Turchia. Voto truccato, trionfa il ‘sultano’ by contropiano e kurdishinfo

Turchia. Voto truccato, trionfa il ‘sultano’ In evidenza

 

Dopo la cocente e storica sconfitta dello scorso 7 giugno, il ‘sultano’ Erdogan e il suo Akp non hanno certo indetto nuove elezioni per la giornata odierna, evitando accuratamente di trovare un accordo con i nazionalisti di destra o con i repubblicani laicisti, per perderle di nuovo.

E quello di oggi del partito islamista e liberista turco può e deve essere considerato un trionfo annunciato.
D’altronde il governo ‘ad interim’ guidato dal premier Davutoglu – ne facevano parte pure due ministri ‘curdi’ prima che la recrudescenza della repressione contro la loro comunità e la complicità con gli stragisti “dell’Isis’ li obbligasse a lasciare il loro incarico dopo poche settimane di imbarazzante permanenza nell’esecutivo elettorale – aveva preparato nelle ultime settimane uno scenario che, se non avesse portato al risultato di oggi, sarebbe risultato quanto mai paradossale.

In pochi mesi, a partire da luglio, due stragi hanno colpito le sinistre e il partito Hdp, diffondendo nel paese la paura e dando così forza e legittimità alle pulsioni autoritarie incarnate dal presidente che ha tentato di accreditarsi in tutti i modi come l’unico in grado di contrastare il caos e di riportare l’ordine. Gli attentati – attribuiti al jihadismo di Daesh al quale Ankara ha sempre concesso sostegno, e quasi sicuramente condotti a Suruc, Diyarbakir e Ankara con la copertura o addirittura la collaborazione dell’intelligence locale – hanno in realtà permesso a Erdogan di scatenare una guerra senza precedenti contro la guerriglia del Pkk mandando a monte un negoziato in corso, tra alti (pochi) e bassi (molti) da alcuni anni. Mentre i caccia bombardavano le postazioni della guerriglia sui monti, l’esercito turco assediava e bombardava città e villaggi abitati dai curdi in numerose zone del paese, dove sono stati uccisi decine di civili – manifestanti e non – attizzando una reazione popolare che ha permesso alle autorità di proclamare di fatto la legge marziale. Nel frattempo migliaia di attivisti del Partito Democratico dei Popoli e di varie formazioni della sinistra rivoluzionaria turca sono finiti in galera in ondate continue di arresti, giustificati dal clima eccezionale creato nel paese dagli attentati che, come è evidente, hanno colpito solo nemici del regime. Come se non bastasse, il governo ha impresso una ulteriore stretta alla libertà di stampa e alla libertà di espressione, chiudendo manu militari tv e giornali, denunciando per gravi reati noti e influenti opinionisti, facendo arrestare qualche reporter straniero troppo curioso.
Che in un quadro del genere il partito islamista potesse fare flop era davvero assurdo. I turchi hanno votato in un clima di paura, di allarme, di sospensione delle più elementari norma democratiche, di imbavagliamento della stampa critica, di paralisi imposta alle sinistre e alle organizzazioni sociali più combattive.
Ed infatti i dati diffusi dalla commissione elettorale nazionale di Ankara mentre sono state scrutinate il 99% delle schede votate oggi (l’affluenza sarebbe stata intorno all’85% anche grazie ad un massiccio aumento del voto dei residenti all’estero) dicono che il partito Giustizia e Sviluppo è improvvisamente tornato a quota 49.3% – quasi dieci punti in più in pochi mesi, un vero e proprio ‘miracolo’ – ottenendo così una ampia maggioranza assoluta che gli permetterà di governare in solitaria. E di tentare di cambiare senza grandi ostacoli la Costituzione, trasformando la Turchia in una repubblica iper-presidenziale  e probabilmente accentuando l’islamizzazione del paese e il carattere autoritario e repressivo di istituzioni già soffocanti. In realtà servono 367 deputati per approvare modifiche costituzionali direttamente e 330 per indire un referendum popolare su una modifica costituzionale promossa dal governo, ma in un parlamento normalizzato Erdogan può sperare di allargare la propria maggioranza, magari attingendo agli ex ‘lupi grigi’.
Il molte province – quelle a maggioranza curda dove l’Hdp lo scorso 7 giugno aveva raggiunto quote superiori all’80% – gli elettori non sono potuti andare a votare perché i seggi erano stati spostati in territori lontani decine di chilometri a causa dello stato di eccezione proclamato dopo l’inizio della repressiva militare e la conseguente reazione popolare. E comunque molto spesso sono stati quei militari e quei poliziotti che da mesi sparano sugli abitanti delle città curde a controllare ‘la regolarità’ del voto, a custodire le schede e le urne e poi a vigilare sullo spoglio. Anche ad Istanbul, dove l’Hdp aveva ottenuto pochi mesi fa un ottimo risultato, questa volta non sembra aver neanche superato la quota del 10%.
E guarda caso, nonostante praticamente tutti i sondaggi della vigilia avessero sostanzialmente previsto una riconferma delle percentuali ottenute dai vari partiti all’inizio di giugno, con forse un leggerissimo aumento per la Fratellanza Musulmana al potere, l’Akp ha registrato un formidabile balzo mentre i suoi contenenti hanno visto volatilizzarsi milioni di voti.
La mappa dei risultati mostra un Paese spaccato letteralmente in tre. Sulla costa egea e in Tracia vincono i repubblicani del Chp, tutta l’Anatolia e il Mar Nero sono dominati dall’Akp, nel sud-est del Paese a maggioranza curda vince l’Hdp.
In particolare i nazionalisti di destra dell’Mhp, crollati dal 16.3 al 12% e da 80 a 42 deputati, il cui discorso sciovinista e ultranazionalista è stato d’altronde completamente ‘cooptato’ e riprodotto da Erdogan e dai suoi negli ultimi mesi. E naturalmente i curdi e le sinistre radicali turche coalizzati nell’Hdp, che le elezioni truccate di oggi hanno ribassato dal 13% del 7 giugno ad un 10.4%. Una quota sufficiente a portare in parlamento una sessantina di deputati, che forse Erdogan potrà ostentare, a mo’ di foglia di fico, come segno della ‘democraticità’ del voto e del sistema turco, rintuzzando le in verità flebili critiche dell’Ue e degli Stati Uniti contro i recenti “eccessi” erdoganiani. Nonostante il massiccio condizionamento del voto, comunque, i curdi e le sinistre sono riusciti a sopravvivere ed a superare la soglia di sbarramento.
Gli unici a non essere stati ridimensionati sono i nazionalisti socialdemocratici del Partito Repubblicano del Popolo che ottiene una riconferma col 25.4% dei voti. Che però non gli servirà a granché visto che all’Akp andrebbero circa 315 seggi, assai più di quei 276 che garantiscono ad Erdogan di poter dominare incontrastato il prossimo parlamento.
Dopo la diffusione dei primi risultati del voto di oggi – gli exit poll erano stati proibiti – violenti scontri tra polizia e manifestanti curdi sono scoppiati a Diyarbakir, ed in altre località dove hanno di nuovo fatto la loro comparsa barricate e blocchi stradali, contro i quali le forze di sicurezza si sono scagliate con la rinnovata violenza.

