Golan Haji, “L’autunno, qui, è magico e immenso 2

أحلامُنا تتذكّرُ أحلامَنا.

كقططٍ مبتلّة احتمينا بالشجرة حين أمطرت

وأطفأتْ قطراتٌكبيرة سجائرَنا.

أضواءُ الكشافات دارَتْ على مسرحِ الغيم.

غرقتِ المناديل. خلتِ الكراسي

حيث انتظرتُ يدكِ.

رفعتِ الجذورُ حجارةَ الأرصفةِ أمامنا

وأخفيتُ علىكتفي وحامَكِ

وشمَ رغبةٍ لم تتحقّقْ.

*

الغرقى عادوا بالحصى، والموقدُ أسودُكقيعانِ القدور.

المقصُّ في يدكِ ذيلُ سنونوةٍ ميتة

وقلبُكِ يغزلُ الشعاعاتِ والقشَّ في سجادةٍ واحدة.

قمرُ صلاتِكِ اكتمل،

سيقاسمُكِ رغيفَ جسده

ويدورُكرحى الطباشيرِ على قماشةِ المساء.

سنرتدي ما يرتديهِ العميان،

بينما التجاعيدُ التي يرفعها الألمُ بكلاليبهِ من أحشائك

تزدحمُ في زوايا الفمِ والعينين:

لا مكانَ إلا وجهكِ.

*

I sogni ricordano i sogni.

Sotto l’albero durante la pioggia,

gatti zuppi ci eravamo riparati

e grandi gocce ci spensero le sigarette.

Le luci dei riflettori giravano

nel teatro delle nuvole.

Fradici i fazzoletti

e le sedie abbandonate,

mentre attendevo la tua mano.

Le radici sollevarono il lastrone

del marciapiede davanti a noi,

nascosi sulla spalla la tua voglia,

tatuaggio d’un desiderio non realizzato.

*

Gli annegati tornarono con i ciottoli,

e il forno era nero

come il fondo d’un tegame bruciato.

La forbice che hai in mano

è la coda d’una rondine morta,

e il tuo cuore intreccia raggi e paglia

in un solo tappeto.

Piena è la luna della tua preghiera,

spartirà con te il pane del suo corpo

e come una mola di gesso

girerà sul tessuto della sera.

Ci vestiremo come i ciechi,

mentre le rughe che il dolore alleva

con gli artigli dalle viscere

si affollano agli angoli della bocca

e degli occhi:

non v’è posto che il tuo viso.

Golan Haji, Trad. di Patrizia Zanelli

Glossario

Rihla, o al-Riḥlah (in arabo: , letteralmente “viaggio”) è un termine dell’arabo classico per ricerca, con connotazioni di un viaggio intrapreso per amore della divina conoscenza dell’Islam. Un viaggio mistico, in qualche modo. Poi è anche una forma di letteratura di viaggio basata sull’esperienza dei viaggiatori. Alla base della scelta del titolo, “una rihla tra le ombre”, c’è l’intenzione di voler includere entrambe le forme di viaggio, anche se non esattamente nelle connotazioni classiche sopra descritte. Infatti il senso del viaggio per Golan Haji, che conduce il lettore nelle sue poesie, sembra doppio: un’esperienza come essere umano, ma che non dismette mai la sua veste poetica. Ma anche una ricerca spirituale perché egli crede, che l’intero, incluse le ombre, sia sacro e che si manifesti in ogni forma di vita. Come scriveva anche Pasolini alla fine degli anni ’60, ogni manifestazione del sacro è espressa dal linguaggio, tutto il mondo diviene così manifestazione linguistica del sacro.

Golan Haji è nato ad ʿĀmūdā, una cittadina curda nel nord della Siria, e ha studiato medicina all’Università di Damasco. È patologo di professione, ma ha una presenza letteraria importante che include diverse raccolte di poesie: la prima Nādà fī’l-ẓulumāt (Chiamò nelle tenebre, 2004) ha ottenuto il premio “Muḥammad al-Maghūṭ”; la seconda Thammata man yaraka wahshan (C’è qualcuno che ti vede come un mostro) è apparsa nel 2008 in occasione dell’evento internazionale “Damasco città della cultura”; la terza Baytī al-bārid al-baʿīd (La mia casa fredda e lontana) è stata pubblicata a Beirut nel 2012 dalla casa editrice Dār al-Ğamal; la quarta Adulterers, è stata pubblicata a Copenhaghen dalla casa editrice Forlaget Korridor, 2011. Ha tradotto in arabo classici inglesi tra cui Lo strano caso del Dr. Jekyll eMr. Hyde. Collabora regolarmente con la stampa libanese occupandosi di questioni culturali.

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