Piero della Francesca e l’Umanesimo tragico – Leon Battista Alberti DE PICTURA pdf


LIBRO PRIMO

1. Scrivendo de pictura in questi brevissimi comentari, acciò che ‘l nostro dire sia ben chiaro, piglieremo dai matematici quelle cose in prima quale alla nostra matera apartengano; e conosciutole, quanto l’ingegno ci porgerà, esporremo la pittura dai primi principi della natura. Ma in ogni nostro favellare molto priego si consideri me non come matematico ma come pittore scrivere di queste cose. Quelli col solo ingegno, separata ogni matera, mesurano le forme delle cose. Noi, perché vogliamo le cose essere poste da vedere, per questo useremo quanto dicono più grassa Minerva, e bene stimeremo assai se in qualunque modo in questa certo difficile e da niuno altro che io sappi descritta matera, chi noi leggerà intenderà. Adunque priego i nostri detti sieno come da solo pittore interpretati.

2. Dico in principio dobbiamo sapere il punto essere segno quale non si possa

dividere in parte. Segno qui appello qualunque cosa stia alla superficie per modo che l’occhio possa vederla. Delle cose quali non possiamo vedere, neuno nega nulla apartenersene al pittore. Solo studia il pittore fingere quello si vede. E i punti, se in ordine costati l’uno all’altro s’agiungono, crescono una linea. E apresso di noi sarà linea segno la cui longitudine si può dividere, ma di larghezza tanto sarà sottile chenon si potrà fendere. Delle linee alcuna si chiama dritta, alcuna flessa. La linea ritta sarà da uno punto ad un altro dritto tratto in lungo segno. La flessa linea sarà da uno punto ad un altro non dritto, ma come uno arco fatto segno. Più linee, quasi comenella tela più fili accostati, fanno superficie. Ed è superficie certa parte estrema del corpo, quale si conosce non per la sua alcuna profondità, ma solo per sua longitudine e latitudine e per sue ancora qualità. Delle qualità alcune così stanno perpetue alla superficie che, se non alteri la superficie, nulla indi possano muoversi. Altre sono qualità tali, che rimanendo il medesimo essere della superficie, pur così giaciono a vederle che paiono a chi le guarda mutate. Le qualità perpetue sono due. L’una si conosce per quello ultimo orlo quale chiuda la superficie, e sarà questo orlo chiuso d’una o di più linee. Sarà una la circulare; saranno più come una flessa e una retta, o nsieme più dritte linee. Sarà circulare quella quale inchiude uno circolo forma di superficie quale una intera linea quasi come una ghirlanda l’avvolge; e se qui in mezzo sarà uno punto, qualunque linea da questo punto sino alla ghirlanda sarà d’una mensura all’altre equale, e questo punto in mezzo si chiama centrico. Quella linea dritta, la quale coprirà il punto e taglierà in due luoghi il circolo, si dice appresso de’ matematici diamitro. Noi giovi chiamarla centrica. E qui sia da’matematici persuaso quanto essi dicono, che niuna linea segna alla ghirlanda del circolo angoli equali se non quella una quale dritta cuopra il centro.

Leon Battista Alberti DE PICTURA Leon Battista … – Ousi

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