Migranti rissa religiosa : gettati in mare dodici cristiani. Naufragio con 40 vittime

Sbarchi, rissa sul gommone per motivi religiosi, gettati in mare dodici cristiani. Naufragio con 40 vittime

Quindici persone fermate, di religione musulmana, accusate di omicidio plurimo: la richiesta di arresto firmata dal ministro Orlando. Altri cristiani si sono salvati formando una catena umana. Arrivi senza fine lungo le coste siciliane, in 600 a Trapani, in viaggio altri 900. Arrestati tre scafisti. Tra loro anche il timoniere del peschereccio dal quale sarebbero stati sparati i colpi verso il rimorchiatore. E a Trapani i superstiti parlano di un gommone ribaltato in alto mare con decine di morti

di MARIA EMANUELA INGOGLIA, ROMINA MARCECA E ALESSANDRA ZINITI

  La lite sarebbe scoppiata per motivi religiosi. Musulmani e cristiani sullo stesso barcone che trasportava 100 disperati in cerca di salvezza sulle coste siciliane. E, invece, ha prevalso l’odio e in dodici, nigeriani e ghanesi, sono stati gettati in mare dai loro compagni di viaggio. Sono morti tra le onde nella notte del 14 aprile. Ma in mare erano destinati a finire anche altri cristiani che si sono salvati formando una vera e propria catena umana. All’arrivo al porto di Palermo a bordo della nave “Ellensborg”, dopo i soccorsi, sono stati i migranti a indicare i 15 che avrebbero ucciso gli occupanti del gommone e a raccontare tra le lacrime quanto era successo.

La squadra mobile di Palermo ha così fermato 15 dei migranti arrivati questa notte a Palermo. Sono accusati di omicidio plurimo aggravato dall’odio religioso. La mobile li ha fermati e rinchiusi nel carcere di Pagliarelli dopo che gli altri imbarcati sul gommone che li stava trasportando in Sicilia, li hanno indicati come coloro che al culmine di una rissa a bordo, hanno gettato in mare una decina di altri migranti. Tra gli arrestati c’è anche un minorenne di 17 anni. Secondo la prima ricostruzione a bordo del gommone in navigazione dalla Libia alla Sicilia la rabbia sarebbe scoppiata per il diverso credo religioso. Gli accusati sono musulmani, gli uomini gettati in mare sono di religione cristiana. L’indagine è coordinata dal capo della procura Francesco Lo Voi e dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia. A seguire le indagini da vicino è anche il questore di Palermo, Guido Longo. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha firmato nel pomeriggio la richiesta di arresto per i quindici immigrati. L’intervento di Orlando si è reso necessario, come prevede la legge, perché i fatti sono accaduti in acque internazionali. Oggi è stato il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, a inoltrare la richiesta di arresto al ministro, che in poche ore ha firmato la richiesta di procedimento, come previsto dall’articolo 10 del Codice penale.

Sull’imbarcazione, la notte del 14 aprile, c’erano 105 persone, poi è scoppiato il putiferio e una decina è stata gettata in mare. Una volta raccolti e trasportati in porto a Palermo i superstiti hanno raccontato e indicato agli investigatori della squadra mobile, 15 persone che avrebbero scaraventato tra le onde i loro compagni di traversata. Tutti sono stati fermati dagli agenti e portati nel carcere di Pagliarelli. Sono del Mali, Senegal, Guinea Bissau e soprattutto della Costa d’Avorio.

E non sarebbe la sola tragedia che accompagna la nuova ondata di sbarchi che sta mettendo il sistema dell’accoglienza siciliano in ginocchio. C’erano anche quattro superstiti di un naufragio a bordo della nave della Marina militare “Foscari” da cui stamani sono sbarcati al molo Ronciglio di Trapani 586 migranti. I quattro scampati all’ennesimo dramma in mare – due provenienti dalla Nigeria, uno dal Ghana e uno dal Niger – hanno raccontato di essere partiti in 45 sabato scorso da Tripoli a bordo di un gommone che martedì si è ribaltato. Per i 41 compagni di viaggio – tutti uomini – scomparsi in mare, non ci sarebbe stato scampo. Individuati e salvati dalla Marina i quattro superstisti sono stati i primi a salire sulla nave “Foscari” che ha poi proseguito, sempre a 70 miglia a nord della Libia, le operazioni di soccorso salvando altri 582 profughi sub sahariani, siriani e due sedicenti palestinesi. Tra questi numerose donne, di cui dieci incinte, e una cinquantina di minori, di cui sei lattanti. I nuovi arrivati saranno ospitati nei centri di accoglienza distribuiti tra la Campania e il Veneto. Sulla vicenda la procura di Trapani ha aperto un’inchiesta ancora contro ignoti. Tre giorni fa 400 migranti sarebbero morti in mare per il capovolgimento del barcone su cui viaggiavano.

Arriveranno in Sicilia, nel primo pomeriggio, le navi Fiorillo e Dattilo della Guardia costiera con a bordo complessivamente 893 migranti tratti in salvo nelle ultime ore nelle acque del Mediterraneo, in diverse operazioni coordinate dal Centro nazionale di soccorso della Guardia Costiera, a Roma. In particolare la nave Fiorillo ha a bordo 301 persone tratte in salvo ieri da un barcone in difficolta’. Mentre la nave Dattilo sbarchera’ 592 migranti, salvati in sei diverse operazioni di soccorso condotte tra ieri e l’altro ieri.

Intanto continuano le indagini della procura di Catania sulla sparatoria al largo della Libia. “Colpi di mitragliatore in aria sono stati esplosi da due dei quattro individui indossanti impermeabili di colore giallo” che erano a bordo di “un motoscafo di colore grigio militare con due motori fuoribordo dotato di barra lampeggiante, battente bandiere libica”, mentre era in corso il trasbordo su ‘Asso 21′. E’ la versione concordante di extracomunitari e di personale del rimorchiatore italiano sulla sparatoria avvenuta nei giorni scorsi al largo della Libia mentre era in corso l’operazione di salvataggio. Durante il trambusto due persone sono cadute in mare, ma sono state salvate da altri migranti.

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I testimoni sono stati sentiti dalla squadra mobile di Catania, dove Asso 21 è arrivato ieri con a bordo 274 migranti. La polizia di Stato ha intanto identificato il presunto scafista che pilotava il vecchio peschereccio che è stato portato via da due degli occupanti del motoscafo battente bandiera Libica. E’ un egiziano di 41 anni, Marghali Saber Marghali Ali, che è stato fermato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Dentro un borsone aveva 5.000 dollari, 700 euro e due telefoni cellulari. L’uomo, su disposizione della procura, è stato condotto in carcere. Altri due presunti scafisti dello sbarco di migranti di due giorni fa a Pozzallo sono stati fermati dalla polizia di Stato. Sonooriginari del Gambia. Il provvedimento, che ipotizza il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, è stato emesso dalla procura di Ragusa.

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/04/16/news/sbarchi_600_profughi_a_trapani_sentiti_i_testimoni_della_sparatoria_al_largo_della_libia-112087444/

Sbarchi, migranti : “400 migranti morti in un naufragio” ; Teoria insider-outsider : la guerra fra poveri è qui

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