“Gli uomini hanno pensato dialetticamente molto tempo prima di sapere cosa fosse la dialettica”

“Che cos’è dunque la negazione della negazione? Una legge di sviluppo estremamente generale della natura, della storia e del pensiero e che appunto perciò ha un raggio d’azione e un’importanza estremamente grandi; legge che, come abbiamo visto, si afferma nel mondo animale e vegetale, nella geologia, nella matematica, nella storia, nella filosofia, e alla quale, malgrado ogni lotta e ogni resistenza, anche Dühring, senza saperlo, è obbligato, in qualche modo, ad obbedire. È evidente per se stesso che, riguardo al particolare processo di sviluppo che compie, per es., il chicco di orzo dalla germinazione sino alla morte della pianta che reca la spiga, io non dico assolutamente niente dicendo che è negazione della negazione. Infatti, se affermassi il contrario, poiché il calcolo integrale egualmente è negazione della negazione, affermerei solo l’assurdo che il processo biologico di una spiga di orzo sia calcolo integrale, o anche, ahimè!, socialismo. Ma questo è ciò che i metafisici continuano, nelle scuole, ad attribuire alla dialettica. Se di tutti questi processi io dico che sono negazione della negazione, li comprendo tutti insieme sotto questa unica legge del movimento e precisamente trascuro la particolarità di ogni singolo processo speciale. Ma la dialettica non è niente altro che la scienza delle leggi generali del movimento e dello sviluppo della natura, della società umana e del pensiero.

Si può obiettare però che la negazione che qui ha avuto luogo non è una vera negazione: io nego un chicco d’orzo anche macinandolo, un insetto anche calpestandolo, la grandezza positiva a anche cancellandola, ecc. Ovvero, io nego la proposizione “la rosa è una rosa” dicendo “la rosa non è una rosa”; ma che risultato si ha negando di nuovo questa ultima proposizione e dicendo: “ma pure, la rosa è una rosa”? queste obiezioni sono in effetti gli argomenti principali dei metafisici contro la dialettica e sono del tutto degni della loro limitatezza di pensiero. Nella dialettica negare non significa dir di no, o dichiarare che una cosa non è sussistente o comunque distruggerla. Già Spinoza dice: Omnis determinatio est negatio, ogni limitazione o determinazione è ad un tempo una negazione [71]. E inoltre qui il carattere specifico della negazione è determinato in primo luogo dalla natura generale e in secondo luogo dalla natura particolare del processo. Io devo non soltanto negare, ma anche di nuovo sopprimere la negazione. Devo quindi costruire la prima negazione in un modo tale che la seconda resti o diventi possibile. Come? A seconda della natura particolare di ogni singolo caso. Macinando un chicco di orzo, calpestando un insetto, ho certo compiuto il primo atto, ma ho reso impossibile il secondo. Ogni genere di cose ha una sua maniera peculiare di essere negata in modo che ne risulti uno sviluppo, e la stessa cosa si ha per ogni genere di idee e di concetti. Nel calcolo infinitesimale la negazione avviene in un modo diverso che nella costruzione di potenze positive per mezzo di radici negative. È questa una cosa che deve essere appresa come tutte le altre. Con la semplice cognizione che la spiga di orzo e il calcolo infinitesimale sono sottoposti alla negazione della negazione, io non potrò né coltivare con successo dell’orzo, né derivare o integrare, così come non saprò senz’altro suonare il violino con le semplici leggi della determinazione dei toni mediante la dimensione delle corde. Ma è chiaro che da una negazione della negazione che consista nell’occupazione puerile di scrivere e cancellare alternativamente a, o di affermare alternativamente di una rosa che essa è o non è una rosa, non può risultare nient’altro che la stupidità di chi si dà a tali fastidiosi procedimenti. Eppure i metafisici vorrebbero darci a bere che se mai volessimo compiere la negazione della negazione, è questa la maniera giusta.

Quindi ancora una volta non altri che Dühring è quello che ci mistifica, affermando che la negazione della negazione è un giochetto analogico inventato da Hegel, preso a prestito dal campo della religione, fondato sulla storia del peccato originale e della redenzione. Gli uomini hanno pensato dialetticamente molto tempo prima di sapere che cosa fosse la dialettica, proprio nello stesso modo che parlavano in prosa molto tempo prima che esistesse la parola prosa [72]. Alla legge della negazione della negazione, che opera inconsciamente nella natura e nella storia, e, sino a quando non venga finalmente riconosciuta, opera inconsciamente anche nella nostra testa, Hegel ha soltanto dato per la prima volta una formulazione netta. E se Dühring vuole anche esercitare la cosa in segreto, ed è solo il nome ciò che non può sopportare, non ha che da trovare un nome migliore. Se invece è proprio la cosa che egli vuol cacciar via dal pensiero, di grazia cominci col cacciarla via dalla natura e dalla storia e inventi una matematica in cui –a × –a non dia +a2 e in cui il derivare e l’integrare siano vietati sotto minaccia di pena. “

Anti-Dühring : Friedrich Engels

http://homosapiensplus.altervista.org/essenziali/antiduhring/antiduring_3_filosofia_13.htm#n72

Dialektik der Natur : Friedrich Engels

http://www.controappuntoblog.org/2012/10/06/dialektik-der-natur-friedrich-engels/

Anti-Dühring Terza Sezione: Socialismo : Engels

http://www.controappuntoblog.org/2011/12/17/anti-duhring-terza-sezione-socialismo-engels/

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