Richard Yates : Proprietà Privata , Undici Solitudini, Doctor Jack-O-Lantern

Proprietà privata

Racconti inediti

Yates è stato lo scrittore americano più acuto del ventesimo secolo. Ci raccontava cose che non volevamo sentire: è questo che lo ha reso così grande. Adesso è ora di ascoltarlo

The Times

Quando si prende in mano un libro di Yates non lo si mette giù fino alla fine

Il Sole 24 Ore

Richard Yates, autore di romanzi indimenticabili come il celebre Revolutionary Road, ha lasciato alla letteratura del Novecento anche un imponente corpus di racconti. Le sue raccolte, Undici solitudini e Bugiardi e innamorati sono unanimamente considerati dei capolavori nel genere della short story.
Arriva ora per la prima volta in Italia quest’antologia di racconti mai pubblicati in volume durante la vita dell’autore; alcuni erano usciti su riviste, altri erano rimasti completamente inediti fino a quando, dopo la sua morte, sono stati riportati alla luce e raccolti.
Un’occasione preziosa per immergersi ancora una volta nella sua scrittura intensa e commovente: storie di esistenze comuni ambientate perlopiù nell’America del secondo dopoguerra, un luogo di tensioni nascoste sotto l’apparente prosperità, di ambizioni e fallimenti che Yates racconta con uno sguardo lucido e inconfondibile.

Con una prefazione di Nicola Lagioia.

http://www.minimumfax.com/libri/scheda_libro/538

Proprietà Privata. Tutto il realismo di Richard Yates in una raccolta di racconti

Aggiunto da Alberto Staiz il 18/02/2012.

Richard Yates un giorno dichiarò ad un amico il suo completo disinteresse nei confronti del denaro, a fronte di un forte desiderio di avere lettori. Lettori che non ha (quasi) mai avuto durante tutta la sua vita. «Scrittore per scrittori», «uno dei grandi scrittori meno famosi d’America». Esempi di come Yates veniva definito durante la sua vita. Raggiunse il successo con Revolutionary Road, folgorante romanzo d’esordio, piombando successivamente in un lento declino, nonostante potesse vantare in bibliografia diversi libri di grande valore. La sua caduta nel dimenticatoio ha viaggiato in parallelo all’accrescersi di gravi problemi di alcolismo, che hanno minato la sua salute, conducendolo ad una morte precoce nel 1992.

Grazie anche alla fortunata trasposizione cinematografica di Revolutionary Road di Sam Mendes (con due bravissimi Di Caprio e Kate Winslet), la sua opera è stata progressivamente riscoperta in tutto il mondo. In Italia la casa editrice romana Minimum Fax ha pubblicato nuovamente gli unici tre volumi di Yates tradotti negli anni ‘60 e’70 (Revolutionary Road, Disturbo della Quiete Pubblica e Undici Solitudini), e successivamente ha tradotto e pubblicato tutte le opere dello sfortunato scrittore mai apparse in Italia (Easter Parade, Una Buona Scuola, Cold Spring Harbor, Bugiardi Innamorati).

Proprietà Privata è una raccolta di racconti mai pubblicati in volume durante la vita dell’autore. Alcuni apparsi su riviste, altri rimasti inediti, questi racconti rappresentano alla perfezione il valore di Yates all’interno della tradizione letteraria americana del secolo scorso.

Ambientati negli anni ‘50 e ’60 questi brevi ma intense storie trattano delle problematiche famigliari e sociali dell’uomo americano immerso nel pericoloso benessere post-Seconda Guerra Mondiale. Si parte con Il Canale, dove durante un party i due protagonisti maschili ricordano, da due diverse prospettive, una missione militare durante la Seconda Guerra Mondiale. Un racconto sulla tragicità della guerra e sui segni indelebili che lascia nell’animo umano. Un idillio ospedaliero tratta di una storia d’amore tra un’infermiera ed un paziente, con un finale amaro. Campane al Mattino è uno schizzo veloce ma altamente espressivo ambientato durante la guerra. Gli echi della lezione impartita da Hemingway sono chiari.

Richard Yates

Sera in Costa Azzurra si muove in un terreno caro a Yates: i rapporti all’interno della famiglia e il tema del tradimento. Ladri è un’altra rapida pennellata ambientata in un ospedale, mentre Proprietà Privata si muove nuovamente all’interno del nucleo famigliare.

Si giunge a Il Revisore e la Bufera, probabilmente il migliore racconto del lotto: la storia dei fallimenti amorosi e dei finti successi lavorativi di un uomo di mezza età. Un’ultima scappata per dire, affronta nuovamente il tema del tradimento con uno stile particolare e sperimentale.

