The Grandmaster – la colonna sonora del biopic con arti marziali di Wong Kar-Wai

 

The Grandmaster – la colonna sonora del biopic con arti marziali di Wong Kar-Wai

Il prossimo 19 settembre debutterà nei cinema italiani The Grandmaster, la storia del leggendario mentore di Bruce Lee di cui oggi vi proponiamo la colonna sonora ufficiale.

Il regista cinese Wong Kar-Wai (In the Mood for Love) confeziona un suggestivo ritratto della vita di Yip Man, il maestro di arti marziali già interpretato da Donnie Yen ed Anthony Wong, che in questo nuovo biopic avrà il volto di Tony Leung (Bullet in the Head).

Le musiche originali del film sono state affidate al compositore giapponese Shigeru Umebayashi (La foresta dei pugnali volanti) supportato da francese Nathaniel Méchaly (Io vi troverò). Questa per Umebayashi è la quarta collaborazione con il regista Wong Kar-Wai per il quale ha musicato anche In the Mood for Love, 2046 e Un bacio romantico – My Blueberry Nights.

Alla colonna sonora che include due pezzi di Ennio Morricone (tratti da Come imparai ad amare le donne e C’era una volta in America), ha contribuito anche l’italiano Stefano Lentini (Il sorteggio) che per il film ha composto il brano originale “Stabat Mater” per soprano ed orchestra.

1. Main Theme I – Opening (with Nathaniel Mechaly)
2. Main Theme II – Dreaming of the 64 Hands
3. Love Theme I
4. Love Theme II
5. Beijing Opera – Si Lang Tan Mu – Traditional
6. The Gold Pavilion
7. Manchuria Express (with Nathaniel Mechaly)
8. Action 150 (Vichaya Vatanasapt, Traithep Wongpaiboon & Nathaniel Mechaly)
9. Sorekara Epilogue I – Kokuhaku
10. Moyou
11. Opium
12. Casta Diva (from the opera “Norma”) (Vincenzo Bellini)
13. Main Theme IV – The Sacrifice
14. La Donna Romantica (Ennio Morricone)
15. Once Upon a Time in America: Deborah’s Theme (Ennio Morricone)
16. Manchurian Bolero (with Nathaniel Mechaly)



http://www.cineblog.it/post/296963/the-grandmaster-la-colonna-sonora-del-biopic-con-arti-marziali-di-wong-kar-wai

The Grandmaster: la recensione del film di Wong Kar-Wai

Federico Gironi

 

Difficile pensare ad un personaggio che, nella cultura occidentale, possa essere paragonato a Ip Man, uno dei più importanti e celebri maestri d’arti marziali del Novecento e, quindi, qualcosa di bizzarramente vicino ad un filosofo. Le cose, in Oriente, son più complesse. O forse più semplici: di certo, molto più sfumate.
Non soprende, allora, che il film biografico che Wong Kar-Wai ha deciso di dedicargli trascenda le tradizionali coordinate cui siamo abituati, per farsi magniloquente affresco impressionista che alla storia di un uomo intreccia quella di una nazione e di un popolo, che sfiora ripetutamente il melò senza mai perdere di vista il quadro generale, e che diventa manifesto di uno stile di vita e di pensiero. Di una filosofia, appunto.

In tutto questo, sarebbe sbagliato pensare che le arti marziali, in The Grandmaster non c’entrino nulla: c’entrano tutto, invece, sono la chiave di lettura di tutto il film, e la loro presenza è costante: che si tratti di combattimenti o di modelli di comportamento.
Esemplare è la scena con cui Wong apre il suo film, un combattimento sotto una pioggia battente che vede il protagonista interpretato da Tony Leung vedersela, senza tanti problemi, con un manipolo di rivali: una sequenza nella quale il regista applica al cinema la potenza tranquilla e l’energia elegante e controllata dell’atto marziale, lontano anni luce dalla grossolana muscolarità occidentale e capace di uno stile pulito e invidiabile.
Lì, in nuce, c’è tutto Ip. Che poi, tra storia e Storia, diverrà – così come gli altri uomini e donne, rivali o amici, con cui sarà destinato a intrecciare direttamente o indirettamente la sua strada – l’emblema di uno stoicismo , modesto e pieno di dignità che sta già diventando minoritario, ma che è destinato a rimanere in piedi, verticale, come dice lui stesso, nonostante i colpi duri inferti dagli eventi politici, sociali, dalla vita.

Lavorando con uno stile sempre più impressionistico ed ellittico, che alterna il campo lungo e il dettaglio sia nell’inquadratura che nella narrazione, Wong ammicca più che velatamente all’epica leonaniana quando allarga lo sguardo, mentre ritrova il suo sé stesso più riconoscibile e intenso nelle pieghe e nei dettagli di una storia d’amore mai realmente nata e, per questo, mai morta.
Film nel quale, per definizione e dichiarazione, si parla di una filosofia che prevede solo la vittoria o la sconfitta, The Grandmaster si fa allora emotivamente coinvolgente soprattutto in un finale dove la prima appare lontana e la seconda dilaga nel cuore. Perché nonostante tutto, Ip Man e gli eroi di Wong riescono a rimanere in piedi, verticali, perfino quando sconfitti dentro.

http://www.comingsoon.it/film/the-grandmaster/48457/recensione/

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