Giornata internazionale contro la violenza alle Donne : un giorno per avere un alibi per tutti i giorni

In questi giorni è l’argomento di cui si parla maggiormente: la violenza sulle donne….

  1. Si riportano dati raccapriccianti della violenza subita, si ricorda il richiamo dell’Onu al governo: “In Italia resta un problema grave, risolverlo è un obbligo internazionale”.  
  2. Si richiamano i diritti, le “pari opportunità”, ….
  3. Si citano le convenzioni internazionali, i provvedimenti legislativi, …
  4. Si ricorda il carico di lavoro casalingo, l’welfare familiare e sociale, …
  5. Si elencano i meriti delle associazioni che ogni giorno sono attive,
  6. …..

25 Novembre 2007
Violenza settoriale?

Il 25 Novembre è la giornata internazionale contro la violenza alle Donne,
data sancita dall’ONU in ricordo delle tre sorelle Mirabal, deportate
violentate e uccise il 25 Novembre 1960.

Le giornate contro e per si susseguono nei loro rituali istituzionali e para
istituzionali.
Non c’è un fenomeno “sociologico” che non abbia la sua giornata: dalla
schiavitù del lavoro minorile alla violenza, alla fame, alle mine, ai
diritti umani, alla pena di morte, ai morti per incidenti automobilistici e
via enumerando, tra un po’ non basteranno i giorni del calendario.

Ora nel caso specifico della violenza sulle donne, io non voglio qui negare
la sua specificità legata
al modello di una società patriarcale che si trascina da secoli, pittata di
finto libertarismo in occidente e atrocemente repressiva nei paesi
arretrati, ma mi chiedo si può continuare con questa settorializzazione?
E’ evidente che se le giornate contro le aberrazioni del Sistema Capitale
sono tante, la cosa primaria è abbattere il Capitale.
In un sistema in cui il valore fondante è la merce, tutto è ridotto a merce,
dai lavoratori alle donne ai bambini.Quale rispetto ci può essere per la
merce, visto che serve solo a procurare profitto?
La violenza non è un “fenomeno” che caratterizza
questa o quella etnia, questo o quel settore sociale, la violenza è la
natura stessa del sistema capitalistico, visto che è basato sul principio
base di violenza: ossia la riduzione in schiavitù, in merce appunto, non
solo delle cose ma dei viventi che le producono.
Quindi crescendo, allevandosi alla scuola del valore supremo e intangibile
della merce è logico che si crea nella maggioranza delle persone una
mentalità che considera come oggetti da adoperare a propria libido gli
esseri viventi.
Questo per me è il nocciolo del problema da cui discendono poi tutte le
atrocità che un tempo venivano taciute per convenienza di sistema vigenti:
quando cioè bisognava sentirsi protetti e sicuri in un dato sistema
politico, e che ora vengono sbandierate e persino celebrate quando si deve
instaurare un regime sicuritario.
Infatti la celebrazione di questa giornata vedrà di sicuro richieste di
rafforzamento contro le sanzioni per questi tipi di reato oltre il solito
blablabla sull’uguaglianza, la difesa delle fasce deboli…..
Tutte cose che sappiamo non risolvono i problemi, un po’ come con la
patente a punti.

Ora io trovo veramente segno del degrado della propria autonomia di giudizio
e di agire che tutte le donne che andranno alla manifestazione nazionale di
Roma del 24 novembre, ci andranno insieme a quelle istituzioni che sono la
causa prima della violenza che essi stessi producono o avvallano in un modo
o in altro.
Si faranno la loro parata, in una Roma che vede buttare giù con le ruspe le
baracche dei campi Rom, dopo averle segnate con un simbolo badate bene! e io
non riesco a dimenticare che nei campi di sterminio i Rom erano identificati
con un triangolo marrone, come i politici con un triangolo rosso:
Perché quello che deve essere buttata giù a ruspe in effetti poi è la paura
reale che tutti potremmo finire come dei Rom! si devia la paura reale verso
una paura che può diventare lo specchio di quello che ci aspetta in un
prossimo futuro.
Comunque andate donne che volete andare, ognuno cerca le proprie
gratificazioni!
Vi avviso che a La Spezia la CNA Artigianato
celebra la giornata insieme a voi.
Le imprenditrici della CNA ribadiscono il loro impegno contro ogni violenza,
quelle dei maschi solo si intende! non quella che si pratica nelle loro
botteghe.

