La luce morente di George R.R. Martin – The dying light

Raramente le opere di Martin sono allegre. Il suo primo racconto La luce morente anticipa il tono dei suoi futuri lavori: è ambientata in un mondo per lo più abbandonato che sta lentamente diventando inabitabile man mano che si allontana dal sole. Questa storia e molte delle successive hanno un forte senso di melanconia. I suoi personaggi sono spesso infelici o perlomeno insoddisfatti.

Normalmente ritrae personaggi con molta perizia, ognuno con una storia, un passato e delle ambizioni sorprendentemente intricate. Nessuno ha una serie irragionevole di colpi di fortuna ed ognuno di essi può essere soggetto a sfortuna, ferite e morte, non importa quanto attaccato a quel personaggio possa essere diventato il lettore

http://it.wikipedia.org/wiki/George_Raymond_Richard_Martin

Citazioni: La luce morente di George R.R. Martin

Posted on 23 settembre 2011

Quante volte leggendo un libro capita d’imbattersi in una frase che in qualche modo ci colpisce, e che ci chiede di fermarci un attimo a pensare? Se il libro è bello, capita spesso.

Per anni io ho raccolto frasi, pensieri e frammenti di storie in un quaderno. Ora ho deciso che, di tanto in tanto, ne trascriverò qui qualcuna.

Questa è tratta da un romanzo di fantascienza di George R.R. Martin, La luce morente. Ormai è fuori catalogo, infatti non lo possiedo nemmeno io e sono riuscita a leggerlo prendendolo in prestito in biblioteca. Si tratta di una storia crepuscolare, ambientata su un pianeta dei divertimenti certamente destinato a morire in poco tempo. L’atmosfera è pervasa da una forte nostalgia per qualcosa di benno che a breve non ci sarà più, ma quello che è ancora più forte è la ferita per ciò che sarebbe potuto essere e non è stato.

Un uomo è la somma di tutti i suoi nomi. I nomi sono importantissimi su Alto Kavalaan. I nomi sono importanti dappertutto, ma i Kavalar conoscono meglio di altri questa verità. Una cosa che non abbia un nome non ha nessuna sostanza. Se è esistita, allora avrà dovuto avere un nome. E nello stesso modo, se dai un nome ad una cosa, in qualche modo, ad un qualche livello, la cosa nominata esisterà, verrà fuori.”

 

http://librolandia.wordpress.com/2011/09/23/citazioni-la-luce-morente-di-george-r-r-martin/

La storia di un pianeta che vive la sua ultima stagione di luce prima del buio intergalattico

Un vagabondo, un viaggiatore senza meta, una scoria della creazione: il pianeta Worlorn era tutte queste cose. Per innumerevoli secoli aveva continuato a cadere, da solo, senza scopo, precipitando tra i freddi e solitari spazi che si aprono fra le stelle. Ma lui non apparteneva a nessuna di quelle stelle. In un certo senso non faceva nemmeno parte della galassia, anche se rotolava attraverso il piano della galassia come un chiodo che attraversa la tonda superficie di un tavolo. Non faceva parte di niente…”. Poi Warlorn passa vicino alla Ruota di Fuoco, la supercostellazione che gli darà qualche anno di luce prima che esso piombi di nuovo nella notte senza fine cui sono destinati i mondi senza sole.
E nel momento in cui il pianeta solitario si avvicina, forse per l’ultima volta , al fuoco della vita, gli uomini decidono di trasformarlo per i loro fini riposti. La luce morente è una storia di superscienza, ma anche di esseri umani posti di fronte a un ennesimo simbolo dell’esistenza precaria che conduciamo, sul Margine dell’universo.
E’ il primo romanzo di George R.R.Martin, un grande affresco spaziale del lontano futuro, dove tutto è azione, poesia, meraviglia.

http://www.anobii.com/books/La_luce_morente/01572d540e08b75401/

In this unforgettable space opera, #1 New York Times bestselling author George R. R. Martin presents a chilling vision of eternal night—a volatile world where cultures clash, codes of honor do not exist, and the hunter and the hunted are often interchangeable.
 
A whisperjewel has summoned Dirk t’Larien to Worlorn, and a love he thinks he lost. But Worlorn isn’t the world Dirk imagined, and Gwen Delvano is no longer the woman he once knew. She is bound to another man, and to a dying planet that is trapped in twilight. Gwen needs Dirk’s protection, and he will do anything to keep her safe, even if it means challenging the barbaric man who has claimed her. But an impenetrable veil of secrecy surrounds them all, and it’s becoming impossible for Dirk to distinguish between his allies and his enemies. In this dangerous triangle, one is hurtling toward escape, another toward revenge, and the last toward a brutal, untimely demise.
 
