DEL GRANDE METODO (sezione delle svolte) 35

 

 

Del fiume delle cose

 

Ed io vidi che nulla era del tutto morto, nemmeno ciò che è estinto. Le mute pietre respirano. Si trasformano e provocano trasfor­mazioni. Perfino la luna, che si dice mor­ta, si muove. Getta luce, sia pure non sua, sulla terra, de­termina la traiettoria dei corpi che cadono e cagiona il flusso e il riflusso dell’acqua marina. E se spaventasse un solo uomo che la guardi, anzi se un solo uomo la guardas­se, già non sarebbe morta, ma vivrebbe. Eppure io vidi che in certo modo essa è morta; infatti, una volta messo insieme tutto ciò per cui vive, questo è troppo poco o non c’entra, quindi in complesso è da chiamarsi morta. Poiché se non facessimo così, se non la chiamassimo morta, noi perderemmo un termine, per l’appunto la parola morto, e la possibilità di denominare qualcosa che pur vediamo. Dato che però, come abbiamo parimenti visto, essa non è nemmeno morta, noi dobbiamo pensare di essa ambe le cose e trattarla come alcunché di morto non-morto, ma più morto che non-morto, come alcunché di estinto per qual­che rispetto, e per que­sto rispetto irrevocabilmente estin­to, ma non per ogni rispetto.

 

Bertolt Brecht   :

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