vittoria
L’avamposto degli Incompatibili

25 novembre 2007

http://www.controappunto.org/documentipolitici/25nov07.html

14 Aprile 2009
contro il potere della Sharia contro il potere della religione contro il potere del patriarcato contro il potere del capitale

Sitara Achakzai uccisa dai killer talebani

http://www.corriere.it/esteri/09_aprile_12/attivista_uccisa_afghanistan_0b2ae554-2761-11de-8b6f-00144f02aabc.shtml

Una delle tante donne che lottano contro l’oscurantismo religioso.
Come sapete recentemente è stata approvata dal parlamento Afghano una legge, voluta dagli integralisti islamici che stabilisce la totale subordinazione della donna al marito.Una legge che obbliga le donne ad avere rapporti sessuali col coniuge imposti non desiderati, legalizza lo stupro maritale sostanzialmente, si potrebbe osservare, giustamente, che in paesi non islamici ciò non è sancito per legge ma praticato di fatto, sempre questa legge impedisce alle donne di cercare lavoro ed avere indipendenza economica , vieta l’istruzione e la possibilità di farsi visitare da un medico senza il benestare, il permesso del marito.Anche in merito a queste questioni si potrebbe, sempre giustamente, dire che le donne nei paesi non islamici hanno lavori sottopagati e dequalificati e che non solo nei paesi islamici l’istruzione è l’avviamento alle regole societarie e la tutela della salute un lusso che solo alcuni privilegiati possono permettersi di fatto.
Per quanto i rivoluzionari siano coscienti che le leggi siano la struttura del sistema societario si pone però un problema: possiamo delegare solo alla borghesia radicale “illuminata” la difesa di ipotetici diritti? Perchè non si cada nell’allucinazione che sia possibile una qualsiasi forma di “libertà” finché non si abbattono sistemi proprietari a capitalismo arretrato o avanzato, credo che i rivoluzionari debbano farsi carico di denunciare situazioni di particolare arretratezza e ferocia.
Per diversi motivi: primo per smascherare l’illusione religiosa, di qualsiasi religione, poi perchè un avanzamento sul piano progressivo e sempre meglio di una situazione di arretratezza totale e oscurantista, e perchè le donne debbono lottare contro i ruoli che sono codificati dal patriarcato e dal capitale.

Questa questione dell’autodeterminazione delle donne è lasciata, invece, in mano a rappresentati borghesi, all’area “radicale” della borghesia, per un opportunismo sostanziale, siccome islamici e talebani sono in guerra con l’occidente è “politicamente corretto” soprassedere e lasciare certi temi alla borghesia “illuminata”, diventando così compartecipi da un lato dell’asservimento delle proletarie di quei paesi ai regimi teocratici e d’altro canto lasciandole in balia delle Sante Teresa di non Calcutta laiche che sulla situazione di queste donne fanno le loro fortune giornalistiche o politiche.
Dovrebbe essere un tema, invece, coinvolgente per tutti i rivoluzionari:
senza autodeterminazione delle donne nessuna società liberata in senso rivoluzionario, nessuna società in cui gli esseri umani contano in quanto esseri umani e non per la loro identità sessuale, che è codificata secondo i meccanismi di produzione e riproduzione economica più o meno arretrati più o meno avanzati.
In ogni società in cui domina il capitale, in ogni società in cui sono presenti le classi la donna ha la sola funzione di essere prima di tutto una fattrice, cioè una macchina per produrre forza lavoro da mettere sul mercato, o questo o la funzione che è il contro altare della funzione primaria: la pupattola per il riposo del guerriero. Detto questo, è fondamentale, per me, ribadire ancora una volta cosa sia il potere della shaira sulle donne e sugli uomini.
La sharia concedendo in spose fanciulle minorenni ammette di fatto la pedofilia , sancisce non in maniera coatta come in occidente la schiavitù infantile e adulta,sancisce la violenza sulle donne, il delitto d’onore anche solo per sospetto, le pene corporali come la fustigazione in pubblico, le mutilazioni degli arti, le mutilazioni genitali femminili come l’escissione del clitoride e l’infibulazione. La lapidazione per reati sessuali sia di omosessuali che di eterosessuali, sopratutto donne, pratica l’impiccagione mediante asfissia.
Alla donna viene negata la sessualità in una condizione di perenne minorenne, incapace di intendere, sottoposta alla volontà di un tutore – guardiano. Come moglie e come schiava è considerata proprietà e sottoposta a maltrattamenti e torture sistematiche che non raramente la rendono invalida o la deturpano irrimediabilmente. Alle donne viene impedita qualsiasi azione quotidiana che non abbia l’approvazione dei maschi di casa, nelle situazione più arretrate non viene concesso nemmeno il possesso di una carta d’identità, non esistono come persone nemmeno per lo stato o la tribù: oggetti senza identità! Vivono in una apartheid che le discrimina totalmente. E’ negata la parità in caso di eredità il che significa in una società basata sulla proprietà contare zero!, è negato il valore della sua parola nelle testimonianze legali : la sua parola vale solo la metà di quella di un uomo e , sopruso da cui discendono tutti i soprusi, viene “allevata” nella convinzione che è inferiore al maschio in quanto il maschio è il prediletto da Allah.
Ora se è intuibile che le donne dei ceti più avvantaggiati trovino delle scappatoie per questi meccanismi abominevoli, pensate come è disumana la condizione delle proletarie e delle sottoproletarie, sottoposte alla legge della Sharia. Se già è insostenibile la condizione di noi proletarie dell’occidente pensate come è tremenda quella delle proletarie dei paesi islamici, non che quella delle donne sottoposte alla religione induista sia migliore!
Si, si Gandhi diceva “le donne costituiscono la metà migliore dell’umanità” ma intanto….

