La catena dei suicidi. Tre in un giorno a causa della crisi

 

3 maggio 2012

 

Il lavoro che non c’è, il mutuo da pagare, la famiglia da mantenere e un’angoscia crescente che annienta la voglia di vivere. Ancora crisi, altri suicidi per motivi economici: ai 70 contati in questi primi quattro mesi dell’anno se ne aggiungono altri tre, tutti ieri. Il più giovane aveva 34 anni e del suo nome si conoscono soltanto le iniziali, D. F. L. Si è lanciato dal tetto della casa di sua madre, a Gravina di Catania, alle porte della città siciliana. A febbraio il negozio nel quale aveva lavorato a lungo come commesso, a Malta, lo aveva licenziato. E lui era tornato nel suo paese d’origine, a casa di sua madre, appunto, senza sapere né cosa né dove cercare per sbarcare il lunario. «Non era più lo stesso, era caduto in un profondo stato di depressione» giurano parenti e amici. Gli avevano prescritto degli antidepressivi ma sembra non li abbia mai presi. Ieri è salito sul tetto assieme alla madre per riparare l’antenna della televisione, ha aspettato che lei scendesse e si è lanciato nel vuoto. Nessun biglietto d’addio, nessuno scampo. A Casaluce, nel Casertano, Alfonso Salzano si è ammazzato impiccandosi con un cavo elettrico dopo aver scritto alla moglie e ai due figli poche righe per chiedere perdono. Aveva 56 anni, Alfonso, e di mestiere faceva il muratore. Per lui era dall’inizio dell’anno che tutto girava male. Tutto, cioè il lavoro. Non riusciva più a trovare un’occupazione, era depresso e sempre più preoccupato per sé e per la sua famiglia. Le sue condizioni economiche non erano disastrose, non aveva debiti né mutui ma nemmeno più soldi a sufficienza per permettersi la vita che avrebbe voluto. Niente lavoro niente contanti se non i pochi che portava a casa sua moglie, una delle lavoratrici socialmente utili del Comune di Casaluce. Il sindaco del paese, Nazzaro Pagano, lo conosceva bene: «Una bravissima persona, un gran lavoratore che stava vivendo uno stato di forte depressione» dice. Un uomo fragile e insicuro: «Le notizie che circolano sulla crisi — aggiunge il sindaco — possono indurre una persona debole a compiere gesti estremi ». Poi una considerazione che racconta da sola tutto lo sgomento di chi vive in difficoltà economiche: «Ogni giorno — sospira il sindaco — ricevo persone che mi vengono a chiedere 20-30 euro per pagare le bollette della luce. È il momento che il governo intervenga ». Comunque troppo tardi per il nordafricano che, sempre ieri, ha deciso di farla finita lanciandosi nel vuoto da una finestra di casa sua, a una decina di metri d’altezza (anche nel suo caso sono note soltanto le iniziali del nome, M.W.). È successo nel Casentino, in provincia di Arezzo. In Italia da molti anni, famiglia numerosa, 45 anni, una casa comprata quando tutto sembrava andare per il meglio e alla fine la resa: i soldi non bastavano mai, le difficoltà economiche erano crescenti, l’immigrato ha dovuto rinunciare al sogno della sua vita, al riscatto di cui andava tanto fiero. Non riusciva più a pagare il mutuo ed è stato costretto a vendere l’appartamento e prenderne uno in affitto. All’improvviso sua moglie e i suoi figli si sono ritrovati in condizioni economiche precarie, quello che l’uomo era riuscito a garantire a fatica fino a poco tempo fa, adesso era a rischio. E l’angoscia l’ha spinto giù.

