CHE CAZZO DI PAESE E’ L’ITALIA ? mo te risponde Agnes Heller, “panaszkodás”/ “lamento”.

 

Giornale, Numero 486 del 26 ottobre 2013

CHE CAZZO DI PAESE E’ L’ITALIA

CONDIVIDI !!Redazione di Operai Contro, ho letto l’articolo sui braccianti di Mazara da voi pubblicato  ieri. Lo letto anche sull Fatto Quotidiano on line. Più passa il tempo e più […]

Redazione di Operai Contro, ho letto l’articolo sui braccianti di Mazara da voi pubblicato  ieri. Lo letto anche sull Fatto Quotidiano on line.

Più passa il tempo e più mi convinco che solo un paese di depressi tollera queste situazioni: pensioni da arricchimento e pensioni a pane e acqua, gip che arrestano e nelle carceri sono finiti i  posti in piedi. Su 100 magistrati, 20 sono preparati e competenti gli altri sono delle emerite teste di ……

1 anno per una ecografia, condanne per finta, stipendi scandalosi per la casta, conti pubblici taroccati, debito pubblico inestinguibile e interessi insostenibili, sistema bancario che potrebbe collassare in pochi mesi, e chi più ne ha più ne metta – dove stà la classe operaia? quella che scendeva in  piazza perchè il biglietto del tram aumentava da 10 lire a 15. Voi avete una soluzione ?

un vostro occasionale lettore

http://www.operaicontro.it/?p=9755714744

GLI ACCORDI SULLA CASSA INTEGRAZIONE: PADRONI-SINDACATI-STATO

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Operaicontro

8 minutes ago

Redazione di Operai Contro,.

la cassa integrazione è un licenziamento mascherato.

La cassa integrazione sono soldi dati ai padroni con il consenso dei farabutti del sindacato.

T’invio un articolo del Fatto quotidiano che spiega le migliaia di truffe.

Francesco racconta a ilfattoquotidiano.it l’ultima frontiera delle truffe allo Stato: lavoratori in cassa integrazione a zero ore, costretti a sgobbare in nero per la stessa azienda che usufruisce dell’ammortizzatore sociale. Così l’impresa non paga stipendi e fa ricadere sul pubblico il costo del lavoro mentre continua a incamerare il ricavato dell’appalto. Succede nella provincia di Napoli. In quel vasto conglomerato di affollate città che sfiorano il capoluogo partenopeo, tra MaranoGiuglianoPozzuoli e Torre del Greco.

 Francesco è un dipendente di una ditta titolare di un appalto per Poste Italiane, con il compito, tra l’altro, di consegnare raccomandate per l’Agenzia delle Entrate e per Equitalia: “Siamo una quarantina di lavoratori, e dall’ottobre 2011 saremmo entrati in cassa integrazione a rotazione. Ma di rotazione non c’è nulla. Venti di noi, come me, sono completamente fermi, gli altri venti continuano a fare le consegne secondo il regolare orario di lavoro, dalle 7.30 alle 12.30 sei giorni a settimana. Nella loro busta paga, però, risultano 80-100 ore di cassa integrazione al mese. E una sola ora al giorno di lavoro ‘in chiaro’”.

Un’ora fondamentale per assicurare la regolarità delle notifiche di atti con valore legale, come le raccomandate degli studi forensi e le cartelle esattoriali. Per un po’ anche Francesco ha partecipato a questo meccanismo: “Non ci sono altre prospettive, si resta aggrappati al posto come si può”. Il padrone, però, preferiva avere a che fare con lavoratori non iscritti ai sindacati. E ha preferito lasciarlo a casa.

Nel frattempo la commessa si è ridotta. “L’azienda faceva consegne per quattro comuni, poi Poste Italiane ha internalizzato le consegne a Pozzuoli e a Torre del Greco, assumendo persone con contratti trimestrali, e ha lasciato le consegne tra Marano e Giugliano, eseguite però anche grazie all’utilizzo di personale proveniente da un’altra ditta privata, che non si è aggiudicata l’appalto ma è riconducibile alla stessa proprietà”.