http://contropiano.org/internazionale/item/33783-turchia-voto-truccato-trionfa-il-sultano

Police attack people protecting their votes in Van

Police and special operation teams have insulted and attacked the people who waited outside schools to hinder a probable fraud after the closure of polls at 16:00 local time.

A large crowd of people waiting outside Tahir Elementary School in Şehit Fırat neighborhood of central Edremit district were targeted by police with water cannons.

The civilians waiting outside Ferit Melen Elementary School in Şabaniye neighborhood were also attacked by police with tear gas in an attempt to disperse the crowd.

Large numbers of people keep waiting outside schools which have been blockaded by police and special operation teams that do not allow anyone access to the polling stations.

It grabs attention that plateless cars remain parked near armored police vehicles.

Source: Firat News Agency

http://www.kurdishinfo.com/police-attack-people-protecting-their-votes-in-van

EP delegation: Extraordinary atmosphere dominates the Kurdish region

Besides electorates, international observer delegations have also been targeted by police repression and attacks in the Kurdish region.

While a delegation from the European Parliament was encountered by masked special operation teams in Amed’s central Sur district, a six-person European delegation in Yenişehir and a translator in Dicle district have been taken into custody by police. The driver accompanying another delegation was battered by AKP members.

Shocked by the situation in the Kurdish region, the European Parliament delegation said; “We have never seen such an atmosphere anywhere else in the world. The scene is unbelievable.”

In Sur district of Amed, people started to go to schools to cast their votes as of early morning hours. The first thing they encountered at schools was special operation teams wearing masks.

Speaking about the situation, HDP Amed Deputy Candidate Feleknas Uca said the deployment of special operation teams was instructed by not the Supreme Election Board (YSK) but the Governor.

The electorates on the other hand reacted to the repression by security forces, emphasizing that they will never get intimidated even if the state deploys all its forces in schools.

Special operation teams have also targeted the journalists whom they threatened to “shot by mistake” in the event of covering the incidents. Police teams also deleted the footage shot by journalists from the areas of police terror.

‘THERE IS NO SUCH A SCENE ANYWHERE IN THE WORLD’

Martina Michels, who takes part in the delegation of observers from the European Parliament, said they were shocked to see the happenings and the presence of no democracy in Amed.

Remarking that the heavy presence of police forces in schools paves the way for any kind of provocation, Michels said; “The incidents taking place here do not comply with any democracy criteria. Nowhere else in the world have I witnessed such a militarist atmosphere. The scene is really unbelievable.”

Another member of the delegation, Josu Juarıstı Abaunz, described the presence of police forces both inside and outside the schools as unacceptable, adding that they will convey their observations to the European Parliament.

Another EP Delegation observing the voting in Arabaş village of Sur was battered by AKP Deputy Candidate Şafak Yentürk and his relatives before being forced out of the school where people cast their votes. The driver accompanying the delegation was also beaten by the AKP candidate and the mob near him.

BRITISH DELEGATION THREATENED

A British delegation observing the voting in Amed’s Çermik district was similarly targeted by AKP Deputy Candidate Baran Çelik and the guards accompanying him. Çelik threatened the delegation at Çermik Anatolian High School, saying; “This is a democratic country. What do you want? Get the hell out of here.” The guards of the AKP candidate tried to take the delegation out of the school by force.

In Alokoç village of Çermik, soldiers entered the polling station with arms and tried to intervene the voting of the electorates.

On the other hand, translator Ramazan Tunç was detained by police while accompanying a delegation from the U.S. and Italy in Yokuşlu village of Dicle district. Tunç remains in custody at district gendarmerie station.

EUROPEAN DELEGATION DETAINED

In the meantime, an observing delegation from South Kurdistan was denied access to polling station in Alangör village of Yenişehir district on the grounds that they didn’t have their passports with them.

In another case, all the six members of a European delegation were detained by soldiers in the village on the grounds of greeting the local people.

Source: Firat News Agency

http://www.kurdishinfo.com/ep-delegation-extraordinary-atmosphere-dominates-the-kurdish-region

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