Rivolta ad Amiens: la Francia rivive l’incubo banlieue

14 AGO 2012

David Barbetti

Rivolta ad Amiens: la Francia rivive l’incubo banlieue : vabbuò le onde di Rayleigh dette anche …tuono dal suolo, una volta si sentono  qua una volta là!

Scontri tra giovani e polizia: 16 agenti feriti, città a ferro e fuoco

( Foto: Reuters)

Amiens – La Francia torna a rivivere l’incubo della rivolta delle banlieue, che nel 2005 sconvolsero il Paese. La violenza, questa volta, è scoppiata ad Amiens, città di poco più di 130mila abitanti nel Nord del Paese, messa a ferro e fuoco per due notti nel corso di scontri tra giovani e polizia. Il bilancio dei disordini, scoppiati domenica, è di 16 agenti feriti (il più grave se la caverà in 15 giorni) secondo quanto riferito al canale tv “iTele” da Thomas Lavielle, un funzionario della prefettura. Ci sarebbero anche alcuni cittadini rimasti contusi dopo essere stati costretti a scendere con la forza dalle loro automobili, date poi alle fiamme o rubate. Il motivo degli scontri A far scattare la violenza, secondo quanto ricostruito finora dal governo francese e dai quotidiani d’Oltralpe, sarebbe stato un controllo di polizia avvenuto domenica sera nel quartiere di Amiens-Nord, una delle quindici zone ad alto rischio indicate dall’Eliseo. Gli agenti avrebbero fermato un uomo che – a loro giudizio – stava guidando in maniera pericolosa provocando la reazione di alcuni residenti. Lunedì notte un centinaio di giovani francesi sono scesi in strada e hanno cominciato a provocare le forze dell’ordine, arrivate per mettere in sicurezza l’area dopo gli scontri del giorno precedente, ha aggiunto la prefettura. I manifestanti hanno lanciato pietre e bottiglie di vetro contro gli agenti che hanno risposto con gas lacrimogeni e pallottole di gomma. La polizia, per fronteggiare la rivolta, ha dovuto anche chiedere rinforzi in tutta la regione ottenendo l’arrivo di unità antisommossa da Parigi. «Violenza inaudita» La prefettura di Amiens ha sottolineato anche che «il quartiere è regolarmente teatro di incidenti, ma mai di questa gravità, con tre edifici pubblici in parte distrutti». Nelle tre ore di scontri, infatti, sono state bruciate una scuola (teatro anche di saccheggi), una sala associativa, un centro sportivo, oltre a decine di vetture; diversi cassonetti della spazzatura sono stati divelti, dati alle fiamme e utilizzati come barricate. Il sindaco, Gilles Demailly, ha detto di aver assistito a una «scena desolante e a violenza inaudita», aggiungendo che da mesi si registra una tensione crescente tra cittadini e polizia. La reazione del governo francese non si è fatta attendere: nella città transalpina, dove si è recato  il ministro dell’Interno Manuel Valls, sono stati inviati rinforzi e uno dei giovani responsabile delle violenze è stato arrestato.

Hollande duro: «Niente sconti, lo Stato reagirà alle violenze»

Francois Hollande ha promesso di mettere in campo «tutti i mezzi dello Stato» per lottare contro le violenze, dopo gli scontri tra giovani e forze dell’ordine ad Amiens, nel nord della Francia, sottolineando che la sicurezza è «un obbligo» per i poteri pubblici. Il ministro dell’Interno, Manuel Valls, ieri si è recato in visita alla città teatro degli scontri per ribadire che «lo Stato mobiliterà tutti i suoi mezzi per lottare contro ogni tipo di violenze», come ha dichiarato il capo dello Stato durante una visita a una brigata della gendarmeria, a Pierrefeu-du-Var (nella regione di Var). Dura anche la reazione delle forze politiche. Il Front National, in un comunicato intitolato “La Francia deve farsi rispettare”, ha legato la vicenda alla massiccia immigrazione che «ha accresciuto l’insicurezza del Paese» e non ha fatto sconti ai governi degli ultimi venti anni, accusati di «lassismo nei confronti dell’emergenza sociale». Thierry Mariani, capogruppo in parlamento dell’UMP, secondo quanto riportato dal quotidiano “Liberation” ha auspicato «una risposta molto ferma» da parte del governo.

 

Nel 2005 fu proclamato lo stato d’emergenza

La sera del 27 ottobre 2005 a Clichy-sous-Bois, piccolo comune a 16 chilometri da Parigi, diverse centinaia di giovani attaccano la polizia per un fatto avvenuto poche ore prima. Due ragazzi di 15 anni erano morti fulminati all’interno di una cabina elettrica ed un terzo era rimasto gravemente ferito: i tre stavano cercando di nascondersi a una pattuglia di agenti. Tre giorni dopo una granata fumogena di quelle in dotazione alla polizia viene lanciata nella moschea di Clichy-sous-Bois affollata di gente. Gli agenti negano ogni responsabilità, ma la protesta sale. Ad incendiare il clima arrivano anche le dichiarazioni dell’allora ministro degli Interni, Nicolas Sarkozy, che afferma di voler ripulire le banlieue – i quartieri periferici delle grandi città caratterizzati da povertà e massiccia presenza di immigrati – abitate da «canaglie» e «rifiuti». È la miccia che il 1 novembre fa allargare la rivolta agli altri sobborghi di Parigi. Auto bruciate, assalti alle caserme di polizia con bottiglie molotov, scontri con gli agenti si susseguono e si estendono a diverse regioni della Francia. La Francia più povera, quella degli immigrati e del lavoratori a basso reddito, scende in piazza e reclama attenzione ai propri diritti. Anche in forma violenta. Alcuni sindaci, nei giorni seguenti, impongono il coprifuoco. L’8 novembre il governo francese dichiara lo stato d’emergenza e riprende una legge del 1955, promulgata durante la guerra d’Algeria. Le rivolte cesseranno solo dieci giorni più tardi.

http://www.corrierenazionale.it/home/esteri/2012/08/14/news/70772-Rivolta-ad-Amiens-la-Francia-rivive-l-incubo-banlieue

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