 

http://www.quotidianamente.net/cronaca/fatti-dallitalia/la-catena-dei-suicidi-tre-in-un-giorno-a-causa-della-crisi-26316.html

 

elenco parziale:

L’ennesimo gesto disperato causato dalla crisi economica. Un operaio edile marocchino di 27 anni si e’ dato fuoco questa mattina davanti al municipio di Verona. Il ragazzo, che non percepiva lo stipendio da 4 mesi, e’ stato ricoverato all’ospedale civile maggiore di Verona-borgo Trento. L’operaio si e’ cosparso il corpo di benzina dandosi fuoco alle gambe e alla testa durante un presidio di protesta a pochi metri dall’Arena, in piazza Bra. Provvidenziale l’intervento dei carabinieri della Compagnia di Verona che, impegnati nel servizio di ordine pubblico disposto in occasione del presidio, hanno spento le fiamme utilizzando un drappo dei manifestanti e i guanti in dotazione. Quello di oggi e’ solo l’ultimo di una lunga scia di casi che hanno visto coinvolti imprenditori, artigiani, operai e disoccupati, travolti dai debiti, da prestiti negati, da ritardi nei pagamenti. Ecco alcuni dei casi piu’ recenti.

– 29 MARZO 2012: Un muratore di 58 anni, nato in provincia di Caserta ma residente a Ozzano Emilia, si da’ fuoco nella sua auto in via Nanni Costa, non lontano dall’Agenzia delle Entrate di Bologna. L’uomo viene ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione del centro grandi ustionati di Parma: ha ustioni gravissime su tutto il corpo. All’interno dell’abitacolo vengono trovati una lettera indirizzata alla moglie e un’altra indirizzata all’Agenzia delle Entrate, in cui l’uomo spiega di aver sempre pagato le tasse e chiede di lasciare stare la propria consorte.

– 27 MARZO 2012: Un imbianchino di 49 anni si lancia dal balcone a Trani perche’ da tempo non riusciva a trovare un posto di lavoro.

– 23 MARZO 2012: Un imprenditore di 44 anni si impicca con una corda legata a un carrello elevatore nel capannone dell’azienda di cui era socio. Succede a Cepagatti, nel pescarese. Il suo corpo viene trovato dai dipendenti. Il gesto dell’uomo sarebbe legato a motivi economici: sembra che la ditta avesse problemi finanziari.

– 21 MARZO 2012: A Crispiano, in provincia di Taranto, un uomo di 60 anni, disoccupato da due anni e invalido civile, a causa dello sconforto per le precarie condizioni economiche, si rinchiude nello sgabuzzino della propria abitazione e tenta il suicidio impiccandosi. La moglie, non vedendolo piu’ in casa e notando la porta del ripostiglio chiusa a chiave, si preoccupa e telefona ai carabinieri e tra grida e lacrime chiede il loro aiuto. Grazie all’intervento dei carabinieri e del personale del 118 l’uomo viene salvato.

– 20 MARZO 2012: Un uomo di 53 anni, residente in provincia di Belluno, a Sospirolo, viene trovato senza vita, impiccato, in una baracca dietro alla sua abitazione. Il 53enne, imprenditore edile, sarebbe un ennesima vittima della crisi: da qualche tempo infatti era in difficolta’ economiche non riuscendo a incassare alcuni crediti. Il gesto estremo e’ maturato dopo che l’uomo e’ stato multato e si e’ visto sequestrare l’auto per guida senza patente.

– 15 MARZO 2012: Una donna di 37 anni tenta il suicidio per aver perso il lavoro in provincia di Lucca. La vittima ingerisce del liquido per sgorgare gli scarichi, un prodotto fortemente tossico, e finisce in ospedale.

 

9 MARZO 2012: Un commerciante di 60 anni, in provincia di Taranto, durante la notte si toglie la vita impiccandosi in contrada ‘Ciaurro’, nella Marina della cittadina jonica. La causa del gesto e’ da attribuirsi a problemi di natura economica.

– 9 MARZO 2012: Un falegname di 60 anni si toglie la vita a Noventa di Piave (Venezia) per motivazioni riconducibili a problemi di carattere sia economico che personale. L’uomo lascia una lettera prima di compiere il folle gesto con una corda recuperata in azienda.