Dying of the Light blew the doors off of my idea of what fiction could be and could do, what a work of unbridled imagination could make a reader feel and believe.”—Michael Chabon

“Slick science fiction . . . the Wild West in outer space.”—Los Angeles Times
 
“Something special which will keep Worlorn and its people in the reader’s mind long after the final page is read.”—Galileo magazine
 
“The galactic background is excellent. . . . Martin knows how to hold the reader.”—Asimov’s
 
“George R. R. Martin has the voice of a poet and a mind like a steel trap.”—Algis Budry

http://www.goodreads.com/book/show/67956.Dying_of_the_Light

Pochi minutiluce da quel mondo. Passarono quasi sette secoli prima che un mercante proveniente da Tober si imbattesse nella Mao Tse-Tung e ritrovasse quell’annotazione.Da allora non se ne parlò più; il mondo dovette essere riscoperto.

La seconda a scoprirlo fu Celia Marcyan. Il suo Cacciatore d’Ombre

girò attorno al buio pianeta per un intero giorno standard, durante la generazione dell’Interregno che seguì il Collasso. Ma il vagabondo non aveva niente per Celia, c’erano solo rocce e notte senza fine, per cui poco dopo lei si allontanò. Tuttavia, lei era una che dava dei nomi e prima di lasciarlo,gli diede un nome. Lo chiamò Worlorn e non disse mai che cosa significasse, per cui restò Worlorn. Poi Celia si allontanò verso altri mondi ed altre avventure.Il successivo visitatore fu Kleronomas, nel 46-di. La sua nave di rilevamento fece alcuni passaggi e tracciò alcune mappe su quei deserti. Il pianeta rivelò i suoi segreti ai sensori scientifici; era più grande e più ricco di molti altri pianeti, si scopri. Aveva degli oceani ghiacciati ed un’atmosfera gelata che aspettavano di essere liberati.

Si racconta che i primi ad atterrare su Worlorn furono Tomo e Walberg,nel 97-di, durante il loro folle tentativo di attraversare la galassia. È vero?Probabilmente no. Tutti i mondi conquistati dall’uomo hanno una storia suTomo e Walberg, ma la Puttana Sognante non ebbe mai a ritornare, per cui nessuno può dire dove atterrò e dove non atterrò.

Le ultime osservazioni furono più circostanziate e meno leggendarie. Senza stelle, inutilizzabile e solo marginalmente interessante, Worlorn diventò una semplice annotazione sulle carte stellari del Margine, quei mondi sparpagliati e scarsamente popolati posti tra la cortina di gas scuri de!Velo Tentatore ed il Grande Oceano Nero.Poi nel 446-di, un astronomo di Lupania si mise a studiare Worlorn e per la prima volta ci fu qualcuno che si prese la briga di mettere insieme tutte le coordinate. A questo punto le cose cambiarono. L’astronomo Lupano si chiamava Ingo Haapala e quando uscì dalla stanza del computer era enormemente eccitato come spesso succede ai Lupani. Perché Worlorn era destinato ad avere un giorno… un giorno lungo e luminoso.La costellazione chiamata Ruota di Fuoco splendeva nel cielo di tutti i mondi dello spazio esterno; la sua meravigliosa particolarità era già nota fin dai tempi di Vecchia Terra. Il centro del sistema era una rossa supergigante, il Mozzo, Occhiodaverno, il Grasso Satana… aveva una decina di nomi.

In orbita attorno, equidistanti tra di loro, sistemate in maniera perfetta, come se fossero sei birilli di fuoco che corressero in un’unica scanalatura, c’erano le altre stelle: i Soli Troiani, i Figli di Satana, la Coronadaverno.I nomi non erano importanti. La cosa importante era la Ruota, sei stelle di media dimensione che rendevano omaggio alla loro vasta madre rossa: si trattava del più improbabile e stabile tra i sistemi multipli che mai fossero stati scoperti. La Ruota fece sensazione per una settimana, un mistero nuovo per un’umanità ormai stufa dei vecchi misteri. Sui mondi più progrediti gli scienziati costruirono teorie per spiegare la cosa; al di là del Velo Tentatore nacque un culto ed uomini e donne parlarono di una razza scomparsa formata da ingegneri stellari che avevano saputo muovere soli interi per costruire un monumento a se stessi. Le speculazioni scientifiche e le superstizioni crebbero febbrilmente per alcune decadi, poi cominciarono a svanire; poco tempo dopo, l’intera faccenda era stata dimenticata.