Nell’induismo più integralista, per la donna c’è solo obbedienza: al padre, al marito, ai figli maschi. I bramini non mangiano mai in compagnia delle mogli. I matrimoni sono stabiliti dalle famiglie, spesso quando gli ‘sposi sono ancora bambini. Le relazioni pre- ed extra matrimoniali delle donne sono punite con l’espulsione e spesso con la morte. La dote è obbligatoria: se la dote va in fumo, il marito può anche decidere di uccidere la moglie e di risposarsi per una dote nuova. In alcuni stati indiani sono ancora frequenti l’infanticidio delle femmine e lo stupro punitivo. La legge indiana vieta ora il rito detto ‘sati’ per cui la vedova si gettava sulla pira funebre del marito a dimostrare il suo essere priva di valore per sé e in sé. Questa barbarie viene ancora praticata” illegalmente” lontano dai centri urbani. L’induismo tradizionale vieta comunque alla vedova di risposarsi, al massimo se ancora è rimasta dote passera “di mano” al fratello del morto.
E siccome ora va tanto di moda Buddha e il suo OM, quando si fa una vita senza senso e con la religione si ha una coscienza capovolta sempre in cerca di favole si va!
Sapete cosa è per Buddha la donna?
una dannazione!

La donna è vista come una tentatrice incompatibile con la vita ascetica; essa viene condannata non come persona inferiore , ma per il potere di seduzione che porta a quell’attaccamento per la vita che perpetua la condizione di “essere nel mondo” e relega , di conseguenza, l’individuo al suo dolore, alla sua cieca ignoranza, alla ruota delle rinascite.Altro che mela di Eva dico io!!!
Poiché l’amore e l’unione sessuale sono -secondo Buddha- le forme più primordiali in cui si manifesta la sete di vita, il Buddismo non poteva che negare alla donna la possibilità di giungere al Nirvana: l’unica condizione, per una donna, era quella di estinguere in sé tutto ciò che è femminile, cioè in sostanza sforzarsi di sviluppare un pensiero maschile al fine di poter rinascere come “uomo”.
ULTRA FEMMINISTI LO AMMETTO;-))))))))))))))

Solo dopo molte diatribe e nirvana e OM OM, il Buddha consentì ad ammettere le donne fra i suoi discepoli, in comunità ovviamente separate, sotto la sorveglianza…… dell’abate della più vicina comunità monastica maschile, con l’obbligo inoltre di obbedire ai monaci maschi di qualunque età In tale condizioni era possibile anche per loro raggiungere il Nirvana. Non so se c’è un Decamerone Buddista in cui si raccontano avventure di frati e monache Buddisti, magari se ci sta qualche buddista me lo giri, deve essere una vera chicca!
CONTRO TUTTE LE RELIGIONI
CONTRO IL PATRIARCATO
CONTRO IL CAPITALISMO
vittoria
l’Avamposto degli incompatibili

http://www.controappunto.org/documentipolitici/nosharia.html

origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato di Friedrich Engels

http://www.controappuntoblog.org/2011/12/12/origine-della-famiglia-della-proprieta-privata-e-dello-stato-di-friedrich-engels/

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