Del fiume delle cose
Ed io vidi che nulla era del tutto morto, nemmeno ciò che è estinto. Le mute pietre respirano. Si trasformano e provocano trasformazioni. Perfino la luna, che si dice morta, si muove. Getta luce, sia pure non sua, sulla terra, determina la traiettoria dei corpi che cadono e cagiona il flusso e il riflusso dell’acqua marina. E se spaventasse un solo uomo che la guardi, anzi se un solo uomo la guardasse, già non sarebbe morta, ma vivrebbe. Eppure io vidi che in certo modo essa è morta; infatti, una volta messo insieme tutto ciò per cui vive, questo è troppo poco o non c’entra, quindi in complesso è da chiamarsi morta. Poiché se non facessimo così, se non la chiamassimo morta, noi perderemmo un termine, per l’appunto la parola morto, e la possibilità di denominare qualcosa che pur vediamo. Dato che però, come abbiamo parimenti visto, essa non è nemmeno morta, noi dobbiamo pensare di essa ambe le cose e trattarla come alcunché di morto non-morto, ma più morto che non-morto, come alcunché di estinto per qualche rispetto, e per questo rispetto irrevocabilmente estinto, ma non per ogni rispetto.
Bertolt Brecht :
DEL GRANDE METODO