamato a “generalizzare gli scioperi”. Gli hanno risposto. “L’attività sarà a zero nella maggior parte dei porti”, prevedono le sigle dei portuali.

Intanto, anche il mondo universitario si trova ad affrontare la massiccia adesione alla Nuit Debout dei suoi studenti. I professori delle lauree in Cinema e Filosofia dell’ateneo di Parigi-VIII si sono resi conto di non poter programmare esami o votazioni perché le matricole erano impegnate in assemblee, tavoli di lavoro, presidi e notti in piazza. Per questo entrambi i dipartimenti hanno deciso di dare ai manifestanti il sei politico.

Causando l’ira del presidente dell’università. Mentre a Fontainbleu, i quaranta dipendenti degli archivi nazionali stanno occupando notte e giorno i locali per “esprimere la nostra collera” sull’incertezza per il futuro dell’istituto.

Reazioni. Per il presidente francese, Francois Hollande, le proteste sono una “strategia condotta da una minoranza”. E il premier Manuel Valls, ha definito il movimento “inaccettabile”. “Non ritireremo” la riforma del lavoro, ha assicurato. E dopo quelli di Fos-sur-Mer “altri siti saranno liberati”.

Duro anche il commento di Nicolas Sarkozy, ex presidente e attuale numero uno dei Républicains, il partito di destra all’opposizione: “La Francia ha già sufficienti problemi e disoccupazione per risparmiarsi questo spettacolo di paralisi permanente. Non c’è giorno senza uno sciopero, senza un movimento di contestazione, senza che si prendano in ostaggio i cittadini francesi”.

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