Inno alla Morte Giuseppe Ungaretti

Amore, mio giovine emblema,
tornato a dorare la terra,
diffuso entro il giorno rupestre,
è l’ultima volta che miro
(appiè del botro d’irruenti
acque sontuoso, d’antri
funesto) la scia di luce
che pari alla tortora lamentosa
sull’erba svagata si turba.

Amore, salute lucente,
mi pesano gli anni venturi.
Abbandonata la mazza fedele,
scivolerò nell’acqua buia
senza rimpianto.

Morte, arido fiume…

Immemore sorella, morte,
l’uguale mi farai del sogno
baciandomi.

Avrò il tuo passo,
andrò senza lasciare impronta.

Mi darai il cuore immobile
d’un iddio, sarò innocente,
non avrò più pensieri né bontà.

Colla mente murata,
cogli occhi caduti in obblio,
farò da guida alla felicità.

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