– 27 FEBBRAIO 2012: A Verona un piccolo imprenditore edile, dicendo di vantare crediti con vari clienti per circa 34mila euro, si presenta in banca chiedendo un prestito di 4mila euro. L’uomo, un 50enne titolare di un’impresa edile, vistosi negare il prestito dalla sua banca, verso cui era gia’ debitore, esce dalla filiale e si cosparge di alcol tentando il suicidio. I carabinieri della Compagnia di Verona, intervenuti sul posto lo salvano.

– 26 FEBBRAIO 2012: Un imprenditore si toglie la vita impiccandosi nel capannone della sua ditta, in provincia di Firenze. Il cadavere viene trovato dai famigliari. All’origine del gesto le preoccupazioni dell’uomo, 64 anni, per la crisi economica che aveva investito la sua azienda: questo il senso del messaggio lasciato dall’imprenditore in un biglietto ritrovato accanto al corpo. L’uomo si impicca con una corda a una trave del capannone.

– 21 FEBBRAIO 2012: Un piccolo imprenditore trentino, oppresso dai debiti, cerca di suicidarsi gettandosi sotto un treno merci, nei pressi della stazione ferroviaria di Trento. Viene salvato dal tempestivo intervento di agenti.

– 15 FEBBRAIO 2012: A Paterno’, in provincia di Catania, un imprenditore 57enne si uccide impiccandosi in preda alla disperazione a causa dei debiti della sua azienda. Il cadavere viene rinvenuto in un capannone in un deposito di proprieta’ della ditta della quale era titolare.

– 12 DICEMBRE 2011: Un imprenditore si suicida per problemi economici a Vigonza, nel padovano. Prima di uccidersi con un colpo di pistola nel suo ufficio lascia un biglietto sulla scrivania con scritto: “Perdonatemi non ce la faccio piu’”. Soffriva perche’ costretto ad accettare la cassa integrazione per i suoi dipendenti a causa di mancanza di liquidita’.

-10 FEBBRAIO 2011: Un commerciante si toglie la vita impiccandosi nel suo negozio situato al centralissimo corso Umberto a Napoli. E’ il figlio a fare la tragica scoperta. Prima di suicida rsi l’uomo lascia un biglietto ai suoi famigliari: “Perdonatemi, non ce la faccio piu’”.

– 13 SETTEMBRE 2010: Troppi debiti. Questa la motivazione che spinge un imprenditore 57enne a bruciare nella notte, a Firenze, il ristorante che gestiva da tre anni, e poi a togliersi la vita impiccandosi nel gazebo esterno al locale. L’uomo, secondo quanto emerso, aveva uno scoperto di 18mila euro in banca. Prima di compiere il tragico gesto, invia degli sms ai suoi collaboratori, scrivendo: ”Mi avete ammazzato con le vostre pretese, non riceverete piu’ una lira, addio, arrangiatevi”. L’imprenditore doveva ai suoi dipendenti degli stipendi arretrati.

– 2 MARZO 2010 Un imprenditore si suicida a Camposampiero, nel padovano, per le difficolta’ della sua azienda.

9 APRILE 2012: Una donna di 32 anni disoccupata tenta il suicidio perche’ non riusciva a trovare un lavoro in provincia di Asti.

– 5 APRILE 2012: Un artigiano edile cinquantatreenne viene trovato morto, impiccato, all’interno di una abitazione che stava ristrutturando, nel centro di Savona. Sono i colleghi a scoprire il corpo senza vita.

– 4 APRILE 2012: Un imprenditore di 59 anni si uccide sparandosi un colpo di fucile a Roma: ai familiari lascia una lettera in cui attribuisce il suo gesto ai problemi economici. Il 59enne era titolare di un’azienda in fallimento.

– 2 APRILE 2012: Un corniciao di Centocelle, a Roma, si uccide impiccandosi. L’uomo era schiacciato dai debiti.

Napoli, 30 aprile 2012 -Il suo lavoro era fare il portiere in uno stabile del centro di Napoli, zona corso Garibaldi, ma l’aveva perso.

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