Conclude la raccolta Un ego convalescente, magistrale storia di un uomo e dei suoi rapporti con la moglie, un racconto dove finalmente appaiono un lieto fine e un senso di speranza, spesso assente dalle opere di Yates.

Il benessere americano degli anni ’50 e ’60 viene smitizzato da Richard Yates, che racconta con uno stile unico le problematiche personali dell’uomo della middle class: un uomo in bilico tra i ricordi ancora vivi di una Seconda Guerra Mondiale che ha decretato la vittoria degli Stati Uniti, lasciando però un trauma indelebile nella coscienza collettiva, e il benessere degli anni ’50 americani, minati però dal pericolo costante di una guerra fredda che può scaldarsi da un momento all’altro.

Un uomo tormentato e turbato, che si rifugia spesso nell’alcool e nei tradimenti per lottare contro il conformismo che gli impone di mantenere un’immagine di felicità e limpidezza di fronte ad una società ipocrita che loda il benessere, alimentando il falso mito del sogno americano.

Un sogno che Yates ha saputo smontare pezzo dopo pezzo, arrivando a mostrare come la vera felicità fosse un sentimento raro nel cuore dell’uomo.

Richard Yates, Proprietà Privata – Racconti Inediti, 2012, Minimum Fax, €12,50

Alberto Staiz

http://www.wakeupnews.eu/torna-in-libreria-il-realismo-di-richard-yates-con-una-nuova-raccolta-di-racconti-intitolata-proprieta-privata/

Richard Yates – Undici Solitudini

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Tra le distese di Long Beach, gli uffici di Manhattan, le linee metropolitane che collegano i quartieri periferici del Bronx e i cinema di Broadway, il profilo della città di New York traspare disegnando comunanze tra queste undici solitudini. Troviamo maestre elementari impegnate a farsi apprezzare dai propri alunni con risultati però tutt’altro che positivi, sia che si tratti dei disagi del piccolo orfano Vincent Sabella, oppure dell’intera classe della signorina Snell durante la festa di Natale. Vi sono poi coppie di amori ritratte nel corso della loro vita coniugale: tra ansie da prime notti insieme, bicchieri di alcolici e divani ad accompagnare notizie di licenziamenti, oppure mani peccaminose di improvvisati amanti in auto, approfittando di mariti costretti su di un letto di ospedale. Ed ecco giovani soldati nel pieno della loro giovinezza affrontare il periodo di addestramento, o – come un risvolto della stessa medaglia – vecchie reclute ammaccate dalla tubercolosi rinchiuse in reparto mentre cercano di festeggiare l’arrivo dell’anno nuovo. E come dimenticarci di scrittori falliti che sognano un futuro da Hemingway ma al momento vengono stipendiati da tassisti, redattori di testate sindacali impegnati ad ammuffire nel chiuso degli uffici e pianisti di colore che solleticano le notti delle spiagge francesi con le loro armonie…
Sembrano avere lo stesso odore delle quaranta sigarette quotidiane fumate da Yates questi racconti, sembrano vivere dello stesso respiro acciaccato dal vizio e dalla TBC i suoi personaggi, sembrano battere a macchina le stesse parole dell’autore i vari scrittori, redattori e impiegati che popolano questa raccolta. Uscito originariamente nel 1962 – dopo lo stravolgente successo di Revolutionary Road, romanzo d’esordio che avrebbe segnato per sempre il destino dello scrittore: da un lato celebrato per quest’opera prima, dall’altro condannato dalla stessa per le troppe aspettative di pubblico e critica che non riuscì mai ad appagare – Undici solitudini custodisce le prime stesure di Yates, in cui abbondano riferimenti biografici: dalla tubercolosi all’esercito, al periodo trascorso in Francia, sino ai lavori nelle redazioni e all’inquieto rapporto con la moglie e la propria famiglia. Con un tratto leggero che emoziona proprio per la sua scorrevolezza e semplicità, lo scrittore distrugge il conformismo di un’America anni cinquanta senza bisogno di ribellioni o denunce, ma con un realismo splendido che ritrae la desolazione e la ripresenta al lettore senza filtri che ne aumentino l’intensità. Onesto come un amico, Yates racconta. E noi non possiamo fare a meno d’ascoltarlo.

