L’angolo del trader

L’angolo del trader – 6/7/2012

Focus

Pubblichiamo integralmente il commento settimanale “Il Rosso e il Nero” redatto da Alessandro Fugnoli, strategist per Kairos Partners SGR. Niente di più elegante di un pianoforte Steinway nella sala di casa. L’unico problema, a parte quello di saperlo suonare, è che pesa 500 chili. Se poi in sala si vuole mettere anche un acquario, neanche tanto grande, bisogna ricordarsi che un metro cubo d’acqua pesa una tonnellata. Anche le librerie cariche di libri d’arte non sono tanto leggere, per non parlare della cassaforte, specialmente se è piena di lingotti di platino e oro che pesano rispettivamente 11 e 9 chili al decimetro cubo. Se non si riesce a rinunciare a nessuna di queste cose, bisogna almeno disporle sapientemente. Lo stress è massimo nel punto più lontano dai pilastri, cioè in mezzo alla stanza. Nelle case d’epoca, con i loro sottili solai in legno, i pesi vanno disposti lungo i muri maestri. Il peso del debito, nel mondo, continua a salire non solo in assoluto, ma anche rispetto al Pil. Quello che si è fatto e si continua a fare in America è stato di spostare gli acquari dal centro della stanza ai pilastri che sostengono l’edificio. Il debito privato, in lenta riduzione, è stato sostituito da debito pubblico finanziato a tasso zero in parte dal resto del mondo e in parte dalla Fed. Da più di un anno gli ingegneri strutturisti che affollano i vertici europei cercano di spostare i mobili da un punto all’altro dell’appartamento comune per evitare che il pavimento ceda in qualche punto o che addirittura il palazzo crolli rovinosamente. Nell’ultimo vertice il peso dei 100 miliardi per le banche, caricato inizialmente sulla Spagna, è stato spostato sull’Efsf e verrà presto spostato di nuovo sull’Esm. I mercati sono stati molto contenti. Quei 100 miliardi rappresentavano un 10 per cento in più di debito per la Spagna e ora non ci sono più. O per meglio dire, ci sono per le banche e non ci sono più come debito (o così almeno sembra). Si è tornati a comperare Bonos e, per non fare torto a nessuno, si sono acquistati anche i Btp. I 100 miliardi vengono in un certo senso dal cielo, cioè dall’alto. In pratica l’acquario da una tonnellata è stato ricollocato al piano di sopra, nel sopralzo dell’Efsf-Esm appositamente creato. La palazzina, nel suo insieme, pesa esattamente come prima, ma i carichi sono disposti meglio. Anche il colpo d’occhio è migliore. La stanza spagnola è meno piena e i visitatori si fermano più volentieri. Nella sua smisurata perfidia Charles Gave sostiene che, dopo avere provato a sostenere governi in bancarotta facendone comprare i titoli da banche fallite (con le due operazioni di Ltro), ora l’Europa prova a tenere in piedi le banche fallite dando soldi ai governi in bancarotta (con la foglia di fico dell’Esm). E’ vero ma, come abbiamo visto, spostare bene i pesi non è un esercizio inutile e può fare la differenza fra un edificio che crolla e uno che resta in piedi. Sappiamo tutti bene che sarebbe meglio rafforzare la palazzina con delle belle travature (cioè con la crescita), ma anche solo guadagnare tempo non è cosa disprezzabile. Mutualizzati i 100 miliardi per la Spagna si è anche fatto qualcosa per l’Italia. Questo qualcosa, a essere onesti, non l’abbiamo capito tanto bene e, qualunque cosa sia, era disponibile anche prima del vertice. Chi ha parlato di trionfo italiano ha certamente esagerato, ma nel nostro inguaribile consequenzialismo riteniamo che una cosa sia buona se produce buoni effetti, non se è buona in sé. Il governo è un po’ più forte, le elezioni più lontane, i Btp un po’ più forti e questo, in tempi calamitosi, è positivo. Il centinaio di miliardi avanzato per noi nelle casse dell’Esm non farebbe nemmeno il solletico alla speculazione, ma se l’Esm, come nota Goldman Sachs (NYSE: GSnotizie) , si indebitasse sul mercato per 400 miliardi, i 500 totali potrebbero fare la differenza. Insomma, il vertice non ha preso decisioni in sé storiche e ha in pratica rimandato di sei mesi la discussione sull’unione politica, ma ha sicuramente guadagnato tempo prezioso e si è comunque mosso nella direzione giusta. Non ci sono state rotture, tavoli rovesciati, porte sbattute. In pratica siamo ancora vivi e scusate se è poco. Quanto ai mugugni finlandesi e olandesi, non è la prima volta. Sono a fini di politica interna. Quanto allo scetticismo sull’unione bancaria, è bene ricordare che c’è di mezzo la Bce, uscita certamente rafforzata dal vertice. Ai politici, tedeschi inclusi, spiace da morire abbandonare il controllo delle banche, ma il loro tentativo di ridurre al minimo il passaggio di consegne si troverà di fronte una Bce determinata e autorevole. E’ giustificata la reazione così positiva dei mercati? Fino a questo punto lo è, da qui in avanti bisognerà distinguere. Ci sono realtà, come i governativi mediterranei (e, ancora di più, irlandesi) che potrebbero ancora rafforzarsi. Lo scetticismo del mercato, nei loro confronti, è ancora molto alto e i compratori, Irlanda a parte, sono quasi esclusivamente domestici. Continuiamo a essere positivi sulla Spagna, anche più che sull’Italia. La regione Castilla-La Mancha, che l’anno scorso aveva un disavanzo pari al 7.5 per cento del Pil, lo porterà quest’anno all’1.5. Quando vedremo una regione italiana agire con la stessa determinazione cambieremo idea. Se si passa alle borse, tuttavia, da qui in su sarà probabilmente il caso di alleggerire gradualmente. Metà del rialzo è stata dovuta alle buone notizie dall’Europa, ma l’altra metà, è inutile negarlo, la dobbiamo al posizionamento ultraleggero dei portafogli prima del vertice, agli abbellimenti di fine semestre e al tradizionale rialzo che accompagna l’inizio di ogni trimestre. Non c’è niente di male in questi movimenti, che sono assolutamente fisiologici, ma quello che lascia perplessi è il quadro macro. Le borse si sono infiammate per un unico dato positivo sugli ordinativi americani e hanno fatto finta di non vedere che era relativo a maggio, quando già sappiamo che in giugno è andata molto, molto peggio. Quanto al Qe3, tutto è possibile, ma un SP (SES: E2:S13.SInotizie) 500 in rialzo del 9.2 per cento rispetto a inizio anno e in forte ripresa toglie argomenti ai fautori di misure aggressive dentro la Fed. Alan Blinder, a suo tempo clintoniano numero tre del Fomc e oggi a Princeton, sostiene che nella Fed c’è ormai guerra civile per linee partitiche (esattamente, aggiungiamo, come nella Corte Suprema). I repubblicani si opporranno strenuamente a un Qe con una borsa forte e quando è appena stata prolungata l’operazione Twist. Il vero esame sarà comunque nei prossimi giorni, quando avremo modo di verificare se i margini delle imprese hanno retto al rallentamento globale. Sarà particolarmente interessante vedere i dati delle grandi multinazionali americane, da tre anni favorite dalla crescita dei paesi emergenti e ora colpite dal loro rallentamento e dal rafforzamento del dollaro contro tutte le altre valute.

Per ulteriori informazioni visita il sito di Finanza.com

http://it.finance.yahoo.com/notizie/langolo-trader-6-7-2012-093900260.html

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vittoria

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