E se il presente è grigio, il futuro si prospetta nero. “L’appalto dovrebbe scadere a dicembre 2013. Rischiamo di andare tutti in mobilità”. Nel frattempo come campate? “Con il 40% in meno di un già magro stipendio di 900 euro circa, questo tocca a chi sta in cassa integrazione, va solo un pochino meglio a chi lavora in nero, quell’ora di lavoro al giorno ‘in chiaro’ fa guadagnare qualche banconota in più”. Va aggiunto che l’azienda non fornisce i mezzi di trasporto e impone ai dipendenti di utilizzare i loro scooter. Spese di benzina e manutenzione, ovviamente, finiscono per ricadere sui ‘postini’ e non vengono rimborsate. Ad una decina di loro sono stati sequestrati i ciclomotori perché privi di copertura assicurativa. Una situazione paradossale. Lavorare in nero truffando lo Stato a bordo di motorini senza assicurazione. Mentre le visite degli organi di controllo sarebbero finite in un nulla di fatto. “La Guardia di Finanza si è presentata una mattina alle 10 – afferma Francesco – quando gli uffici sono vuoti perché le consegne sono in corso”. Il consigliere regionale Corrado Gabriele, già assessore regionale al Lavoro in una giunta Bassolino, ha scritto al Prefetto sollecitando un intervento dei carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro.

http://www.operaicontro.it/?p=9755714754

Giornale, Numero 487 del 27 ottobre 2013

I SINDACATI VOGLIONO SOLO LA TESSERA

CONDIVIDI !!Redazione di Operai Contro, Tra disoccupati e sfiduciati, più di sei milioni di persone sono a casa. Senza lavoro. Lo rivelano le tabelle Istat sul secondo trimestre 2013, secondo cui ai 3,07 milioni […]
Redazione di Operai Contro,

Tra disoccupati e sfiduciati, più di sei milioni di persone sono a casa. Senza lavoro. Lo rivelano le tabelle Istat sul secondo trimestre 2013, secondo cui ai 3,07 milioni di disoccupati si aggiungono 2,99 milioni di persone che non cercano ma sono disponibili a lavorare (gli scoraggiati sono tra questi), oppure cercano lavoro ma non sono subito disponibili.

Nel secondo trimestre 2013 – secondo la tabella sulle ‘forze lavoro potenziali – c’erano 2.899.000 persone tra i 15 e i 74 anni che pur non cercando attivamente lavoro sarebbero state disponibili a lavorare (con una percentuale dell’11,4%, più che tripla rispetto alla media europea pari al 3,6% nel secondo trimestre 2013). A queste si aggiungono circa 99.000 persone che pur cercando non erano disponibili immediatamente a lavorare. Nel primo gruppo, ovvero gli inattivi che non cercano pur essendo disponibili a lavorare, ci sono quasi 1,3 milioni di persone ‘scoraggiate’, ovvero che non si sono attivate nella ricerca di un lavoro pensando di non poter trovare impiego.

Trovare un lavoro resta una chimera soprattutto al Sud e tra i giovani: su 3.075.000 disoccupati segnati nel secondo trimestre 2013 quasi la metà sono al Sud (1.458.000) mentre oltre la metà sono giovani (1.538.000 tra i 15 e i 34 anni, 935.000 se si considera la fascia 25-34 anni). Se si guarda alle forze lavoro potenziali il Sud fa la parte del leone con 1.888.000 persone sui 2.998.000 inattivi potenzialmente occupabili. Se si guarda alla fascia dei più giovani sono potenzialmente occupabili nel complesso (ma inattivi) 538.000 persone tra i 15 e i 24 anni e 720.000 tra i 25 e i 34 anni con una grandissima prevalenza di coloro che non cercano pur essendo disponibili a lavorare. L’Istat infine individua nell’area della ‘sotto-occupazione’ nel secondo trimestre 2013 circa 650.000 persone, mentre oltre 2,5 milioni di persone sono occupati con un ‘part time involontario’, in crescita di oltre 200.000 unità rispetto allo stesso periodo del 2012.

Siamo un esercito dobbiamo fare la guerra ai padroni

 Un lettore

http://www.operaicontro.it/?p=9755714749

Agnes Heller, “panaszkodás”/ “lamento”. (Festivaletteratura 2010)

http://www.controappuntoblog.org/2012/06/28/agnes-heller-panaszkodas-lamento-festivaletteratura-2010-2/

 

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