Il Lupano Haapala annunciò che Worlorn sarebbe scivolato attorno alla Ruota di Fuoco per una sola volta, in una larga, lenta iperbole, senza mai entrare nel sistema vero e proprio, ma facendosi abbastanza vicino. Cin- quanta anni standard di sole; poi sarebbe di nuovo uscito precipitandosi nel buio del Margine, al di là delle stelle più lontane, nel cuore del Grande Oceano Nero del vuoto intergalattico.Questi erano i secoli frenetici in cui Alto Kavalaan e gli altri mondi esterni provavano il sottile gusto dell’orgoglio ed erano perciò ansiosi di trovare un loro posto nelle molteplici storie dell’umanità.

E tutti sanno ci che capitò. La Ruota di Fuoco è stata sempre considerata con orgoglio dai mondi esterni, ma era una gloria completamente priva di pianeti, fino a questo momento

Ci fu un secolo di tempeste mentre Worlorn si avvicinava alla luce: annied anni in cui i ghiacci si fondevano ed i vulcani si risvegliavano scatenando terremoti. L’atmosfera ghiacciata sorse, a poco a poco, a nuova vita e venti spaventosi gemettero come infanti mostruosi. Gli abitanti dei mondi esterni si trovarono di fronte a tutte queste difficoltà e le fronteggiarono.

Da Tober-nelVelo giunsero i terraformer, da Cupalba vennero i controllori del tempo; poi arrivarono altri gruppi di persone da Lupania e Kimdiss, di-Emerel e dal Mondo dell’Oceano Nerovino. La supervisione venne condotta dagli uomini di Alto Kavalaan. La lotta richiese più di un secolo e quelli che vi morirono sono ancora adesso considerati come figure quas imitiche da tutti i bambini del Margine. Ma alla fine Worlorn fu domato.Poi vi sorsero le città e strane foreste fiorirono sotto la luce della Ruota e vennero liberati degli animali per fornire una vita al pianeta

Nel 589-di si aprì il Festival del Margine; Grasso Satana occupava un quarto del cielo ed i suoi figli gli scintillavano tutto intorno. In quella pri-ìma giornata, i Toberiani fecero scintillare il loro stratoscudo, in modo chele nuvole e i raggi solari formassero dei tortuosi riflessi caleidoscopici. Seguirono altri giorni e vennero le navi. Vennero da tutti i mondi esterni e dai mondi anche più in là, da Tara e Daronne dall’altra parte del Velo, da Avalon e dal Mondo di Jamison, da posti lontani, come Nuova Holme e Vecchia Poseidone ed addirittura da Vecchia Terra. Per cinque anni standard, Worlorn si mosse verso il perielio; per cinque anni se ne allontanò.Nel 599-di il festival si chiuse. Per Worlorn incominciò il crepuscolo eprecipitò verso la notte.

Dietro la finestra l’acqua sbatteva contro i pali che sostenevano le passatoie di legno lungo il canale. Dirk t’Larien sollevò gli occhi e guardò un abarca nera e bassa che passava lentamente sotto la luce della luna. Una figura solitaria era posta a poppa, in piedi, piegata su di un palo nero e sottile. L’immagine si stagliava in maniera assai netta, perché la luna di Braquesi stava alzando nel cielo, grande come un pugno chiuso e luminosissima.Dietro l’astro c’era calma e tenebra fumosa, una cortina di polvere e gas, pensò lui. Il Velo Tentatore.

Il principio venne di gran lunga dopo la fine: una gemma mormorante.Era avvolta in strati di argento e di morbido velluto scuro, così come lui l’aveva data alla donna, anni prima. Quella notte l’uomo aprì il pacchetto, seduto presso la finestra della sua stanza che si affacciava sul largo canales u cui affiorava il sudiciume, dove i mercanti spingevano instancabilmente con i lunghi pali barconi pieni di frutta. La gemma era proprio come se la ricordava Dirk: rosso scura, striata di sottili linee nere, fatta a forma di lacrima.

Gli venne in mente il giorno in cui l’éspero la tagliò per loro, quando si trovavano su Avalon.Passò gran tempo prima che si decidesse a toccarla.

Era liscia e freddissima a contatto con la punta delle dita e, nel profondo

del suo cervello, mormorava. Ricordi e promesse che lui non aveva scordato.

http://it.scribd.com/doc/93004980/George-R-R-Martin-La-Luce-Morente

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