http://www.raccontopostmoderno.com/2011/05/richard-yates-undici-solitudini/

Doctor Jack-O’-Lantern story by Richard Yates

… a story about lost love

by Ed Boyd

(In 2009, I wrote a story by Richard Yates, “Doctor Jack-O-Lantern”. I was told
by the editors of the Melrose Mirror that I should not publish my story as I had
quoted more than was acceptable. To publish my piece, I would have to get
permission. From May through July, I sought the agents responsible for the deceased
rights to Yates writing to no avail. I will assume that Yates will not mind my
paying tribute to his magnificent story.)
This is a story by Richard Yates, Doctor Jack-O’-Lantern, that I found exquisitely
touching. This is about a fourth grader from an orphanage who comes to live with
foster parents. For Miss Price, his teacher, it was enough, “…to fill her with a
sense of mission that shone from her…”Miss Price has set her mind to save Vincent Sabella. “Even if you could ignore his
tangled black hair and grey skin, his clothes would have given him away: absurdly
new corduroys, absurdly old sneakers and a yellow sweatshirt, much too small, with
the shredded remains of Mickey Mouse design stamped on his chest.” Toward the bottom
of the page, “He made an unintelligible croak and smiled fleetingly, just enough to
show that the roots of his teeth were green.”Vincent had his lunch packed in a brown bag and sat alone eating. Miss Price decided
to make an approach to Vincent as a way of making him feeling more at ease in a
strange place. Miss Price talks at length about how it is difficult to make friends
and makes it be known that she would like him to “…consider me your friend…” “It was
probably a lucky thing that she stood up when she did, for if she’d stayed on that
desk a minute longer Vincent Sabella would have thrown his arms around her and
buried his face in the warm gray flannel of her lap…”Miss Price had the habit of starting the day by asking for personal reports of what
happened during the weekend. The different students gave their reports and Vincent
listened. Nancy told of a movie, Doctor Jekyll and Mr. Hyde whose brother said it
was too horrible to see. On Monday, Miss Price was surprised to have Vincent Sabella
volunteer to give his report.

“Saturday I seen that pitcha,” he announced. “Saw, Vincent,” Miss Price corrected
gently.

“That’s what I mean,” he said; “I sore that pitcha. Doctor Jack-O’-Lantern and Mr.
Hide.”

As Vincent tells his story it is obvious to all that the story is all fabrications,
all lies. Near the end, “…and this one bullet got my fodda in the shoulder.” The
other students were in disbelief, “…the way you look at a broken arm or a circus
freak.”

Miss Price calls Vincent aside and says that his report was interesting but might
have been better if you had told us about the new wind breaker. “You do understand
what I’m trying to say, don’t you, Vincent?”

Vincent asks to be excused and vomits in the bathroom. Distraught, he wanders around
and steps into an alley. “For a minute or two he just stood there, looking at the
blankness of the concrete wall; there he found a piece of chalk in his pocket and
wrote all the dirty words he could think of, in block letters a foot high.”

It was Nancy Parker, one of the students, who led Miss Price to the alley. Miss
Price was very pale but made no announcement. At the end of the day she dismissed
the class and said, “Will Vincent Sabella please remain seated.”  Miss Price gets
Vincent to scrub the words off the wall. She gives him a long talk of hurting people
even if he didn’t intend to do so. She ends her talk, “Never forget that when you do
a thing like that, you’re going to hurt people who want very much to like you, and
in that way you’re going to hurt yourself. Will you promise me to remember that,
dear?”

Vincent is accosted by two boys who insist that he tell them what Miss Price did or
say. Finally, he gives in and says, “She let her ruler do her talking for her.”
“Five times on each hand.”

As Miss Price leaves for the day, she greets the boys pleasantly. At this, the boys
become wise to Vincent.

“Ruler my eye! Jeeze, you lie about everything, don’tcha, Sabella? You lie about
everything.”

Waiting for the boys to get out of sight, Vincent returns to the alley.“Choosing a
dry place, he got out his chalk and began to draw a head with great care, in
profile, making the hair long and rich and taking his time over the face, erasing it
with moist fingers and reworking it until it was the most beautiful face he had ever
drawn: a delicate nose, slightly parted lips, an eye with lashes that curved
gracefully as a bird’s wing. He paused to admire it with a lover’s solemnity; then
from the lips he drew a line that connected with the speech balloons, and in the
balloon he wrote, so angrily that the chalk kept breaking in his fingers, every
one of the words he had written that noon. Returning to the head, he gave it a
slender neck and gently sloping shoulders, and then, with bold strokes, he gave it
the body of a naked woman: great breasts with hard little nipples, a trim waist, a
dot for a navel, wide hips and thighs that flared around a triangle of fiercely
scribbled pubic hair. Beneath the picture he printed its title: “Miss Price.”

Yates ends this story and writes, “He stood there looking at it for a little while,
breathing hard, and then he went home.”

This story grabs me, as I have been witness many times to a tale of love turned on
its head. You must hurt the one you love, Yates so beautifully describes.

This is First Picador USA Edition: May 2002 The Collected Stories of Richard Yates

March 2, 2012

http://melrosemirror.media.mit.edu/servlet/pluto?state=303034706167653030375765625061676530303269643030353138393834

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